Le gigantesche navi di Caligola. Distrutte dall'orrore della Seconda Guerra Mondiale

Nave Caligola

Nelle tranquille acque del Lago di Nemi, vicino alla storica città di Roma,un tempo galleggiavano due straordinarie navi, simboli della grandiosità e dell'eccentricità dell'Imperatore Caligola.
Queste imponenti navi non erano semplici imbarcazioni, ma veri e propri palazzi galleggianti, adornate con templi, lussuosi appartamenti imperiali e ricchezze di ogni genere, come se volessero sfidare la stessa natura con la loro magnificenza.
Dopo l'assassinio di Caligola, avvenuto nel 41 d.C., queste mastodontiche navi, che avevano solcato le acque del Nemi come testimoni silenziosi del potere e della follia, scomparvero nelle profondità del lago, diventando più leggenda che realtà.
Le acque scure del lago custodivano il segreto di queste navi per secoli, fino al 1446, quando il Cardinale Prospero Colonna, mosso da un misto di curiosità e ambizione, intraprese i primi tentativi per svelarne i misteri.
Ma fu solo nel 1932, in un'epoca di grande fervore tecnologico e storico, che queste navi rivelarono finalmente i loro segreti. In un'impresa che sembrava sfidare le stesse leggi della natura, il lago fu prosciugato con l'uso di enormi pompe, rivelando non solo i resti delle navi, ma anche le loro ancore, testimoni silenziosi di un'epoca passata.
Le navi, lunghe diverse decine di metri - una di 71 metri per 20, l'altra di 75 per 29 - furono estratte dalle loro tombe acquatiche e trasferite in un museo costruito appositamente per ospitarle, come se fossero tornate in vita dopo secoli di oblio.
Ma il destino aveva in serbo un altro capitolo tragico per queste magnifiche navi.
Nel 1944, durante gli ultimi sussulti della Seconda Guerra Mondiale, le navi furono distrutte. Le fiamme divorarono ciò che era sopravvissuto per quasi duemila anni, lasciando dietro solo interrogativi e speculazioni.
Non si sa se fu un atto dei tedeschi in ritirata, un colpo dei bombardamenti alleati o un evento accidentale. Ma così, in un ironico gioco del destino, queste navi, simboli di potenza e follia, tornarono ad essere ciò che erano state per secoli: un ricordo, una leggenda, un mistero mai completamente svelato.
 
Trovate un dettagliato approfondimento nel numero 222 di Archeologia Viva
 
FONTE: WEB

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