Vertici militari, cambia tutto: nuovi capi di Stato Maggiore Difesa, Aeronautica e Marina

Le modifiche approvate alla normativa sulle nomine aprono il processo di rinnovamento: si decide a ottobre - Le novità nel decreto legge giustizia

di Marco Ludovico

1 ottobre 2021

Guerini

Il governo presieduto da Mario Draghi sta per rivoluzionare i vertici della Difesa. Ritrova, infatti, la maggior parte di loro in scadenza. Ha già nominato il generale Luciano Portolano segretario generale della Difesa - direttore nazionale degli armamenti al posto di Nicolò Falsaperna a termine incarico. Ma ai primi di novembre scadono il capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, e il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso. Tutti incarichi a quattro stelle come da agosto anche quello del Covi-comando operativo di vertice interforze, lasciato da Portolano. Un’altra nomina da fare. Ma da ieri c’è una grossa novità.

Nuove norme di nomina al vertice Smd

L’incarico più ambito e prestigioso, il più potente e in alto nella gerarchia, è il capo di Stato Maggiore della Difesa (Smd). Sotto di lui ci sono i vertici delle Forze armate: Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri. Il capo di Smd è in linea diretta con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.Entrambi, nei rispettivi ruoli, non mancano di interagire con il presidente della Repubblica, capo supremo delle Forze armate, che ha un suo consigliere militare più il Consiglio supremo della Difesa. Lorenzo Guerini deve proporre in Consiglio dei ministri il nuovo numero uno di Smd. Ma il ventaglio di scelte è apparso limitato dalla normativa in atto. Una modifica, così, è stata introdotta nel decreto legge in materia di giustizia e difesa licenziato dal Consiglio dei ministri del 29 settembre. Da ieri sera in Gazzetta Ufficiale.

La Marina al vertice della Difesa

Secondo una prassi consolidata nella scelta politica del vertice di Smd si segue una rotazione tra le Forze Armate. È indicata dall’acronimo EMA: Esercito, Marina, Aeronautica. L’alternanza è stata sempre rispettata con una sola eccezione alcuni anni fa. L’Aeronautica saltò il turno, il governo allora guidato da Matteo Renzi preferì l’allora capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Claudio Graziano, oggi presidente del Comitato militare dell’Unione europea, al numero uno dell’Arma Azzurra, Pasquale Preziosa. Stavolta si rischiava di far saltare la Marina. Perchè il suo capo di Stato Maggiore, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha più di 64 anni: ha superato, dunque, i 63 anni, limite del cosiddetto «servizio permanente effettivo». Secondo il COM-codice dell’ordinamento militare, articolo 1094 comma 4, «i vertici militari, se raggiunti dai limiti di età, sono richiamati d’autorità fino al termine del mandato». Poi vanno in pensione «senza possibilità di proroga o rinnovo» dice il codice.

Prassi e libertà di scelta politica

Ma la norma per nominare il capo di Smd (art. 25 del COM) prevede la scelta «tra gli ufficiali in servizio permanente di grado non inferiore a quello di generale di corpo d’armata dell’Esercito italiano, di ammiraglio di squadra della Marina militare e di generale di squadra aerea dell’Aeronautica». L’indicazione «in servizio permanente» tagliava fuori, dunque, l’attuale capo di Stato Maggiore della Marina «richiamato». In teoria, va aggiunto, basterebbe un «tre stelle» e non le «quattro stelle» luccicanti soltanto sulle spalline dei capi di Forza Armata e del segretario generale della Difesa. Ma la prassi ha sempre visto l’approdo a Smd di un ufficiale a «quattro stelle». E la prassi spesso è più forte della legge. Così, quando alla Difesa è circolata l’ipotesi di nominare a Smd un ammiraglio «soltanto» a tre stelle sono decollati facce storte, mal di pancia, lamenti e proteste. Non era mai successo, insomma: secondo alcuni non poteva e non doveva succedere.

FONTE:Logo Sole24ore

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