Russia: registrato incremento della presenza NATO vicino ai confini

Il capo del Servizio di frontiera della Federazione Russa, Vladimir Kulishov, ha rivelato, giovedì 27 maggio, l’espulsione di una nave britannica entrata nelle acque territoriali della Russia, il 13 ottobre 2020, ponendo l’accento sul netto incremento dell’attività militare dell’Alleanza Atlantica nei pressi dei confini russi.
  

Navi Mar Nero

Navi nel Mar Nero

Nello specifico, Kulishov ha diffuso per la prima volta informazioni riguardanti un’operazione militare congiunta realizzata, il 13 ottobre 2020, dal Servizio di frontiera, dalla Marina e dalle forze aerospaziali della Russia. La manovra militare non era stata mai annunciata in precedenza, sebbene sia avvenuta nel 2020. La stampa locale si era limitata a diffondere le dichiarazioni rilasciate dal vice-ministro dell’Energia russo, Alexander Fomin, il quale aveva segnalato che le autorità di controllo del Paese avevano avvistato una nave britannica mentre attraversava le acque territoriali della Russia nella zona di Capo Cherson.

Sulla base delle nuove dichiarazioni, la triade militare di Mosca ha espulso, il 13 ottobre 2020, il cacciatorpediniere britannico D35 Dragon a seguito del suo ingresso nelle acque territoriali russe nel Mar Nero, nell’area di Capo Cherson, in Crimea. Inoltre, nel corso dell’intervista rilasciata all’agenzia di stampa russa RIA, Kulishov ha sottolineato che le autorità di frontiera del Paese stanno attualmente monitorando da vicino le “attività ostili” dei partner Occidentali, soprattutto quando questi si avvicinano eccessivamente alle acque territoriali della Russia. A detta del capo del servizio di frontiera, l’incremento della presenza della NATO vicino al confine con la Russia è legato al tentativo dell’Occidente di “contenere la politica aggressiva della Russia” in Crimea. Quest’ultima, secondo la Russia, appartiene formalmente alla Federazione a seguito del referendum del 16 marzo 2014, che avrebbe confermato l’annessione. Dall’altra parte, l’Unione Europea, l’Ucraina e gli Stati Uniti ritengono che il territorio sia “temporaneamente occupato” dalle forze militari di Mosca e che appartenga de jure a Kiev.

Nell’ultimo mese, le autorità di frontiera della Federazione Russa hanno registrato un netto aumento dell’attività militare della NATO “lungo tutto il perimetro” del Paese. Nelle sue operazioni militari, l’Alleanza ha incrementato l’intensità di addestramento delle truppe e le attività di ricognizione. Queste ultime, ha riferito Kulishov, sarebbero realizzate con aeromobili e veicoli aerei privi di piloti in grado di monitorare la situazione nel territorio russo. Secondo l’esperto militare, i voli di ricognizione nei pressi della penisola crimeana incrementano nettamente quando le navi dei Paesi membri della NATO si trovano nelle acque del Mar Nero, nonché durante le esercitazioni militari dell’alleanza nella regione.

Non è la prima volta che le autorità russe pongono l’accento sull’aumento delle attività militari della NATO nei pressi della Russia. In precedenza, il 25 marzo, il capo della Commissione per la Difesa e la Sicurezza del Consiglio della Federazione (CF), il colonnello Viktor Bondarev, aveva dichiarato che, nel 2021, il numero di voli di ricognizione della NATO vicino al confine di Stato russo era incrementato di oltre il 30%.

Da parte loro, gli Stati Uniti ritengono che tali esercitazioni mirino a dimostrare alle Forze Armate russe la “capacità di poter eseguire continuamente missioni di volo e di agire prontamente a sostegno di alleati e partner”. In particolare, gli USA e la NATO hanno più volte espresso preoccupazione per la crescente capacità militare della Russia, e temono il potenziamento dei contingenti di Mosca e la sua “propensione ad invadere la sovranità di altri Paesi”, in riferimento all’annessione della Crimea nel 2014. Per tale motivo, il maggior coinvolgimento della NATO viene legittimato alla luce delle azioni della Russia.

Al contrario, per Mosca, il dispiegamento di contingenti NATO vicino i propri confini viene interpretato come una minaccia per la sicurezza della nazione. Secondo il Ministero della Difesa russo, aerei e navi statunitensi si avvicinano regolarmente ai propri confini, talvolta simulando attacchi missilistici.

Tali episodi si verificano soprattutto nelle acque del Mar Nero, il quale riveste un’importanza cruciale per Mosca specialmente in campo energetico.Data la sua posizione geografica, in prossimità di grandi riserve di gas naturale e petrolio greggio, la regione ha una triplice dimensione geo-strategica e geo-economica. In primo luogo, quale fonte diretta di energia, in secondo come importante corridoio di trasporto per le risorse energetiche dall’Eurasia all’Unione Europea, sull’asse emergente Mar Caspio-Mar Nero-Mar Mediterraneo, e infine in qualità di fattore fondamentale per la sicurezza energetica dell’UE.

 

FONTE:Logo sicurezza internazionale

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