Marina militare di Taranto, via libera al progetto di ampliamento
Il progetto è diviso in due tranche: 191 milioni per ampliare la base, che ha sede in località Chiapparo e altri 11,6 milioni per riqualificare la stessa area.
28 luglio 2020
di Domenico Palmiotti
Via libera del Cipe, il 28 luglio, al progetto di ampliamento della base navale di Taranto della Marina Militare. Quello approvato dal Comitato interministeriale della programmazione economica presieduto dal premier Giuseppe Conte, è un intervento per complessivi 203 milioni di euro.
Tutto il progetto è diviso in due tranche: 191 milioni per ampliare la base, che ha sede in località Chiapparo, alle porte di Taranto, e altri 11,6 milioni per riqualificare la stessa area Chiapparo. In questa prima fase, però, viene attivato solo un finanziamento parziale di 79 milioni, presi dal Fondo Sviluppo e Coesione della programmazione 2014-2020.
Risorse che serviranno all'intervento sul primo lotto funzionale, il molo Rotundi, e a progettare e realizzare la riqualificazione dell'area Chiapparo. I 79 milioni sono spalmati in un quinquennio. Si parte nel 2021 con 2,82 milioni, quindi, a seguire, 8,5 nel 2022, 20,7 nel 2023, 23,6 nel 2024 e altrettanti nel 2025. «Permettere l'attracco delle unità navali maggiori e rispondere alle nuove esigenze della Marina Militare»: ecco l'obiettivo del progetto che ha ricevuto l'ok dei ministri della Difesa, Lorenzo Guerini, e del Sud, Giuseppe Provenzano.
La base ampliata consentirà l'ormeggio di 19 navi con i relativi equipaggi. Per la Marina Militare, in questo modo Taranto si conferma nel ruolo di base navale principale, che «risulta essere un volano economico per il comparto navale e meccanico in considerazione dei volumi finanziari dedicati dalla Difesa per le manutenzioni ordinarie e straordinarie nonché dei servizi associati».
Marina Militare ha presentato il progetto di ampliamento della base al Tavolo istituzionale del Contratto di sviluppo per l'area di Taranto. In quella sede si è profilato (e si sta continuando a lavorare su questa impostazione) un vero e proprio scambio. La Marina cede a Taranto, nello specifico all'Autorità portuale, la banchina Torpediniere in Mar Piccolo (già base navale, ora usata in parte) e in cambio ottiene l'ampliamento dell'infrastruttura di Mar Grande, inaugurata nel 2004 (lavori partiti nel 1989) su un'area di circa 60 ettari, dove oggi sono ormeggiate tutte le navi della flotta a partire dalle portaerei Garibaldi e Cavour. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica, Mario Turco, coordinatore del Tavolo Cis Taranto, la cessione della banchina Torpediniere «consentirà di liberare quest'ultima area per l'Autorità portuale per un progetto di valorizzazione ai fini turistici, commerciali e culturali con la realizzazione di un Acquario green e moli di ormeggio croceristico». «Al Tavolo istituzionale permanente associato al Contratto istituzionale di sviluppo - aggiunge Turco - era infatti emersa l'esigenza di portare a termine questo fondamentale investimento per riqualificare la città di Taranto. E l'approvazione del progetto al Cipe è un tassello del più ampio Cantiere Taranto».
«Oltre ad essere sede di un Aquario che avrà finalità di studio e ricerca e non solo di attrattore turistico - dichiara il presidente dell'Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete -, la banchina Torpediniere sarà approdo turistico per imbarcazioni e yacht e per navi da crociera di piccola dimensione. Uno studio di fattibilità stima in 35-40 milioni il costo di ristrutturazione della banchina cui vanno aggiunti un altro paio di milioni per la ricollocazione di alcune funzioni della Marina. Per entrare in possesso della banchina, attendiamo di firmare l'accordo con la Marina con il placet dei ministeri intereressati». Non c'è ancora una previsione sulla conclusione dei lavori, ma l'obiettivo è terminarli entro il 2026, anno in cui Taranto ospiterà la ventesima edizione dei Giochi del Mediterraneo.