L'ammiraglio Lazio: "Il sottomarino museo non sarà il Da Vinci. Faremo spazio ai vivai dei muscolai"
Il comandante marittimo Nord fa il punto sui progetti e sulle aree: "In due anni la Duca degli Abruzzi sarà riqualificata. In arsenale interventi in corso per quasi 20 milioni di euro".
La Spezia - La città e la Marina militare camminano fianco a fianco da oltre 150 anni. Un rapporto più duraturo di qualsiasi legame umano, uno scambio che va oltre le carriere di chi esercita pro tempore per qualche anno il potere politico e militare. Dopo un inizio burrascoso la città e la Marina si sono legate indissolubilmente e hanno affrontato due guerre mondiali, risorgendo e ritornando a scambiarsi reciproci favori. Ma con la fine della leva obbligatoria e lo spostamento degli equilibri geopolitici europei e globali il rapporto ha iniziato a scricchiolare: i dipendenti sono crollati a poche centinaia, i giovani in attesa di arruolamento sono scomparsi e improvvisamente la città si è accorta di aver bisogno di spazi e di poterli trovare proprio al di là del muraglione arsenalizio.
Da 20 anni la storia va avanti a singhiozzo, tra accordi siglati in pompa magna e attacchi dalle pagine dei giornali, tra promesse che restano sulla carta e progetti che si snodano all’insaputa dei più. Da qualche anno i rapporti sembrano essersi raffreddati allineandosi alla logica e doverosa collaborazione istituzionale, ma senza che si siano aperte prospettive nuove rispetto al passato recente. Abbiamo fatto il punto in una intervista con l’ammiraglio Giorgio Lazio, comandante marittimo Nord della Marina militare,con ogni probabilità l’ultima prima di essere collocato a riposo.
Partiamo dalla Caserma Duca degli Abruzzi: quando finiranno i lavori di restyling palazzina lato Via Gaeta?
“I lavori sono iniziati lo scorso mese di giugno e allo stato attuale risulta rispettato il cronoprogramma che prevede l’ultimazione in circa due anni. Ricordo che parliamo di un progetto che vale 11 milioni di euro”.
Per quanto riguarda la ex Palazzina delle associazioni d'arma, visto che Cai e altre realtà hanno trovato un'altra sistemazione, quale futuro è possibile? E' un bene alienabile? Anni fa la Camera di commercio propose di acquistarla per farne un parcheggio a servizio del centro.
“Da tempo la struttura non è più nella disponibilità della forza armata, bensì dell’Agenzia del Demanio”.
Le tematiche relative alle aree esterne allo Stadio Picco, con il tema della viabilità, diventeranno cogenti una volta che il pubblico tornerà allo stadio. E' vero che la Marina militare non è dell'idea di voler assecondare le richieste del Comune? Che cosa vi è stato chiesto?
“La Marina militare è perfettamente conscia dell’opportunità offerta alla città dalla permanenza dello Spezia calcio in serie A, per cui abbiamo già concluso a tempo di record l’iter amministrativo burocratico per la dismissione di alcune aree dell’adiacente centro sportivo militare “Montagna” necessarie all’adeguamento dello stadio comunale. Il Comune aveva anche proposto l’apertura della base navale al transito veicolare nelle ore a cavallo delle partite interne dello Spezia Calcio, e noi ci siamo impegnati, come anche avvenuto in passato, al passaggio dei mezzi d'emergenza e di soccorso. La deviazione del traffico ordinario all’interno della base non è compatibile con la gestione in sicurezza delle attività d’istituto in una base e stabilimento di lavoro militare.
Sarà previsto un parcheggio di servizio al Museo tecnico navale?
“La gestione economica del Museo tecnico navale è già oggetto di accordo con l’agenzia Difesa servizi. Il prossimo 15 settembre scadranno i termini entro i quali eventuali soggetti terzi potranno avanzare proposte e progetti di miglioramento per il Museo sia a livello infrastrutturale, sia a livello qualitativo del percorso museale. A quel punto speriamo ci siano i presupposti per gli auspicati ampliamenti della struttura. Credo questa sia un’opportunità anche, e direi soprattutto, per il territorio spezzino per fare un passo avanti nella valorizzazione integrata del patrimonio museale della città”.
Si è tanto detto della polveriera dismessa: che valore ha? Sarà necessaria un'eventuale bonifica?
“Allo stato attuale il Deposito munizioni di Vallegrande è operativo. E’ in programma un processo di trasferimento del materiale in dotazione presso altre strutture, successivamente al quale potrà iniziare l’eventuale procedimento amministrativo per la restituzione all’Agenzia del Demanio o per la sua valorizzazione”.
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“La Marina militare in tutti gli ambiti istituzionali ha fornito e messo a disposizione i dati completi ed ogni singolo dettaglio sulla situazione e le analisi ambientali, che vengono svolte nei termini di legge e secondo disponibilità finanziaria avendo cura di evitare assolutamente ogni pericolo al nostro personale che vi opera e alla popolazione delle aree circostanti. In caso di eventi connessi a maltempo, sono messe sempre in atto senza ritardo le azioni urgenti necessarie per evitare conseguenze per le persone, i materiali e l’ambiente”.
Quante aziende stabilmente lavorano dentro l’arsenale attraverso il sistema delle permute e quante ancora ce ne potrebbero stare?
“Non è un problema di capienza, ma di un utilizzo razionale. Nella base navale ogni singola infrastruttura ha già una destinazione d’uso e un programma per la sua manutenzione o, quando necessario, ristrutturazione. L’arsenale eroga servizi essenziali per l’operatività dello strumento aeronavale nazionale, secondo le previsioni del Piano industriale integrato 2020-2025 illustrato a suo tempo alle organizzazioni sindacali e trasmesso all’attenzione dell’autorità politica. L’istituto della permuta di servizi viene utilizzato nelle sole situazioni di temporanea disponibilità di assetti della forza armata ma sempre su base di non interferenza con i primari usi istituzionali”.
Per quanto riguarda il Piano Brin, quanto del finanziamento globale è arrivato e quanto arriverà ancora?
“L’arsenale è da tempo interessato da un piano di riqualificazione e razionalizzazione funzionale nell’ambito del “Piano Brin” per il cui completamento abbiamo a disposizione 146 milioni di euro per tutto il territorio nazionale. Limitatamente alla sede della Spezia, dopo un’anemizzazione dei finanziamenti nel 2014, il piano è stato prorogato dal 2016 a tutto il 2021 con circa 30 milioni di euro al fine di completare gli interventi di riqualifica, ammodernamento e messa a norma di immobili ed infrastrutture datate. Le attività al momento già in itinere riguardano la rifunzionalizzazione dell’officina numero 53 – Polifunzionale – per un importo di circa 10 milioni, il consolidamento del bacino di carenaggio numero 3 per circa 5,6 milioni di euro e l’adeguamento della rete fognaria della base navale per circa 2,3 milioni di euro.
Il video di Urbex e la questione delle gallerie militari non più in uso. E' utopistica la musealizzazione del sito?
“Avevo personalmente portato il sindaco della Spezia un paio di anni or sono a visitare l’opera protetta dell’Acquasanta per valutarne una potenziale destinazione di percorso museale. L’ostacolo maggiore risiede nei costi necessari per la sua riqualificazione. Nel frattempo i lavori per la bonifica ambientale del sito saranno avviati nel dicembre prossimo e proseguiranno nel 2022 per un valore complessivo di circa 1 milione di euro”.
A che punto siamo con il progetto di musealizzazione del sommergibile?
“Il progetto si sta finalmente concretizzando. Il Comune della Spezia, su nostra proposta, ha recentemente optato per la scelta di utilizzare uno dei sommergibili classe Sauro III serie ormai prossimi al disarmo, consentendo così di ridurre nettamente i costi per portare a termine l’impresa della musealizzazione”.
Lei ha parlato in commissione di promesse non mantenute. Allude alla palazzina che la Regione avrebbe dovuto costruire all'interno del compendio Falcomatà nell'accordo di concessione dell'immobile?
“L’accordo prevede che venga realizzata, al posto del “Falcomatà” destinato a sede universitaria, una struttura ospedaliera militare nelle immediate vicinanze con fondi regionali. Fondi dei quali ancora oggi non abbiamo notizia, mentre il lavoro del nostro personale sanitario prosegue in condizioni meno che ottimali anche al servizio della popolazione, in particolare nell’attuale emergenza sanitaria”.
Ci sono sviluppi riguardo all’ampiamento della zona destinata agli impianti di mitilicoltura?
“Posso dire con soddisfazione di sì. Consci dell’importanza di contribuire al progresso economico del Golfo, abbiamo svolto accurati approfondimenti che hanno dimostrato la fattibilità del riposizionamento delle boe che costituiscono il poligono di calibrazione per le unità navali, permettendo quindi, senza intaccare i nostri compiti istituzionali, di ampliare significativamente l’area da destinare potenzialmente alla mitilicoltura. Abbiamo recentemente informato in tal senso l’Autorità di sistema portuale e i mitilicoltori”.
FABIO LUGARINI