Il PNRR siamo noi. Nessuno si senta escluso - Ferruccio De Bortoli
Sul numero di Giugno 2021 della rivista "Il Carabiniere", c'è un bellissimo ed interessante editoriale di Ferruccio De Bortoli.
Credo valga la pena riportarlo.
Il PNRR siamo noi. Nessuno si senta escluso
C’è un grande equivoco che accompagna le infinite discussioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in sigla PNRR (troppe sigle, aiuto!). Il successo del programma dipende dalla capacità di progettazione e attuazione che governo ed enti attuatori - così si chiamano - sapranno dimostrare. Ma un ruolo significativo lo abbiamo anche noi cittadini. Questo non per togliere responsabilità - già storicamente elevatissime - a chi dovrà raggiungere ambiziosi risultati in termini di digitalizzazione, transizione ecologica, inclusione sociale, ma per capire meglio che cosa ci aspetta in futuro, come cambierà la nostra agenda personale quotidiana. Nessuno di noi è uno spettatore. Tutti sono chiamati a fare di più. Non solo ad aspettarsi di più.
Un esempio lampante si trova nelle tante pagine (troppi termini inglesi, aiuto!) che illustrano le sei missioni del PNRR. Entro il 2025 (cioè domani mattina)il 70 per cento dei cittadini dell’Unione Europea, tra i 16 e i 74 anni, dovrà avere conoscenze digitali di base. Si tenga conto che l’Italia, nell’ultimo rapporto DESI della Commissione europea, è al venticinquesimo posto, su ventotto, per l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società. Solo Romania, Grecia e Bulgaria fanno peggio di noi. Dunque, non sarebbe male se mostrassimo una maggiore propensione alla formazione e alla riqualificazione professionale. Anche in età avanzata. Non è mai troppo tardi, era la sigla di una celebre trasmissione RAI per l’alfabetizzazione di massa.
E come se fossimo tornati indietro agli anni Cinquanta. Speriamo di avere lo stesso spirito di sacrificio; la medesima voglia di futuro dei nostri genitori o nonni. Purtroppo, di formazione continua non parla nessuno. Al vertice portoghese di maggio dell’Unione Europea, si è discusso a lungo di educazione permanente, la terza rivoluzione dopo quella digitale ed ecologica. Entro il 2030 almeno il 60 per cento della popolazione adulta verrà chiamata a frequentare ogni anno corsi di formazione e orientamento. Per favorire il raggiungimento di questo obiettivo si calcola che, entro il 2025 (dopodomani mattina), saranno interessate almeno 120 milioni di persone. La campanella sta suonando ma noi parliamo d’altro.
Ferruccio De Bortoli
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