Genova, in mostra 150 anni di ricerca scientifica della Marina Militare
L’Istituto Idrografico della Marina ha raccolto oltre 35 mila immagini riguardanti le spedizioni svolte in un secolo e mezzo, da quella di Nobile all’ultima High North22
Nei primi giorni di luglio dal porto norvegese di Tromso prendeva il via la campagna artica di geofisica marina High North22 guidata dalla Marina Militare Italiana attraverso il suo Istituto Idrografico e partecipata dalla comunità scientifica internazionale. L’operazione ora in corso è condotta con la nave Alliance della NATO con bandiera ed equipaggio della nostra Marina, salpata da La Spezia nel maggio scorso.
Le ricerche in programma riguardano l’idrografia, la geofisica, l’oceanografia e la geologia marina e sono condotte da scienziati appartenenti a centri di ricerca della varie nazioni impegnate nello studio dell’area artica. La nave è comandata dal capitano di fregata Pasquale Perrina, del team scientifico è a capo il capitano di fregata Maurizio Demarte mentre la coordinatrice scientifica è la professoressa Roberta Ivaldi. Oltre alle indagini, l’attività condotta riguarda anche la ricognizione delle aree marine come lo stretto di Fram ormai prive di ghiacci in alcuni periodi dell’anno per il riscaldamento ambientale. Per questo sono aperte alla navigazione e richiedono quindi un’adeguata conoscenza al fine di garantire la sicurezza delle nuove rotte ormai frequentate dalle navi commerciali. Oltre ai giovani futuri idrografi della Marina partecipano anche studenti dell’Università di Genova espressione del programma Ocean Generation delle Nazioni Unite. L’Istituto Idrografico della Marina Militare è impegnato dal 2017 nelle campagne High North svolgendo sempre con la nave Alliance importanti esplorazioni legate alle condizioni del delicatissimo ambiente nordico vulnerabile per le variazioni provocate dal riscaldamento del pianeta.
Un diario per immagini unico nel suo genere
Per l’Italia l’interesse agli studi del Polo Nord è di lunga data e risale alle esplorazioni condotte, oltre un secondo fa, dal Comandante Umberto Nobile con i suoi dirigibili. Negli ultimi anni gli strumenti a disposizione utilizzati dagli scienziati riguardano anche i satelliti tra cui i CosmoSkymed dell’Asi. Le osservazioni effettuate sono rilevanti per monitorare con continuità l’area artica cogliendone i segni del mutamento al fine di valutare l’evoluzione dei territori. Il lavoro realizzato negli anni è raccontato ora per immagini nella mostra «ARcTic Memories» con l’intento di celebrare anche i 150 anni della nascita dell’Istituto Idrografico della Marina Militare impegnato da un secolo e mezzo sul fronte delle preziose operazioni scientifiche. La mostra sarà visitabile presso il Castello D’Albertis del Comune di Genova (Museo delle Culture del mondo)fino a domenica 29 gennaio proponendo immagini che trasmettono le emozioni di ricerche ai confini del pianeta condotte da ricercatori e specialisti della Marina Militare. Negli anni l’archivio si è arricchito di 35 mila fotografie che rappresentano un diario di bordo per immagini unico nel suo genere. Dall’ imponente raccolta sono stati selezionati gli scatti più rappresentativi delle imprese condotte negli anni e significativi perché non solo mostrano le attività scientifiche e i protagonisti che le hanno compiute ma sono in grado di trasmettere assieme il valore dell’impegno profuso dagli uomini e donne della Marina Militare per contribuire alla conoscenza del nostro globo azzurro.