Giallo nei fondali atlantici, relitto del Titanic urtato da un sottomarino
È la prima collisione con il transatlantico da quando la nave è stata riscoperta nel 1985. L'incidente è avvenuto a luglio durante una spedizione organizzata dalla Eyos Expeditions a causa di "correnti intense e altamente imprevedibili"
di FRANCESCO CONSIGLIO
Un incidente a 3.800 metri di profondità tenuto segreto per mesi. Al centro ancora una volta il Titanic, a oltre un secolo dal suo inabissamento. Sembra la trama di un film ma invece si tratta di una notizia rivelata dal giornale londinese Telegraph: il relitto del transatlantico britannico affondato nel 1912 al largo dell'isola di Terranova a seguito della collisione con un iceberg, è stato urtato da un sottomarino da 35 milioni di dollari, noleggiato dalla Eyos Expeditions, un tour operator per viaggi avventurosi con sede nell'Isola di Man.
La collisione è avvenuta lo scorso Luglio durante una spedizione di grande importanza cui partecipavano studiosi della Newcastle University. Per la prima volta dopo 14 anni, si tornava a esplorare il relitto del transatlantico più famoso della storia. E si scopriva che con il tempo la nave si sta deteriorando a causa dell'erosione marina: le immagini rivelavano che la vasca da bagno del capitano, simbolo del naufragio, non esisteva più e il ponte e le cabine degli ufficiali risultavano gravemente danneggiati. La missione era stata resa possibile dall'utilizzo di un sottomarino "Triton DSV Limiting Factor", in grado di superare i 7mila metri di profondità.
Ad aggiungere fascino a questa intricata storia degli abissi, il fatto che l'incidente sia avvenuto a causa di "correnti intense e altamente imprevedibili", ha raccontato al Telegraph il capo della spedizione Rob McCallum, ammettendo che si era arrivati a un "contatto" con il Titanic sulla fiancata di dritta. "I danni al relitto sono di lieve entità", ha spiegato: "Tornati in superficie abbiamo osservato una macchia di ruggine rossa sul lato del sottomarino". Il capo spedizione ha aggiunto che, nonostante le condizioni difficili, "abbiamo dovuto avvicinarci al relitto per depositare due campioni scientifici".
La vicenda della collisione è trapelata solo ora grazie alla testata inglese che ha avuto accesso ai documenti relativi a un procedimento penale in corso negli Stati Uniti. In ballo c'è il futuro del Titanic e il recupero di alcuni importanti manufatti che rischiano di scomparire per sempre nelle profondità atlantiche. L'americana Rms Titanic Inc, dal 1994 l'unica entità legalmente autorizzata a rimuovere oggetti dal sito, sta cercando di ottenere il permesso da un giudice di un tribunale della Virginia per raggiungere e riportare in superficie il telegrafo Marconi definito la "voce del Titanic". Il congegno da cui partirono gli ultimi tragici Sos del transatlantico ferito dall'iceberg. Non si tratta di un'immersione esplorativa come le altre: per portare a termine la missione, un sofisticato sottomarino dovrebbe raggiungere il relitto e "scoperchiare" il tetto del ponte.
L'agenzia meteorologica statunitense, la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), responsabile della protezione dei relitti che giacciono in profondità, si è opposta a questo intervento. La Rms Titanic Inc, nel corso di questa vicenda legale, ha anche accusato l'agenzia americana e la Eyos Expeditions di avere nascosto per mesi la notizia dell'incidente, il primo di cui si ha traccia da quando nel 1985 fu scoperto il relitto del Titanic.
Il Titanic era salpato dal porto inglese di Southampton il 10 aprile 1912. I 1.317 passeggeri (più gli 885 membri dell'equipaggio) sarebbero dovuti arrivare sette giorni dopo a New York. Il naufragio, avvenuto a circa 596 chilometri a sud di Terranova, in Canada, costò la vita a oltre 1.500 persone.
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