Sfuma il progetto museo, addio al Vittorio Veneto
Presto un bando di gara per alienare il bene e avviarlo a demolizione
L'incrociatore Vittorio Veneto è stato per 50 anni a Taranto, sarà rottamato. Si pensava di renderlo un museo ma ci vorrebbero ingenti risorse
di Maristella Massari
19 Maggio 2018
L’incrociatore Vittorio Veneto si prepara a lasciare definitivamente Taranto, la città che ha fatto per 50 anni da casa all’unità navale della Marina Militare.
Dopo la dismissione, avvenuta nel 2006, la nave sarà alienata perché si proceda alla sua demolizione. A dare l’annuncio, ieri mattina, è stato l’ammiraglio di divisione Salvatore Vitiello, al termine dell’annuale «Giornata del Personale Civile dell’Amministrazione della Difesa» che si è tenuta in Arsenale. Sono state consegnate 23 medaglie d’oro, 121 medaglie d’argento e 44 medaglie di bronzo e i diplomi di servizio in onore ai lavoratori che hanno tagliato rispettivamente il traguardo dei 40, 30 e 20 anni di servizio nell’amministrazione.
«Lo Stato Maggiore della Marina sta preparando un bando e si indirà una gara d’appalto come si è fatto già in occasione delle altre unità navali».
Gli esperti del settore, in questo campo, sono i turchi. La nave, com’è noto, ha diversi vincoli legati alla presenza di amianto in alcuni locali. L’impresa che si aggiudicherà l’appalto deciderà anche il luogo in cui portare il prestigioso incrociatore e procedere al suo smantellamento. Difficilmente questa operazione potrà essere effettuata a Taranto. La nave, che dal 2006, non solo non appartiene più alla Marina ma è stata anche radiata dal registro navale, potrebbe dunque dover attraversare ancora una volta - questa sì che sarà l’ultima - il canale navigabile.
Per musealizzare il Vittorio Veneto, ipotesi battuta per quasi 15 anni senza successo, ci vorrebbero - secondo i dati forniti qualche anno fa dalla Fondazione Michelagnoli -, ci vorrebbero 20 milioni di euro. A Taranto - fin qui - è mancata la forza di innovare, fiaccata com’era da una buona dose di inefficienza e incapacità. Soprattutto della politica.
«Si sta pensando di studiare bandi di gara, a livello di Stato Maggiore - ha concluso l’ammiraglio Vitiello -, per avviare progetti di musealizzazione di unità navali quando sono ancora operative, prima della loro dismissione. In maniera che sia più semplice la gestione successiva della nave».
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