Nave Vespucci e Luna Rossa di nuovo insieme

Due eccellenze italiane hanno incrociato le prue nelle acque di Cagliari

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29 maggio 2023 Nucleo PI

CAGLIARI, 27 MAGGIO 2023 - A distanza di oltre vent’anni dallo storico incontro in Nuova Zelanda, nave Amerigo Vespucci e Luna Rossa, il veliero della Marina militare e il team che rappresenterà l’Italia alla 37^ America’s Cup, hanno incrociato nuovamente le prue.

Nel 2002, infatti, mentre Luna Rossa Prada Pirelli si accingeva a disputare la sua seconda Coppa America ad Auckland (con il monoscafo appartenente all’America’s Cup Class), la nave scuola della Marina faceva tappa nella città neozelandese durante la sua prima circumnavigazione del globo. In quell’occasione, davanti a migliaia di fan e alle televisioni collegate per seguire l’evento più antico nella storia dello sport, le due imbarcazioni si diedero appuntamento nel Golfo di Hauraki.

Oggi, per celebrare l’anniversario dell’incontro tra due realtà ambasciatrici dell’Italia nel mondo, il prototipo del team Luna Rossa Prada Pirelli ha navigato fianco a fianco con la nave scuola della Marina Militare nelle acque antistanti il molo Ichnusa di Cagliari.

"Incrociare il Vespucci è sempre emozionante", ha detto Max Sirena, Skipper e Team Director di Luna Rossa Prada Pirelli. "Luna Rossa e la nave scuola della Marina Militare sono due icone della vela italiana e nonostante le differenze in termini di età, tipologia e concezione, rispondono alle medesime leggi del mare e del vento. La prima volta ci siamo incontrati ad Auckland, durante la 31^ edizione di Coppa. Oggi, a distanza di oltre 20 anni, ci siamo dati appuntamento alla nostra base di Cagliari per un’altra veleggiata insieme e per farci reciprocamente "in bocca al lupo", in vista di due importanti eventi ormai prossimi: la 37^ America’s Cup per Luna Rossa Prada Pirelli e il giro del mondo per il Vespucci".

"Auguro buon vento e mari calmi a Luna Rossa per la prossima sfida", dichiara il Comandante di Nave Vespucci, Capitano di Vascello Luigi Romagnoli: "La Marina Militare e Luna Rossa si stanno preparando per due sfide che affondano le radici nel mito della marittimità, Il giro del mondo e l’America’s Cup. Li affronteremo su due vascelli estremamente diversi ma così ugualmente unici nel loro genere, l’Amerigo Vespucci e l’imbarcazione America’s Cup del team Luna Rossa. Ci accomunano la stessa dedizione, professionalità e spirito di gruppo, oltre al rispetto per il mare e per le sue regole. L’Equipaggio del Vespucci farà senza dubbio il tifo per loro".

Alcuni velisti di Luna Rossa Prada Pirelli si sono imbarcati sul Vespucci e, sotto gli ordini del Comandante, Capitano di Vascello Luigi Romagnoli, hanno provato il fascino della navigazione tradizionale, dove le manovre sono ancora condotte con le modalità dei vascelli di linea del XIX secolo.

Terminato l’evento celebrativo, il prototipo è tornato nell’hangar a prepararsi per prossimi giorni di navigazione, mentre il Vespucci, dopo la sosta in porto a Cagliari, riprenderà il largo in vista del giro del mondo (partenza 1 luglio 2023) che 21 anni dopo quello che lo condusse in Nuova Zelanda, porterà il suo equipaggio e i suoi allievi in 32 destinazioni diverse nei 5 continenti per una durata complessiva di 20 mesi, coniugando la tradizionale attività formativa con la cooperazione e promozione dell’immagine del paese, dell’eccellenza del made in Italy e dei suoi prodotti simbolo.

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Campagna in Indopacifico: Nave Francesco Morosini alla LIMA23

In Malesia la partecipazione al Langkawi International Maritime and Aerospace Exhibition 23 (LIMA23) parlando di tecnologia e sviluppo nel settore marittimo e aerospaziale tra le marine e le culture di tutto il mondo

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29 maggio 2023 Marco De Corso

E’ il suggestivo paesaggio di Langkawi, in Malesia, a fare fa da sfondo alle oltre 40 unità navali e numerosi assetti aerei provenienti da tutto il mondo in occasione della Maritime and Aerospace Exhibition LIMA23 dal 23 al 28 Maggio scorso. In quella che è una delle più prestigiose esposizioni al mondo dell’industria marittima e aerospaziale, Nave Morosini, con le sue iconiche forme e caratteristiche, testimonia l’eccellenza della cantieristica navale italiana e lo sviluppo tecnologico perseguito della Marina Militare e, allo stesso tempo, con il suo equipaggio, rappresenta la cultura italiana nel mondo, quale appendice di un sistema paese in movimento che nel mare individua crescita, progresso ed opportunità.

Numerosi sono stati gli eventi che hanno coinvolto la nave ed il suo equipaggio, a testimonianza della vicinanza di tutti gli attori che concorrono alla missione di Nave Morosini e dell’interesse rivolto dalle marine estere nei confronti della Marina Militare e dell’industria nazionale.

La sosta a Langkawi, iniziata con la visita del Vice-Ministro dell’Infrastrutture dei trasporti On. Edoardo Rixi ha ribadito quale sia l’attenzione dell’Italia in un area dalla crescente rilevanza geopolitica e come anche nell’innovazione tecnologica militare ci sia un’opportunità per il nostro Sistema Paese. Le numerose visite a bordo delle autorità politiche della Malesia tra cui il Ministro della Difesa, Dato' Seri Utama Mohamad Bin Haji Hasan, il Ministro dell’Interno, Datuk Seri Saifuddin Nasution bin Ismail, e il Vice Primo Ministro, H.E. Dato Sri Haji Fadillah bin Haji Yusof , così come i sultani delle regioni del Perak, del Perlis e del Kedah hanno contribuito a dare lustro alla nostra tecnologia nel contesto della LIMA23 e a prendere consapevolezza dell’attenzione che questa parte del mondo rivolge al nostro paese.

Ma la LIMA23 non è stato solo questo. E’ stata confronto, dialogo, opportunità di crescita e condivisione culturale, in una commistione di eventi che si sono sviluppati sia nelle strutture del salone espositivo che nella città di Langkawi. Occasioni come la partecipazione alla Naval Engineering Conference o le quotidiane OPSO Discussions hanno infatti riunito gli Ufficiali di tutte le navi partecipanti all’evento, consentendo loro di affacciarsi ai progressi tecnologici che caratterizzano le nuove costruzioni navali in ambito internazionale e di confrontarsi su metodologie e procedure operative replicate, poi, anche in mare l’ultimo giorno, in una serie di manovre cinematiche a difficoltà crescente.

La cerimonia conclusiva dell’evento, concretizzata nel Fleet and Food Festival , ha chiuso infine il sipario sui 5 giorni di intensa attività attraverso un evento culturale nel quale ogni equipaggio si è reso protagonista nell’illustrare la propria cultura e le proprie tradizioni culinarie ricordando come solo il mare, filo conduttore dell’evento, unisca popoli, culture, storie e tradizioni differenti.

Nave Morosini, unica nave europea all’evento, ha saputo apprezzare il valore della manifestazione, recependo il significato e l’opportunità della propria missione, che si concretizza, giorno dopo giorno, e in ogni minimo particolare, nel dare risalto alla propria azione diplomatica e di rappresentanza della nazione nell’area dell’Indopacifico.

Prora verso nuovi paesi e sguardo fiero verso nuovi orizzonti tenendo alta la bandiera dell’Italia nel mondo.

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Convegno “Le vie dell’Acqua: nuovi spazi economici e strategici per l’Italia nel mare”

Marina Militare e Confindustria a bordo della Portaerei Cavour

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8 maggio 2023 Redazione WEB

Incontri e confronti su economia del mare e interessi strategici nazionali.

Si è svolto stamattina a bordo della Portaerei Cavour, ormeggiata nel porto di Civitavecchia, il convegno “Le vie dell’Acqua: nuovi spazi economici e strategici per l’Italia nel mare”.

L’evento, che rientra in un percorso di collaborazione tra Confindustria e Marina Militare, sancito lo scorso dicembre con la firma di un Protocollo d’Intesa, è il primo di una serie di appuntamenti. L’obiettivo è quello di rilanciare la cultura marittima attraverso un confronto costante su tematiche di assoluta rilevanza per l’economia nazionale tra cui la sicurezza della navigazione e del trasporto merci, dei passeggeri e dei dati informatici, coinvolgendo il mondo della logistica e dell’industria, allo scopo di individuare e sviluppare sinergie e percorsi virtuosi comuni per imprimere impulso all’economia del nostro Paese.

Sicurezza e tecnologia navale, centralità delle vie di comunicazione dell’area del Mediterraneo, capienza dell’indotto legato all’economia del Mare, apporto economico positivo dell’export nazionale, riarmo in termini navali dei Paesi come Egitto e Algeria, aumento considerevole della flotta russa nel Mediterraneo e nel Mar Nero, ed Esercitazione Mare Aperto 23-1. Questi alcuni dei temi di rilevanza nazionale ed internazionale sui quali si sono focalizzati gli interventi dei relatori.

I lavori odierni - aperti dal Capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino e chiusi con l’intervento del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi – hanno visto, altresì, la partecipazione dell’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis Comandante in Capo della Squadra Navale, di Pasquale Lorusso vicepresidente di Confindustria con delega all’Economia del Mare e di Paolo Sellari della Sapienza Università di Roma.

Hanno, invece, preso parte alla tavola rotonda sul tema “Il mare, l’industria e l’attività della Marina Militare”- moderata dal giornalista Davide Parenzo – Furio Bragognolo Presidente Pastificio Pasta Zara, Giuseppe Ricci Direttore Generale Energy Evolution Eny, Mario Mattioli presidente Confitarma, Mario Gerini Presidente Confindustria La Spezia, Sergio Cappelletti Presidente del Gruppo di Lavoro Subacquea AIAD, Cristiano Dionisi Presidente Unindustria Civitavecchia. 

Il convegno, trasmesso in diretta su YouTube, può essere rivisto tramite il seguente link

 

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Per chi suona la campana: un accessorio di bordo ancora pieno di fascino

Dal sito Ocean4future la storia della campana di bordo

 attrezzatura nautica Vittoriale degli italiani Regia nave Puglia Campana di bordo

Alla voce “Campana, il Vocabolario Marinaresco edito dalla Lega Navale Italiana nel 1932 citava categoricamente: “Sulle navi non si usano orologi con suoneria automatica. Le ore si suonano mediante le campane, nel modo convenzionale indicato alla voce “battere”. Questi segnali orari hanno molta importanza per il cambio delle guardie dii coperta e di macchina, e per i turni dei vari servizi (timone, vedette). Le medesime campane si usano per i segnali nebbia quando la nave è all’ancora, e per dare l’allarme in caso d’incendio a bordo. Chiunque si accorga di un principio d’incendio ha l’obbligo di correre alla campana e di suonarla a stormo”.  

Campana, un nome italiano

Il nome italiano, Campana, deriva da Campania, che è storicamente la regione italiana nella quale venivano fuse le campane in origine. Usate in antichità per compiti religiosi, nel tempo furono adottate dalle navi diventando parte delle tradizioni delle marine e delle flotte mercantili del mondo sia per usi funzionali che cerimoniali. Una delle prime menzioni registrate della campana di una nave fu sulla nave britannica Grace Dieu intorno al 1485. La prima campana incisa mai recuperata dal mare appartiene ad una nave portoghese della flotta di Vasco de Gama, naufragata al largo dell’Oman, datata 1498. Circa dieci anni dopo, un inventario della nave inglese Regent elencò due “wache bells” ovvero campane per il servizio di guardia.

Un accessorio non solo navale con una lunga storia

La campana viene realizzata in ottone o bronzo (le migliori erano fuse con una lega all’80% di rame e per il 20% di stagno).  La parte superiore è detta Testata e appena al di sotto troviamo il Ventre, all’interno troviamo l’Ansola, alla quale viene appeso il Batacchio che, battendo contro la struttura interna, la fa risuonare. Per facilitare il procedimento dal battacchio pende l’unica corda presente su una unità navale, a significare che per i marinai il resto sono cavi, gomene, stroppi, cime, sagole, messaggere, drizze, etc.

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Il nome della nave è sempre inciso sulla testata della campana con l’anno del varo e, qualche volta, il nome del cantiere dove era stata costruita, fattori che consentono spesso di poter risalire al nome del relitto – autore Hammersfan – File:HMS Cavalier ship’s bell.jpg – Wikimedia Commons

Se il nome di una nave veniva cambiato, la tradizione marittima imponeva che la campana originale rimanesse a bordo. Quando inviata in disarmo la campana veniva (e viene) smontata e conservata in una sede di rispetto.  

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Specifiche tecniche delle campane della USN – dal Naval Artificers Manual, 1918 The Ship’s Bell (navy.mil)

Utilizzate per segnalare, tenere il tempo e suonare gli allarmi, le campane sono da sempre una parte importante della routine di bordo e della prontezza operativa di una nave. Prima dell’avvento del cronometro, il tempo in mare veniva misurato dal rivolo di sabbia attraverso una clessidra di mezz’ora. Uno dei mozzi della nave aveva il compito di sorvegliare la clessidra e di girarla quando la sabbia era finita. Dopo aver girato la clessidra, il marinaio addetto suonava la campana come conferma di aver effettuato tale operazione.

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Clessidra di bordo per misurare i periodi di servizio – autore © Marie-Lan Nguyen / Wikimedia Commons – CC-BY 2.5 File:Marine sandglass MMM.jpg – Wikimedia Commons

L’uso di suonare la campana per regolare la vita di bordo si è evoluto nel tempo; gli equipaggi, avendo turni da quattro ore, tenevano il tempo grazie al suono della campana fatta risuonare con un tocco ogni mezzora.  Questo uso ancora esiste a bordo delle navi scuola come il Vespucci, dove marinai ed allievi si adeguano al suono per i cambi della guardia, nonostante nel tempo sulle unità maggiori le campane sono state sostituite dagli avvisi per interfono.  A differenza delle campane dei campanili, il cui suonare era legato all’ora calcolata dagli orologi, questo per lungo tempo non fu possibile in mare. Semplicemente le navi non avevano orologi e nella loro navigazione attraversavano fusi orari diversi, cosa che scombinava non poco la vita di bordo. Il tempo veniva calcolato con la rotazione di clessidre di mezz’ora, affidate a giovani ufficiali o marinai, che dovevano ad ogni rotazione battere un tocco di campana. 

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Foto e libro di @andrea mucedola

Sempre sul Vocabolario Marinaresco della Lega Navale Italiana, alla voce battere, in merito a suonare le ore con la campana di bordo si legge: “ Batti otto. E’ l’ordine di suonare il mezzogiorno , quando se ne è determinato l’istante a mezzo di un’osservazione del sole. Si dice in quel modo perché a bordo le ore, il cui numero è multiplo di quattro, si indicano tutte con un sol gruppo di quattro tocchi doppi di campana; le ore comprese tra le suddette si suonano rispettivamente con uno , due e tre tocchi doppi, e le mezze ore aggiungendo un tocco semplice.

Nella marina britannica, nel 1797 avvennero due seri ammutinamenti nelle acque inglesi, Spithead e Nore, che coinvolsero simultaneamente molte navi. Dopo quello avvenuto a Nore (nei pressi del Tamigi che ebbe un esito molto più cruento) avvenuto alle 18:30 in contemporanea con il segnale di cambio guardia (per cui erano previsti 5 tocchi di campana), le navi britanniche cambiarono allo stesso orario il numero di tocchi da 5 a 1 (prima era 2 2 1 poi 1 dove 2 è sono due tocchi ravvicinati e 1 un singolo tocco). 

Come rifasavano il tempo sulle navi? 

Ricordo che un tempo sulle navi il mezzogiorno era calcolato dall’ufficiale di rotta con l’osservazione del passaggio del sole allo zenith (mezzogiorno vero); in navigazione, per suddividere equamente lo sforzo, l’equipaggio di bordo era organizzato in squadre di ugual numero di elementi che si alternavano ogni quattro ore seguendo il tempo misurato sulla base della rotazione delle clessidre.

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Osservazione con il sestante – un allievo dell’Accademia della Guardia costiera degli Stati Uniti si esercita all’uso del sestante durante una sessione di addestramento serale a bordo della nave della Guardia Costiera degli Stati Uniti Eagle il 13 settembre 2012 – Foto della Guardia Costiera degli Stati Uniti – allievo ufficiale di 1a classe Lauren JorgensenOfficer Candidates Aboard Barque Eagle (8147716536).jpg – Wikimedia Commons

Sebbene i turni fossero di quattro ore, a volte, nelle ore pomeridiane e serali, i turni potevano essere ridotti per consentire all’equipaggio di spezzare il ritmo di turnazione. Ancora oggi, sulle navi, specialmente quelle militari, si applicano due turni brevi di guardia in navigazione, della durata di due ore (dalle 16 alle 18 il primo e dalle 18 alle 20 il secondo) detti gaettone, dal termine veneziano gaetón, da guaita ovvero «guardia» (in ambito anglosassone dog watch).

Tra le tante curiosità, alla mezzanotte del capodanno in alcune marine si usava suonare le campane con 16 tocchi, otto per il vecchio e otto per il nuovo anno. Il numero otto è curioso e veniva usato anche per la morte di un marinaio per indicare che era terminato il suo … turno. Ancora oggi nel gergo nautico anglosassone il termine eight bells viene talvolta usato nei necrologi come eufemismo per il decesso.

Una curiosità
Tradizionalmente, in alcune marine, la campana era mantenuta dal cuoco della nave. Sembrerebbe che questa tradizione nacque per permettere al cuoco di dormire un pò di più. In pratica il nostromo o chi di turno accendeva il fuoco nelle cucine in modo che fosse già pronto al risveglio del cuoco per preparare la colazione. In cambio, il cuoco si occupava della pulizia della campana della nave, dovere normalmente di competenza del nostromo. Oggigiorno, la manutenzione è affidata ai marinai incaricati del posto di lavaggio della parte della nave in cui si trova la campana.

Oltre a richiamare il cambio delle ore, il suono della campana di una nave era usato come segnale di avvertimento per altre navi in condizioni di scarsa visibilità e nebbia. Nel 1858, i regolamenti navali britannici resero obbligatoria questa funzione importante di avviso, assolutamente necessaria in epoche in cui, in caso di nebbia le navi navigavano alla cieca nella nebbia. Con le prime reti interfoniche l’utilizzo della campana viene ancora impiegato per le segnalazioni in caso di nebbia. Oggi la presenza delle campane a bordo non è solo un fatto di tradizione; il Regolamento Internazionale per prevenire gli abbordi in mare, firmato a Londra il 20 Ottobre 1972, prevede (Regola 33) che “una nave di lunghezza uguale o superiore a 12 metri deve essere provvista di un fischio o di una campana” e circa i segnali sonori in condizioni di visibilità ridotta (Regola 35) stabilisce che “una nave all’ancora deve ad intervalli non superiori ad un minuto suonare la campana rapidamente per circa 5 secondi. Su una nave di lunghezza uguale o superiore a 100 metri la campana deve essere suonata a prora ed immediatamente dopo il suono della campana deve essere suonato rapidamente nella parte poppiera della nave. Questo vale anche se sono disponibili sistemi radar asserviti a sistemi di navigazione moderni.

Nelle marine veliche, la campana poteva essere usata anche per annunciare l’arrivo a bordo di persone di riguardo

Oggi questa usanza è ancora presente sulle navi militari dove, l’arrivo o la partenza degli Ufficiali è salutata con il fischio o meglio con un numero di fischi e trilli legato al grado del personaggio. L’ordine è composto dal numero dei “fischi” e dal termine banda che indica il lato della nave, dritta e sinistra, un ordine che indicava nella marina velica anche il numero di persone chiamate per dare gli onori.

Ancora oggi gli onori sono dati secondo la regola che maggiore è il grado/livello, maggiore è il numero di “fischi”:

DUE ALLA BANDA, per gli Ufficiali fino al grado di Tenente di vascello e rispondenti gradi/livelli sia militari sia civili;

QUATTRO ALLA BANDA, per gli Uff/li fino al grado di Capitano di vascello e rispondenti gradi/livelli sia militari sia civili;

SEI ALLA BANDA, per gli Uff/li da Contrammiraglio fino al grado di Ammiraglio di Squadra e rispondenti gradi/livelli sia militari sia civili;

OTTO ALLA BANDA, per la Bandiera Nazionale/Navale, per i Capo di Stato, per il SS Sacramento e per i Caduti.

Ma questa è un’altra storia, torniamo alle campane di bordo.

Come fonte battesimale

Alla nascita di un bambino, sulle navi passeggere che attraversavano gli oceani, era consuetudine battezzarlo sotto la campana della nave; spesso veniva temporaneamente rimossa dalla sua sede ed utilizzata come ciotola per l’acqua santa. Una volta completato il battesimo, il nome del bambino veniva poi registrato sul diario di bordo (giornale di chiesuola). Sembra che questa usanza anglosassone ebbe origine nella marina britannica e ancora oggi in questo importante giornale sono trascritti tutti gli eventi della nave: dalle rotazioni delle guardie, alle condizioni del mare e del vento, ai cambiamenti di rotta e di velocità nonché le attività particolari che avvengono sulla nave. Il giornale di chiesuola, dopo il disarmo di una nave militare, viene conservato negli archivi della Marina, essendo considerato a tutti gli effetti un documento ufficiale.

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La quasi centenaria campana di Nave Vespucci – fonte https://web.archive.org/web/20161018024132/http://www.panoramio.com/photo/42631728 – autore il Direttore – Campana dell’Amerigo Vespucci – panoramio.jpg – Wikimedia Commons

Sebbene molte di queste tradizioni non siano più seguite, la campana navale non ha perso il suo fascino e i suoi tocchi ci richiamano ancora quei tempi, non poi così lontani, in cui l’Uomo iniziava a solcare gli oceani alla ricerca di prosperità e di avventura.

Andrea Mucedola

in anteprima, la campana della Regia Nave Puglia. Dopo un’intensa attività operativa, il Puglia, nel 1923, dopo essere stato posto in disarmo e radiato, venne donato dalla Regia Marina italiana a Gabriele d’Annunzio: la prua e gran parte delle sovrastrutture vennero quindi trasferite nel parco del Vittoriale degli italiani, a Gardone Riviera sulla sponda bresciana del lago di Garda, simbolicamente rivolti verso l’Adriatico. – autore della foto Ysogo – Vittoriale degli italiani – Regia nave Puglia – Campana di bordo.jpg – Wikimedia Commons

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

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Nave Alghero e nave Viareggio in visita al “Memorial Acorazado Roma”

Il museo allestito nell’Isla del Rey (Minorca) in ricordo dei superstiti della nave da battaglia Roma

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5 maggio 2023 Martina Tricoli

Nave Viareggio e nave Alghero tra il 30 aprile e il 1 maggio hanno fatto sosta nel Porto di Mahon, in attesa dell'inizio dell'esercitazione annuale SPANISH MINEX, a guida spagnola ed incentrata sulle operazioni di contromisure mine. nave Alghero si trova attualmente inserita all'interno del dispositivo permanente di cacciamine della NATO, mentre nave Viareggio parteciperà alla medesima attività sotto la bandiera di EUROMARFOR, iniziativa europea che raccoglie le marine di Francia, Italia, Portogallo e Spagna.

In occasione della sosta, a quasi ottant'anni di distanza dal tragico affondamento della nave da battaglia Roma, gli equipaggi dei due Cacciamine, accompagnati dal Sig. Mario Cappa membro dell'Associazione “Menorcamica" ed appassionato divulgatore di questa dolorosa pagina della storia navale italiana, hanno reso omaggio ai marinai caduti nel settembre 1943, conseguentemente ad un violento attacco aereo portato da velivoli dell'aeronautica tedesca con lo sgancio delle prime bombe radioguidate. Due bombe colpirono la nave: la prima nella zona poppiera dell'unità, all'altezza delle torri antiaeree del lato dritto, che attraversò lo scafo causando una falla ed esplose sott'acqua; la seconda colpì invece l'unità a prora, in corrispondenza della torre sopraelevata da 381 mm, causando la deflagrazione delle cariche di lancio del deposito munizioni di prora. I danni conseguenti causarono in meno di 20 minuti l'affondamento del Roma, nel Golfo dell'Asinara. 1.393 marinai dell'unità persero la vita. I superstiti, recuperati dalle unità navali  inviate in loro soccorso, furono 622. Trecento di questi furono sbarcati a Mahon dove ricevettero soccorso presso il locale ospedale navale sito sull'Isola del Rey. L'ospedale, costruito nel 1711 è stato successivamente convertito nel “Memorial Acorazado Roma", un bellissimo museo curato dall'Associazione, che permette ai visitatori di consultare immagini, documenti e cimeli dei marinai italiani, e che conserva alcuni reperti della nave da battaglia, il cui relitto è stato individuato nel 2012. Al termine della visita, gli equipaggi di nave Alghero e nave Viareggio hanno commemorato i marinai della corazzata Roma deponendo una corona di fiori dinanzi al monumento ai caduti presente nel Memorial.

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Apertura straordinaria di Palazzo Marina In notturna per “La Notte dei Musei” e concerto della Banda della Marina Militare

I visitatori saranno accompagnati alla scoperta delle meraviglie ospitate nella sede dello Stato Maggiore della Marina

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10 maggio 2023 Redazione WEB

Sabato 13 maggio 2023 la Marina Militare parteciperà alla manifestazione “Notte dei Musei”, organizzata da Roma Capitale. Per l’occasione, dalle ore 20.00 alle ore 24.00, Palazzo Marina aderirà con un’apertura straordinaria in notturna.

I visitatori saranno accompagnati alla scoperta delle meraviglie ospitate nella sede dello Stato Maggiore della Marina, anche conosciuto come “Palazzo delle Ancore”, attraverso un percorso suggestivo che si snoderà tra il cortile d’onore, il monumentale Scalone d’onore che porta al Salone dei Marmi, i lunghi corridoi screziati dai marmi e l’elegante Biblioteca, con i suoi rivestimenti in legno e ricca di sistemi ingegnosi per prelevare dagli scaffali gli oltre 40 mila volumi preziosi, di cui molti manoscritti rari. Per l’occasione sarà presente il Centro Mobile Informativo della Marina Militare, bus multimediale allestito con tecnologia di ultima generazione.

Nel cortile antistante il Palazzo, dalle ore 20.30 alle ore 21.30, la Banda della Marina Militare eseguirà in concerto un repertorio di inni e di marce.

Le visite, così come il concerto, sono gratuite ed accessibili senza prenotazione. L’ingresso avverrà da Piazza della Marina (via Flaminia). Le persone con disabilità, per ricevere eventuale assistenza, potranno inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure contattare i seguenti recapiti telefonici 391 3318809/ 335 5699980.

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