Firmata convenzione tra Marina Militare e ISPRA per la tutela e il monitoraggio dei mari

Firmata convenzione tra Marina Militare e ISPRA per la tutela e il monitoraggio dei mari

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25 luglio 2023 Nucleo PI

Roma, 25 luglio - Si è tenuta nella mattinata di oggi, nel Salone dei Marmi di Palazzo Marina, la firma della convenzione attuativa fra la Marina Militare e l'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale. A siglare l'intesa il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, e il Direttore Generale di ISPRA, dottoressa Maria Siclari.

L'accordo formalizza la collaborazione tra i due istituti, in progetti, ricerche e studi inerenti la conoscenza e tutela dell'ambiente marino, anche nell'ambito del Piano Nazionale della Ricerca Militare, lo scambio di dati oceanografici relativamente alle attività di comune interesse e l'aggiornamento professionale del rispettivo personale.

Questo accordo è un esempio di come le eccellenze del Paese possano cooperare in un'ottica di planetary health. Importanti attività di monitoraggio ambientale, come quelle dell'inquinamento acustico dei mari, verranno condotte attraverso la rilevazione da parte dei sottomarini della Marina Militare" : queste le parole dell'ammiraglio Credendino rilasciate a margine della stipula della convenzione.

Nel sottolineare l'importanza di questa convenzione, il Direttore Generale di ISPRA, dottoressa Maria Siclari ha dichiarato: “La convenzione attuativa sul tema ampio e complesso del monitoraggio e valutazione del rumore sottomarino, rappresenta un elemento fondamentale nell'ambito della proficua collaborazione tra ISPRA e Marina Militare, che si articola su più livelli dal PNRR all'attuazione delle direttive comunitarie, Strategia Marina in primis".

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Ordinato dalla Marina Militare a Fincantieri un terzo sottomarino Nfs

Il valore di questa unità sarà di oltre 500 milioni di euro, compreso il relativo integrated logistic support, e la consegna prevista nel 2030

Nuovo sottomarino

REDAZIONE SHIPPING ITALY

Occar (Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement), l’organizzazione internazionale di cooperazione per gli armamenti, ha esercitato l’opzione per la costruzione del terzo sottomarino di nuova generazione relativo al programma U212NFS (Near Future Submarine) della Marina Militare assegnato a Fincantieri. Secondo quanto reso noto dallo stesso gruppo navalmeccanico l’unità ha un valore di oltre 500 milioni di euro, compreso il relativo integrated logistic support, e sarà consegnata nel 2030.

Lo sviluppo futuro del programma contempla ulteriori 160 milioni di euro per future attività supplementari o forniture di specifiche ulteriori capacità richieste dalla Marina Militare.

I sottomarini U212NFS saranno altamente innovativi, con significative modifiche progettuali tutte sviluppate autonomamente da parte di Fincantieri, che riveste il ruolo di Design Authority, in accordo ai requisiti della Marina Militare. Il programma risponde alla necessità di garantire adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel settore underwater e l’approssimarsi del termine della vita operativa delle 4 unità della classe Sauro attualmente in servizio. Serve inoltre a preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato da Fincantieri e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera, maggiori realtà industriali e piccole e medie imprese del comparto, perché sarà potenziata la presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria nazionale.

“I compiti che i sottomarini svolgono a favore della collettività sono molteplici” ricorda nella sua nota Fincantieri. “Quotidianamente i sottomarini della Marina Militare sono impegnati nella sorveglianza delle vie di comunicazione marittime e della dimensione subacquea, anche nell’ambito delle alleanze Nato e Ue. Un ruolo che assume sempre maggiore rilevanza alla luce degli interessi del Paese che risiedono sotto la superficie del mare, dalle risorse dei fondali alle infrastrutture subacquee energetiche e di comunicazione”.
 

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Arsenale addio? La Marina affida a Fincantieri e Leonardo il mantenimento delle condizioni operative di Cavour, Doria e Duilio

Un accordo da 190 milioni per 5 anni

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Orizzonte Sistemi Navali, la joint venture partecipata da Fincantieri e Leonardo con quote rispettivamente del 51% e del 49%, ha firmato, con la Direzione degli Armamenti Navali del Segretariato Generale della Difesa, l’accordo quadro di Mantenimento in Condizioni Operative per la portaerei Cavour e i cacciatorpediniere classe Orizzonte Andrea Doria e Caio Duilio della Marina Militare.

L’accordo ha un valore complessivo massimo di 190 milioni di euro e si esaurirà a fine 2028. Nei prossimi giorni è prevista la firma del primo contratto attuativo tra il prime contractor Osn e Navarm, a copertura dei primi due anni di servizio.

In particolare, le attività previste si riferiscono ai sistemi e apparati di piattaforma e del sistema di combattimento delle unità oggetto dell’accordo nel periodo 2023-2028, al fine di assicurarne il mantenimento delle condizioni operative e l’accrescimento del know-how del personale della Marina militare.

Fincantieri curerà le attività di supporto in servizio dei sistemi e apparati di piattaforma, tra cui l’apparato motore, il sistema di automazione, gli impianti di generazione elettrica e di condizionamento, gli organi di manovra e di propulsione, nonché gli elevatori per aeromobili di nave Cavour e il sistema di movimentazione elicotteri delle unità di classe Orizzonte.

Leonardo curerà tutti i sottosistemi afferenti al Sistema di Combattimento, sensori radar, Combat Management System, lanciatori e sistemi d’arma delle due classi di navi, presso le basi navali della Spezia e Taranto. I sottosistemi Leonardo interessati dalle attività di manutenzione ammontano a circa una cinquantina di apparati.

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I Samp-T e lo scudo antimissile: cosa succede all’arsenale italiano

Un interessante argomento dal sito INSIDEOVER

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21 LUGLIO 2023

Martedì 18 luglio, il direttore di Occar (Organizzazione Congiunta di Cooperazione in materia di Armamenti) Joachim Sucker e l’amministratore delegato di Eurosam Eva Bruxmeier hanno firmato il contratto di approvvigionamento di sistemi missilistici di difesa aerea a terra di nuova generazione Samp-T Ng per l’Aeronautica Militare Italiana.

L’Occar ha agito su delega del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti (Segredifesa) e la Direction Générale de l’Armement (Dga), accordandosi col consorzio italo-francese Eurosam composto sostenuta da Mbda Francia, Mbda Italia e Thales.

L’Aeronautica Militare sarà quindi dotata di Samp-T di nuova generazione equipaggiati con il radar Kronos Grand Mobile High Power (Gmhp) di Leonardo che è una versione potenziata del sensore precedente, progettata per soddisfare scenari operativi in continua evoluzione. Il radar multi-funzione e multi-missione Kronos Gmhp è di tipo Aesa (Active Electronically Scanned Array) e lavora in banda C concentrandosi principalmente sulla sorveglianza e la difesa aerea in ambienti terrestri e costieri. Il Samp-T Ng rientra nel programma Fsaf-Paams (Famille des systèmes Surface-Air Futurs – Principal Anti Air Missile Systems) in fase di sviluppo tra Italia, Francia e Regno Unito per la composizione di un’architettura da difesa aerea composita in grado di esprimere difesa antimissile e antiaerea con capacità antibalistiche che, in Italia, soddisfi le esigenze operative di Esercito e Marina e sia in grado di contrastare le minaccia prevedibili almeno fino al 2030. Partecipano a questo programma anche la Marina Militare e l’Aeronautica francese insieme alla Royal Navy britannica.

Lo sviluppo del Samp-T Ng è stato avviato nel 2021 in collaborazione tra Francia Italia, prevedendo il potenziamento del sistema missilistico originale in servizio dal 2010. Questa nuova versione si basa sul missile Aster-30 Block 1 Nt (Nuova Tecnologia) di Mbda che vede la presenza di un nuovo seeker e un nuovo computer. Il lanciatore è stato aggiornato e così anche il già citato radar, che per la Francia sarà il Ground Fire 300 di Thales. Il modulo di comando e controllo comune sarà basato su un aggiornamento dell’architettura software di comando e controllo aperta e avrà una connettività migliorata. Il Samp-T Ng avrà capacità di difesa terra-aria a lungo raggio in grado di offrire una portata di sorveglianza di oltre 350 chilometri e una di intercettazione di oltre 150. Secondo quanto rilasciato da Mbda, potrà operare in un denso ambiente aereo civile in cooperazione con velivoli militari venendo pienamente integrato nelle reti di difesa aerea. Sarà capace di contrastare minacce emergenti e future multiformi come missili ipersonici, missili balistici con possibilità di manovra, veicoli di rientro di missili balistici a medio raggio (Mrbm), missili da crociera ad alta velocità, Uav (Unmanned Air Vehicle) e velivoli altamente manovrabili anche in uno scenario di attacco di saturazione e in un ambiente informatico contestato.

La firma del contratto fa seguito all’ordine effettuato direttamente dal ministro della Difesa Guido Crosetto e dal suo omologo francese Sébastien Lecornu dello scorso 27 gennaio. Allora erano trapelati dettagli molto generici che riferivano di 700 missili Aster-30 per un valore complessivo di due miliardi di euro, generando in Italia speculazioni giornalistiche – senza fondamento – di un loro invio in Ucraina stante la decisione di Parigi e Roma di spedire una batteria di Samp-T a Kiev per rinforzare le capacità di difesa aerea. Già allora questa voce appariva senza senso, come anche quella che riferiva del deterioramento delle capacità di difesa aerea nazionali a causa dell’invio del Samp-T in Ucraina: i piani italiani di acquisizione prevedono da tempo di potenziare il complesso di difesa aerea con nuove batterie, inoltre gli stessi allarmi non erano stati sollevati quando il nostro Paese ha schierato un Samp-T dell’Esercito in Turchia a difesa dei suoi confini meridionali nell’ambito dell’operazione Nato “Active Fence” dal giugno 2016 al dicembre 2019, sottolineando quindi come si sia trattato di un allarmismo fazioso.

Attualmente si ritiene che la Francia disponga di nove batterie di Samp-T, mentre l’Italia di cinque, tutte in forza presso il Quarto Reggimento artiglieria contraerea di Mantova insieme ad una batteria per finalità addestrative, pertanto a queste andranno ad aggiungersi quelle dell’Aeronautica Militare dotate della versione Ng del vettore. Come da Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa (2021-2023), infatti, il nostro Paese ha previsto il rinnovamento e il potenziamento delle capacità della difesa aerea e missilistica nazionale con l’aggiornamento allo standard Samp-T Ng delle batterie esistenti dell’Esercito e con l’acquisizione di cinque nuove batterie della versione Ng per l’Aeronautica. Ancora non sono stati resi noti i dettagli della commessa, come le tempistiche di consegna e il numero esatto di vettori/lanciatori che potrebbero essere diversi rispetto a quanto stabilito dal Dpp 2021-2023.

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Oltre il 30% dei sottomarini d'attacco statunitensi fuori servizio - Gli Stati Uniti sono in perdita contro la Cina

Oltre il 30% dei sottomarini d'attacco statunitensi fuori servizio - Gli Stati Uniti sono in perdita contro la Cina

Sottomarini statunitensi

 
L'elevato numero di jet da combattimento che non sono pronti per il combattimento non è l'unico problema dell'esercito statunitense. Anche la difficile situazione dei sottomarini d'attacco è un problema per il Ministero della Difesa.

Ecco cosa sappiamo

La Marina statunitense ha dichiarato che 18 dei 49 sottomarini d'attacco sono stati messi fuori servizio e sono in fase di riparazione. Ciò significa che il servizio non è in grado di utilizzare il 37% dei suoi sottomarini a fronte di un obiettivo del 20%.

Il comando ha poi fornito dati aggiornati che mostrano che alla fine del mese scorso i lavori di manutenzione erano ancora in corso su 16 dei 49 sottomarini. Il 32% è ancora ben al di sopra dell'obiettivo. Questa situazione pone gli Stati Uniti in una posizione di grave svantaggio nei confronti della flotta dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese, numericamente superiore.

I problemi hanno ridotto significativamente il numero di sottomarini a propulsione nucleare degli Stati Uniti. Questo limita la capacità della Marina statunitense di svolgere le missioni quotidiane e le impedisce di aumentare il carico di lavoro operativo dei sottomarini in servizio.

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Nel 2017, il tasso di sottomarini fuori servizio era del 28%. Cinque anni dopo, è salito al 33%. Al contrario, l'anno migliore in termini di prontezza al combattimento per la Marina statunitense è stato il 2015, quando solo il 19 percento dei sottomarini d'attacco (10 unità su 53) era in riparazione.

Il Dipartimento della Difesa statunitense considera le forze sottomarine come un vantaggio chiave rispetto alla Marina cinese. È importante notare che tutti i sottomarini della classe Ohio sono in stato operativo.

Questi particolari incrociatori missilistici strategici sono i vettori dei missili balistici intercontinentali Trident II con testate nucleari. Inoltre, la classe Ohio comprende un quartetto di sottomarini a propulsione nucleare con missili da crociera Tomahawk.

Fonte: Bloomberg

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Taranto: Arsenale, lo spettro della privatizzazione

Taranto: Arsenale, lo spettro della privatizzazione

arsenale taranto

 

“Il concorso di 315 tecnici indetto esclusivamente per l’Arsenale di Taranto è stato un fiasco, in quanto risulterebbero idonei e potranno essere assunti circa 130/135 unità. Un risultato inadeguato e insoddisfacente per il più grande stabilimento militare del Ministero della Difesa”. Lo scrivono in una nota Grazia Albano (FP Cgil), Umberto Renna (Cisl FP) e Gaetana Pisarra (Uil PA).

”A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca – continuano i sindacalisti -: che questo fiasco sia cercato e non casuale? Che forse il fallimento non sia dovuto all’impreparazione dei candidati o all’inadeguatezza della commissione? Che ci sia la volontà di qualcuno di esternalizzare le attività della Difesa spostandole verso altri lidi? Potrebbero sembrare parole infondate, ma l’accordo stipulato nei giorni scorsi tra il Ministero della Difesa e la joint venture Orizzonti Sistemi Navali, che comprende Leonardo e Fincantieri, per la manutenzione delle nuove unità navali come la Portaerei “Cavour” e i Cacciatorpediniere “Andrea Doria” e “Caio Duilio”, qualche dubbio lo alimenta.

”Forse c’è la volontà di qualcuno di spingere le lavorazioni lontano dall’Arsenale pregiudicando la sua efficienza, riducendola a stazione appaltante, compromettendo l’esistenza della maggior parte degli insediamenti militari della Difesa che, hanno ragione di esistere grazie all’operatività dell’Arsenale. Senza interventi mirati e consistenti è a rischio la presenza stessa della Marina Militare a Taranto”, continuano Albano, Renna e Pisarra.

Gli insediamenti militari del Ministero della Difesa si intrecciano da 134 anni con il tessuto sociale tarantino, hanno rappresentato un motore trainante per l’economia locale, condizionandone la crescita demografica e lo sviluppo paesaggistico. La città, cedendo i propri spazi alla Marina Militare, è diventa un punto strategico del Mediterraneo e sede più importante dell’intera flotta navale italiana. Dirottare le manutenzioni verso la grande impresa, significa diminuire cospicuamente anche le chance per i lavoratori dell’indotto locale, molti dei quali già oggi sono in cassa integrazione e a breve, se non si troveranno idonee soluzioni, saranno disoccupati”, aggiungono.

“È da anni che il Sindacato si affanna a cercare di far comprendere che per le ricadute economiche e la sicurezza del Paese, è strategico avere un Arsenale pubblico che, pur avvalendosi della collaborazione del privato, funga da calmiere dei prezzi, in caso di esternalizzazioni delle attività; dotarsi di personale qualificato si sottolinea che significa, non solo contribuire all’economia locale, ma assicurarsi una propria autonomia manutentiva e non rischiare di diventare ostaggio delle ditte private, che hanno come interesse primario solo il proprio profitto. Per questo chiediamo a tutte le forze sociali ed economiche, a tutte le rappresentanze politiche territoriali e a tutti i parlamentari jonici, di essere promotori di questa vertenza per un rilancio industriale del territorio, perché la Marina Militare lo deve a Taranto e perché Taranto è la Marina Militare”, concludono Albano, Renna e Pisarra.

FONTE:Logo antennasud

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