Taranto, un campus con le stellette per quattro corsi di laurea

Il polo didattico di Mariscuola a San Vito amplia l’offerta formativa. Università di Bari e Politecnico dietro i cancelli di Mariscuola

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maristella massari

MARISTELLA MASSARI

TARANTO - Quattro corsi di laurea realizzati in collaborazione con l’Università degli studi di Bari «Aldo Moro» e con il Politecnico di Bari, destinati ai futuri marescialli della Marina Militare ma aperti anche agli studenti civili che ne facciano domanda. Oggi la Scuola Sottufficiali di Taranto (Mariscuola) si presenta come un moderno campus universitario con larghi viali e palazzine e infrastrutture immerse nel verde e consolida ancora di più l’offerta formativa, confermandosi come uno dei poli didattici più avanzati non solo della Marina. Da qualche anno i viali della Scuola militare, a San Vito fin dal 1949, accolgono ragazze e ragazzi tarantini iscritti ai corsi di laurea di Mariscuola. In attesa dell’inaugurazione dell’anno accademico 23/24, le lezioni qui sono già partite. Gomito a gomito, sotto la grande bandiera tricolore, studenti in uniforme e civili ogni giorno si scambiano esperienze, appunti e stringono legami di amicizia. Tra di loro si respira aria di grande complicità.

Uniba quest’anno propone 3 corsi: Scienze e gestione delle attività marittime, il primo ad essere attivato a Mariscuola, Infermieristica e Informatica e Comunicazione digitale. Il Politecnico di Bari, invece, sempre da quest’anno offre anche il corso in Ingegneria industriale dei sistemi navali. C’è spazio per accogliere tutti. Del resto Mariscuola si estende su un’area di 32 ettari, dove si trovano 41 edifici, 80.000 mq. di aree verdi, 240.000 mq. tra viali, i piazzali e altre aree disponibili. Oltre 57.000 mq. sono occupati dagli edifici per le sistemazioni didattiche, con 66 aule, 34 laboratori attrezzati e ora anche multimediali, un’aula magna da 534 posti. Circa 52.000 mq sono occupati da edifici ospitanti le sistemazioni logistiche e tecniche, tra cui alloggi, mense, uffici, infrastrutture sportive, sale ricreative e sale tv, l’infermeria, la biblioteca, diverse officine, una centrale elettrica, un depuratore, quanto basta, insomma, per far funzionare una «piccola città» che accoglie circa 2.000 persone.

La Marina ha deciso di investire sul polo didattico di San Vito, come spiega alla «Gazzetta» il contrammiraglio Francesco Milazzo, comandante di Mariscuola Taranto. «Questa scuola forma il 65% del personale in Marina. Qui oggi abbiamo investimenti di ammodernamento e rinnovamento rivolti essenzialmente alle strutture didattiche, ma puntiamo anche sulla parte sportiva. Auspicabilmente nel 2026 qui nascerà anche un nuovo palazzetto dello sport, oltre al campo scuola che già esiste e che sarà ristrutturato. Stiamo investendo anche nelle strutture abitative che ospitano sia gli allievi, sia il personale del quadro permanente. Sono investimenti importanti che si vanno a sommare a quelli che noi chiamiamo investimenti di esercizio, ovvero i fondi che la Marina investe ogni anno per mantenere la funzionalità delle strutture già esistenti di questo che possiamo definire un vero e proprio campus universitario. Aver aperto i corsi anche agli studenti civili è un valore aggiunto per la città. Ora, si tratta di corsi anche appetibili per il mondo del lavoro. Noi così speriamo di aumentare progressivamente anche il numero di ragazzi che frequentano l’università presso di noi, perché è davvero un valore aggiunto per i nostri ragazzi in uniforme avere compagni di classe che insieme a loro frequentano ma vivono nel mondo civile. Consente di mantenere di mantenere il contatto con la realtà esterna e proprio questa commistione è un fattore molto positivo».

«I i numeri che mettiamo a disposizione della della cittadinanza sono numeri importanti per ogni corso. Nel panorama della richiesta per una città come Taranto ritengo che siano sufficienti. È chiaro che se dovessero venire ragazzi anche da fuori Taranto, noi saremmo ben contenti».

«Ma ricordiamo - spiega ancora l’ammiraglio Milazzo -, che accanto a questa attività del polo didattico-universitario parallelamente corre sempre l’attività che definirei d’istituto di Mariscuola. Al momento qui abbiamo circa 450 allievi marescialli dei corsi normali. Loro sono la futura classe direttiva intermedia della Marina. Quando usciranno da questa scuola andranno a bordo a ricoprire già posizioni di responsabilità. Ma qui noi formiamo anche la gran parte dei Volontari in ferma iniziale, la nuova frontiera dei Volontari di truppa per tutte le forze armate che vengono da noi reclutati a Taranto presso la caserma Castrogiovanni dove abbiamo la nostra Direzione di selezione. La Marina l’anno prossimo ne recluterà 1800 a fronte dei 1500 di quest’anno. Sono numeri in aumento e anche questa è un’attività molto impegnativa perché il processo di selezione comporta la selezione dal punto di vista attitudinale, psicotecnico e fisico: quindi visite mediche e esecuzione delle prove fisiche. Un lavoro - conclude il comandante di Mariscuola -, davvero impegnativo».

FONTE:LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO/TARANTO

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Mani spezzine per curare il Vespucci in Argentina

CINQUE MESI IN SUDAMERICA - Maestri d'ascia, carpentieri e sarti velici volano a La Plata dove il veliero rimarrà cinque mesi. Moroni: "Quella nave per noi è uno di famiglia".

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La nave scuola Amerigo Vespucci si appresta ad affrontare cinque mesi di sosta per manutenzioni in Argentina. Impegnato nel giro del mondo, il veliero della Marina Militare ha attraversato l’Oceano Atlantico ad agosto puntando poi verso sud. E’ atteso entro il 4 novembre a La Plata e ad aspettarlo ci saranno carpentieri navali, maestri d’ascia, artigiani esperti di sartoria velica, tecnici elettricisti specializzati e tecnici esperti in elettronica provenienti dall’Italia e da diverse parti del mondo.

Un momento centrale nella missione del veliero simbolo della Marina Militare che toccherà 31 porti, 29 Paesi e cinque continenti prima di fare rientro alla Spezia l’11 febbraio 2025. I lavori che saranno svolti in questo periodo dovranno garantire a una nave varata nel 1931 di poter affrontare nella prossima primavera il passaggio di Capo Horn o, in alternativa, dello Stretto di Magellano, per raggiungere l’Oceano Pacifico e poi navigare altri dieci mesi prima di rientrare in Mediterraneo.

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Spetta a Fincantieri, che ha siglato un contratto da 12 milioni di euro con la direzione dell’arsenale marittimo nel dicembre scorso, garantire l’efficienza del Vespucci appoggiandosi ad alcune aziende pregiate. Già intervenute con lavori propedeutici svolti tra il novembre 2022 e l’aprile 2023 che hanno riguardato scafo, propulsione, impianti ausiliari e lo spostamento delle antenne satellitari per garantire una migliore copertura. Rinnovate preventivamente tra le altre cose le scale di coperta, i barcarizzi, i locali di vita e di servizio e le plance.

Presso il cantiere Astillero Rio Santiago di La Plata che ha costruito la fregata ARA Libertad, di fronte all’Escuela Naval Militar, saranno invece controllati gli alberi – maestra, trinchetto, mezzana e bompresso – gli arredamenti in legno e l’attrezzatura marinaresca. Saranno ripristinati i preziosi tessuti delle vele e tecnici specializzati interverranno su tutti gli impianti complessi di bordo. Anche in questo caso pulizia e ispezione per scafo, propulsione e impianti. Più varie ed eventuali lavorazioni si rivelassero necessarie dopo questi quattro mesi in mare.

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Sotto la supervisione di Fincantieri, opereranno specialisti che in alcuni casi la nave scuola della Marina Militare conoscono come le proprie tasche per essersene presi cura per anni. Molti in arrivo dalla Spezia, la cui base navale è la casa abituale del Vespucci. “Da parte nostra lavoriamo sulle alberature del Vespucci più o meno dagli anni Sessanta, ma l’azienda è molto precedente. La fondò il mio nonno nei primi del Novecento, arrivando dalle Marche per lavorare nell’arsenale marittimo, e io la porto avanti con mio padre”, spiega Andrea Moroni della ditta Moroni Navi di Moroni Silvano di Santo Stefano di Magra.

Dalla Val di Magra partirà una squadra di dieci persone, su quindici dipendente totali. Nel maggio scorso sono già stati in Argentina per un sopralluogo. “Portiamo un po’ della nostra attrezzatura grazie alla logistica di Fincantieri – spiega l’artigiano -, materiali che rischiamo di avere difficoltà a trovare in loco. Tra queste ci sono pitture particolari e alcune essenze. Gli alberi del Vespucci sono per esempio in legno douglas, originario del Nord America, piuttosto complicato da importare. Ne portiamo alcune tavole per fare piccole riparazioni. E poi serviranno acciaio inox e leghe speciali di cui c’è forte carenza, ma per cui ci appoggiamo a Fincantieri”.

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Gli specialisti della Moroni sono tra le poche aziende che rimarranno in Argentina per tutti i cinque mesi di sosta, ferie natalizie a parte. “A fine mese saremo già a La Plata – conferma Moroni -. Lavoreremo all’interno di un capannone in modo da non perdere neanche un giorno, visto che in quel periodo piove molto spesso. Si parte da un’analisi dell’usura che questa campagna, diversa dal solito, ha potuto determinare e poi sarà fatta una manutenzione ordinaria ma rinforzata, diciamo così, per prevenire eventuali problemi si potessero presentare in futuro”.

Il Vespucci permette a un mestiere antico di continuare a sopravvivere e quel mestiere antico mantiene in efficienza il Vespucci. “Quella nave per noi è uno di famiglia. E allo stesso modo consideriamo il suo equipaggio amici. L’attenzione e la passione che vi dedichiamo nasce dalla consapevolezza che dal nostro lavoro dipende la sicurezza di molte persone”.

FONTE: CITTA' DELLA  SPEZIA

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Morto in un incidente stradale in Brasile il medico di bordo dell’Amerigo Vespucci Daniele Marino

Daniele Marino era il medico di bordo dell’Amerigo Vespucci. Era sceso a terra durante la sosta della nave, ora in Brasile

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SONDRA COGGIO

Roma – Il tenente di vascello Daniele Marino, di 28 anni, medico di bordo della nave Amerigo Vespucci, è morto in un incidente stradale avvenuto in Brasile, dove l’unità della Marina Militare Italiana si trova attualmente, nell’ambito della campagna internazionale che la terrà lontana dalla Spezia fino al febbraio del 2025.

Il ministro Guido Crosetto esprime «i sentimenti del più profondo cordoglio e si stringe in un ideale abbraccio ai familiari del militare».

Daniele Marino era il medico di bordo. Era sceso a terra durante la sosta della nave. I primi riscontri parlano di un incidente in moto. Le autorità militari hanno informato i familiari. L’antico veliero della Marina Militare, partito il primo luglio del 2023 da Genova, da programma dovrebbe rimanere a Fortaleza, nel nord del Brasile, solo fino ad oggi, domenica 8 ottobre. Lutto e dolore cadono sul Vespucci per la scomparsa di Marino durante un viaggio che, fino a ieri, era stato intenso, ricco di momenti emozionanti, di incontri straordinari, ed anche di spensieratezza, accanto alla grande fatica quotidiana dell’equipaggio. Solo l’altro giorno, raggiunto l’equatore, i giovani militari che mai avevano viaggiato fino a quel punto hanno ricevuto una sorta di investitura da un simbolico Nettuno, dio del mare, con “annaffiata” d’acqua e consegna di un attestato. Questo perché raggiungere l’equatore è «un momento molto significativo e quasi unico nella vita di ogni marinaio, è un’antica tradizione marinara, celebrata a bordo di tutte le navi che attraversano il circolo massimo alla latitudine 0».

In questi giorni il Vespucci ha preso parte ad una esercitazione congiunta con la nave pattuglia Macau della Marina Militare Brasiliana, con tecniche di comunicazione mediante proiettori, manovre tattiche e passaggi a distanza ravvicinata, con i relativi saluti secondo le tradizioni navali. È stato anche possibile visitare la nave, che ha ospitato l'incontro scientifico “Italia Brasile sulle orme di Amerigo Vespucci, dal Mediterraneo all'Atlantico”, iniziativa congiunta dell’ambasciata d'Italia a Brasilia e dell'Istituto di Scienze Marine dell'Università del Cearà. Il tema, la diffusione delle specie invasive negli oceani, della crescente preoccupazione per l'inquinamento da micro plastiche, di clima e ambiente.

La tappa di Santo Domingo

Nella recente tappa di Nave Vespucci nella Repubblica Dominicana, il personale medico era sceso a terra per collaborare al progetto di educazione sanitaria e ambientale delle giovani generazioni, in collaborazione con la Fondazione Francesca Rava. Le immagini diffuse dalla Marina Militare raccontano il clima di collaborazione fra militari e volontari. Il tenente di vascello Daniele Marino era parte attiva della campagna. I medici e gli infermieri di Nave Vespucci partecipano infatti ai programmi di prevenzione realizzati dai medici volontari dell’associazione umanitaria. Così era stato anche a San Pedro de Macoris. Avevano tenuto un corso di primo soccorso con le educatrici che ogni giorno si prendono cura dei pequenos. Nel pomeriggio il corso si era spostato al batey nuevo, il villaggio che si trova appena fuori dalla struttura, formato da baracche senza acqua corrente né elettricità. L’intesa fra Vespucci e Fondazione è stata rinnovata di recente, con le firme dell’ammiraglio di squadra Antonio Natale, e della presidente della Fondazione, avvocato Mariavittoria Rava. La Fondazione Rava si occupa di «aiutare in Italia, in Repubblica Dominicana e in America latina, bambini, adolescenti e famiglie in difficoltà». Gestisce, insieme alla onlus Nph, Nuestros Pequeños Hermanos, numerose case di accoglienza per bambini. Una collaborazione, quella con la Marina Militare, incentrata sulla realizzazione delle attività e progetti di cooperazione sanitaria, promozione del diritto della salute oltre che attività formative nel campo del primo soccorso, dell’igiene e della medicina preventiva. La Fondazione è partner umanitaria del giro del mondo della Vespucci, il programma di chiama “One planet one earth”. Nave Vespucci è anche ambasciatrice dei diritti dell’infanzia per Unicef, con l’impegno di portare «un messaggio di pace e di speranza per i milioni di bambini e bambine in ogni parte del mondo».

 Il ricordo di un collega

«Daniele era una persona magica ed era diverso dagli altri ufficiali a bordo. Era amico di tutti dal P1 al Comandante ed era sempre pronto a fare una chiacchierata per tirarti su di morale o per risolvere i problemi sanitari dell'equipaggio. Sembrano parole campate in aria, di quelle che si dicono per chiunque, ma vi posso garantire che tutto l'equipaggio aveva una stima ed una simpatia nei suoi confronti unica». L’accorato ricordo è di un allievo dell'Accademia Navale di Livorno, Marino Lazzari, 232 corso, 19-22. È stato diffuso dall’avvocato Mauro Torti sulla pagina che raccoglie gli allievi storici della Scuola Militare Nunziatella. «Nella giornata di oggi - si legge, fra l’altro -concludo un'esperienza magnifica e durata tre mesi: il primo pezzo del giro del mondo di Nave Amerigo Vespucci. Appena arrivato a bordo ho avuto modo di conoscere Daniele, in qualità di medico di bordo nonché unico ex allievo della Nunziatella, oltre a me, in nave. Pochi giorni fa ho messo il 2 sulla divisa, segnando la fine del mio primo anno e Daniele mi ha fatto da padrino. Porterò per sempre sul bavero il 2 che mi ha messo». C’è anche un ricordo dell’ultimo saluto, poche ore prima della tragedia, per «ringraziarlo di ogni consiglio ed ogni sberla data». Un arrivederci cancellato dal destino.

FONTE:IL SECOLO XIX

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Personale della Guardia Costiera nei consolati italiani all’estero per contribuire alla semplificazione

Dal viceministro Rixi un appello alla riunificazione delle associazioni Assarmatori e Confitarma per fare sintesi e andare veloci in materia di politica marittima

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10 OTTOBRE 2023

Genova – In materia di semplificazione dell’attività marittima per le società italiane una ‘piccola rivoluzione’ potrebbe essere nel prossimo futuro l’invio di personale della Guardia Costiera presso alcuni Consolati italiani all’estero. Ad alzare il velo su questo progetto (chiesto da Confitarma alla Farnesina già nel 2006 con l’allora presidente Nicola Coccia), in occasione di un convegno organizzato dal Propeller Club di Genova all’interno della Genoa Shipping Week, è stato Erik Morzenti, rappresentante della Guardia Costiera intervenuto nell’occasione per fornire un aggiornamento su possibili sviluppi e miglioramenti in tema di burocrazia e trasporto marittimo.

Esperienze di invio di personale dell’autorità marittima nei consolati esteri già ci sono state nel passato: due ufficiali dal 1999 al 2001 avevano offerto la loro consulenza marittimi ad Amburgo e a Barcellona mentre un ufficiale si trova dallo scorso agosto incardinato in missione militare presso l’Ambasciata a Malta anche per supporto alle questioni marittime.

Secondo quanto illustrato da Morzenti il quadro giuridico entro cui ci si muoverebbe sarebbe quello della creazione di un apposito contingente speciale attraverso una modifica all’ottavo comma dell’art.168 Dpr 18/1967. “Si tratta di un’esigenza sentita sia dal cluster sia da alcune sedi all’estero dei consolati” ha sottolineato il comandante della Capitaneria, elencando fra i vantaggi quello di “espletare i servizi di assistenza alla navigazione marittima italiana, velocizzare pratiche, garantire una migliore e più stabile assistenza all’utenza marittima, uno sgravio per il personale consolare, un’assistenza in caso di sinistri marittimi o fermi di navi italiane”.

Quattro le principali criticità segnalate da Morzenti rispetto all’attuale assetto organizzativo: tempi (non rispondenti all’esigenze dello shipping anche a causa dell’organizzazione di molti consolati), materia (scarsa dimestichezza con le pratiche marittime e difficoltà a gestire casi difformi dalle procedure), normativa (vetusta rispetto ai cambiamenti avvenuti nello shipping in oltre 80 anni) e digitalizzazione (registri e procedure ancora oggi cartacee e assenza di interoperabilità dei sistemi).

Ai lavori ha preso parte anche il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, che in apertura del suo intervento ha espresso un auspicio: “Il mio sogno è che di due confederazioni di armatori si torni ad averne solo una” (il riferimento è alle due associazioni di categoria Confitarma e Assarmatori). “Più noi riusciamo a semplificare i momenti di condivisione e più potremmo andare veloci. Serve fare sintesi” ha sottolineato l’esponente di Governo, ricordando poi che a novembre il suo dicastero provvederà a separare le competenze in materia di politica marittima in due direzioni, una per i porti e l’altra per la navigazione.

Sull’attesa riforma portuale Rixi ha detto di ambire a “un confronto preventivo con la Commissione Europea. Vogliamo essere un pilastro logistico solido al Centro del Mediterraneo. Servono regolazioni e un quadro europeo stabile” ha affermato. A proposito del contestato Emission Trading System il viceministro ha evidenziato il fatto che “bisogna iniziare a gestire i processi dall’inizio. In Italia aspettiamo che l’acqua ci arrivi alla gola prima di preoccuparcene, mentre dovremmo iniziare a programmare e muoverci prima”.

Un ragionamento condiviso da Alberto Rossi, segretario generale di Assarmatori, il quale, dopo aver definito “game changer” i temi ambientali per il trasporto marittimo, ha ammesso che “una serie di norme ce le siamo fatte sfuggire in passato. Dobbiamo guardare con maggiore attenzione a quello che avviene a Londra e a Bruxelles prima che poi arrivi in Italia”. Il numero due di Assarmatori ha stimato in 3,6 miliardi di euro l’introito che oggi lo Stato italiano incassa dall’Ets ma questo valore salirà a 5 miliardi quando anche il trasporto marittimo entrerà nel meccanismo dei certificati bianchi: “Sarà un prelievo destinato a diventare definitivo perché gli armatori per lungo tempo non potranno utilizzare metanolo o ammoniaca mancando la rete distributiva e mai si potranno avere stoccaggi nei porti storici italiani” è il pensiero di Rossi.

Al tema della ‘demarittimizzazione’ dell’Italia ha dedicato il suo intervento Luca Sisto, direttore generale di Confitarma, suonando l’ennesimo campanello d’allarme sul fatto che la prossima apertura alle altre bandiere europee del Registro Internazionale Italiano rischia di favorire il flagging out di navi verso Paesi come Malta, Portogallo e Cipro. “Con questo Codice della Navigazione la partita è persa in partenza se guardiamo all’apertura del Registro Internazionale alle altre bandiere comunitarie. Stiamo perdendo delle opportunità straordinarie” ha detto Sisto, mostrando grande unità d’intenti con il collega di Assarmatori nel sostenere che l’interesse primario degli armatori locali è quello di difendere la bandiera italiana. “Se desertifichiamo la nostra bandiera avremo maggiori difficoltà soprattutto all’estero” sono state le parole di Rossi.

Prima di loro, a parlare del lavoro quotidiano in ambito marittimo svolto dai consolati di paesi esteri esistenti in Italia (Genova è il secondo corpo consolare più importante numericamente in Italia dopo Milano), sono stati Virginia Abrego (console generale Panama), Axel Boesgaard (console onorario Finlandia), Augusto Cosulich (console onorario Malta), Valentina d’Urso (consolato generale Panama), Giuseppe Giacomini (console onorario Ungheria).

Enrico Molisani e Gian Enzo Duci hanno accompagnato la presidente del Propeller Club genovese, Giorgia Boi, nella conduzione e nell’introduzione dei temi oggetto di approfondimento.

Consolati

 

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Completate le consegne degli elicotteri NH90 alla Marina Militare Italiana

Notizia dal sito ANALISI DIFESA

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La Marina Militare Italiana ha raggiunto un importante traguardo nell’incremento di capacità della propria flotta elicotteristica attraverso il completamento delle consegne di tutti gli NH90, unitamente alla realizzazione di un centro di simulazione dedicato all’addestramento degli equipaggi di questo modello. L’ultimo dei 46 SH-90A previsti, dedicato a operazioni antinave e antisommergibile, assemblato presso lo stabilimento Leonardo di Venezia Tessera, è stato assegnato alla base di Maristaeli Luni della Marina Militare e presentato nel corso di una cerimonia ufficiale alla presenza di rappresentanti della Forza Armata, di Leonardo e di NHIndustries il 29 settembre.

Quest’ultimo elicottero si unisce anche ad una flotta di dieci MH-90A, ottimizzati per compiti di trasporto tattico e operazioni speciali, portando a 56 la flotta totale di NH90 in servizio presso l’importante operatore. Il primo NH90 della Marina Militare Italiana è stato consegnato nel 2011. Da allora, l’intera flotta ha accumulato oltre 35.000 ore di volo in molteplici operazioni in Italia e all’estero.

Il completamento delle consegne avviene in concomitanza con la l’apertura presso la base di Maristaeli Luni di un centro di simulazione per l’addestramento di tutto l’equipaggio e unico nel suo genere, dotato di un simulatore di volo dedicato in configurazione MR 1 (quindi rappresentativo dei più recenti standard avionici), completamente sviluppato da Leonardo e personalizzato secondo le esigenze della Marina Militare Italiana.

Il nuovo ambiente di simulazione consente agli equipaggi di SH-90 e di MH-90 (sia piloti che personale specializzato) di essere addestrati con il massimo livello di fedeltà e accuratezza (con standard di Livello D, ovvero 1 ora di simulazione equivalente a 1 ora di volo reale) per svolgere missioni in ogni tipo di scenario operativo a vantaggio dell’efficacia, della sicurezza, dell’efficienza e della sostenibilità.

Il sistema è stato concepito in modo da consentire ulteriori evoluzioni future, come la possibilità di essere collegato ad altri simulatori e al fine di sviluppare sessioni di addestramento in rete congiunto e multi-dominio. Il centro di simulazione potrà anche fornire servizi di formazione a equipaggi di NH90 prevenienti da altri paesi.

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Gian Piero Cutillo, MD di Leonardo Helicopters, ha dichiarato: “Il completamento delle consegne dell’NH90 e la realizzazione di questo ambiente di simulazione unico nel suo genere segna un importante passo avanti e rafforza ulteriormente la nostra collaborazione di lunga data con la Marina Militare Italiana. Voglio ringraziare tutto il personale della Marina e dell’industria che ha reso possibili questi risultati. Non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione con la Marina Militare Italiana verso nuovi importanti obiettivi, per un ulteriore miglioramento di capacità volte a soddisfare le esigenze in continua evoluzione”.

Il contributo di Leonardo al Programma NH90

Leonardo è responsabile o contribuisce in modo significativo alla progettazione, produzione e/o integrazione di un’ampia gamma di sistemi e componenti critici dell’elicottero. Questi includono, tra gli altri, la sezione di coda della fusoliera, il sistema idraulico della trasmissione principale, funzioni avanzate del pilota automatico, l’integrazione dell’impianto propulsivo, il sistema di missione della variante navale NFH (integrando sonar, radar, sistema elettro-ottico, sistemi di autoprotezione elettronica e di identificazione, sistemi video e gestione dei sistemi d’arma comprendenti missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). Leonardo integra, inoltre, alcuni sistemi proprietari dedicati come il sistema anticollisione Laser Obstacle Avoidance System (LOAM), l’elettro-ottico LEOSS-T e, in alcuni casi, mitragliatrici di tipo gatling.

L’NH90

Maggior programma elicotteristico europeo, l’NH90 rappresenta la scelta ideale per lo svolgimento di missioni in un moderno contesto operativo grazie a una struttura realizzata interamente in materiali compositi, un’ampia cabina, un eccellente rapporto peso / potenza e una vasta gamma di equipaggiamenti. È dotato di un sistema di controllo del volo fly-by-wire per ridurre il carico di lavoro del pilota e ottimizzare la manovrabilità. L’NH90 è offerto in due varianti, una dedicata alle operazioni navali (NFH) e un’altra alle missioni terrestri (TTH). Ad oggi, oltre 500 elicotteri NH90 sono in servizio in tutto il mondo nelle due versioni, operando in presenza di qualsiasi condizione climatica, sia in ambiente terrestre che marittimo, ed hanno accumulato oltre 380.000 ore di volo.

NHIndustries è la più grande Joint Venture elicotteristica nella storia europea ed è responsabile della progettazione, produzione e supporto dell’NH90, uno dei modelli leader tra gli elicotteri militari di ultima generazione. NHIndustries raccoglie il meglio dell’industria elicotteristica e della difesa europea, essendo costituita da Airbus Helicopters (62,5%), Leonardo (32%) e GKN Fokker (5,5%). Ognuna delle aziende che la costituiscono ha una lunga tradizione nel campo aerospaziale e contribuisce con le migliori capacità e competenze alla realizzazione del prodotto finale.

Fonte Leonardo e NH Industries

FONTE: ANALISIDIFESA

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Il varo del “Ruggiero di Lauria” al Muggiano della Spezia

È il sesto pattugliatore polivalente d’altura ad essere varato

7varo Lauria

6 ottobre 2023 Nucleo P.I. Marinalles

​Presso lo storico stabilimento navale di Fincantieri di Muggiano, venerdì 6 ottobre 2023, ha avuto luogo la cerimonia ufficiale di varo del sesto Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) della classe Thaon de Revel, alla presenza delle massime autorità civili e militari e della madrina nave, prof.ssa Ilaria Lazzareschi. Il solenne evento, svoltosi nella splendida cornice del golfo dei Poeti, ha visto la partecipazione del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, accompagnato dal direttore del centro di supporto e sperimentazione navale ammiraglio ispettore Cristiano Nervi e dall’ammiraglio ispettore capo Giuseppe Abbamonte, direttore della direzione degli Armamenti Navali (NAVARM). Per la società Fincantieri (Prime Contractor del programma navale PPA per la forza armata), era presente il gen. Claudio Graziano Presidente e il dott. Dario Deste, Direttore Generale della divisione navi militari del gruppo industriale cantieristico italiano.

Impostata il 20 ottobre 2021, lunga 143 metri, con una larghezza di 16,5 metri e velocità massima raggiungibile di oltre 31 nodi, il Pattugliatore Polivalente d’Altura, terzo della serie di navi nella versione “mid-level” Light Plus, porta il nome del celebre condottiero e ammiraglio lucano del XIII secolo Ruggiero di Laurìa (n.1249 ca. - m.1305), grande uomo di valore e genio militare, cui sempre arrise la vittoria e che servì sotto la bandiera del re d’Aragona, ricordato come uno dei maggiori uomini di mare e guerra nella storia d’Italia, vera “anima” dei Vespri siciliani; viene intitolata, per la seconda volta, al nome di una nave da battaglia di tipo pre-dreadnought dell'omonima classe di 3 corazzate impiegate dalla Regia Marina.

La madrina della nave, prof.ssa Ilaria Lazzareschi, è stata accompagnata nel corso della cerimonia dal comandante designato dell’unità, capitano di fregata Giovanni Saverino, ed è la sorella del capitano di corvetta Lorenzo Lazzareschi, Medaglia d’Oro al Valor di Marina (alla memoria), ufficiale appartenente al comando raggruppamento subacquei e incursori della Marina Militare “Teseo Tesei” e deceduto nelle acque dell’isola di Saseno (Albania) il 9 febbraio 1998 nell’ambito di una delicata e rischiosa operazione di bonifica subacquea dei fondali in acque straniere.

Il Capo di Stato Maggiore ammiraglio Enrico Credendino all'inizio del suo intervento ha sottolineato che  Questa classe di unità, i pattugliatori polivalenti d'altura, sono un successo della nostra cantieristica nazionale.  Lo dicono i fatti: l'ampio spettro di operazioni che le due unità già in linea (Thaon de Revel e Morosini) hanno svolto con grande efficacia, l'unanime apprezzamento e interesse che tutte le marine del mondo, a partire da quelle più evolute, continuano a testimoniarci e l'enorme flessibilità di impiego che queste navi hanno già dimostrato di avere. Tutto ciò è stato reso possibile grazie all'eccellente lavoro di squadra che coinvolge tutta la filiera dell'industria della difesa nazionale, che ha investito con convinzione le migliori risorse in questo progetto, per soddisfare gli sfidanti e stringenti requisiti operativi dettati dalla Marina Militare. Siamo dunque convinti di aver fatto una scelta lungimirante con i PPA, navi che hanno una forte personalità e sono un vero e proprio fattore abilitante per il rinnovamento della flotta e la nostra credibilità internazionale". E rivolgendosi alla Madrina ha concluso “La Marina Militare è orgogliosa di unire questa splendida nave alla storia e alla reputazione del capitano di corvetta Lorenzo Lazzareschi, medaglia d'oro al valor di marina alla memoria, valoroso palombaro incursore tragicamente scomparso nelle acque albanesi dell'isola di Saseno a febbraio del '98, mentre lavorava in immersione in una delicata attività di ricerca, neutralizzazione e rimozione di ordigni esplosivi sul fondo. Il coraggio, la serietà, la generosità, l'altruismo e la straordinaria dedizione di suo fratello Lorenzo saranno solido riferimento e illuminante ispirazione per l'equipaggio di questa nave".

Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) sono l’espressione tangibile e significativa del “Programma Navale per la tutela e salvaguardia della capacità marittima della Difesa, ex legge 147/2013 (Legge di stabilità 2014), sviluppati unitamente al programma LHD Landing Helo Dock (1 unità, nave Trieste, in corso di allestimento al Muggiano), LSS Logistic Support Ship (1 unità in servizio nella M.M. dal 2021, nave Vulcano, 1 in corso di costruzione presso il cantiere di  Castellamare di Stabia, nave Atlante, e 1 infine in opzione), UNPAV Unità Navale Polifunzionale ad Alta Velocità (2 unità consegnate alla M.M. nel 2019 e 2020, navi Cabrini e Tedeschi) ed è rivolto all’acquisizione di uno strumento navale di nuova concezione, mission modularity ad elevata capacità adattiva di supporto anche ad operazioni di disaster relief e con requisiti di capacità dual use molto spinte,  unità per la sorveglianza e la sicurezza marittima nazionale, in grado di esprimere flessibilità di impiego, capacità operative resilienti, tecnologicamente all’avanguardia e progettate in tre differenti versioni di allestimento: Light, Light Plus e Full. Le Unità PPA, il cui programma è gestito dalla organizzazione internazionale OCCAR-EA (contracting authority), sono costruite, a similitudine delle unità maggiori FREMM della classe Bergamini, presso i Cantieri Navali di Riva Trigoso (Genova) e di Muggiano (La Spezia).

L'odierna cerimonia costituisce una tappa fondamentale verso la consegna dell'Unità alla Marina Militare programmata per l’estate del 2025.

Viva l’Italia!

FONTE: NOTIZIARIO ON LINE DELLA MARINA MILITARE

 

News Marina Militare,, Il varo del “Ruggiero di Lauria” al Muggiano della Spezia

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