Breve storia dei distintivi e delle categorie del Corpo Equipaggi Militari Marittimi – parte seconda

Dal sito Ocean4future un argomento interessante a cura di Guglielmo Evangelista

capo timonier e1 classe ciabani 1

La Regia Marina Italiana

Il Decreto Reale n. 4825 del 1° aprile 1861 che stabilì l’ordinamento della nuova Marina unitaria non parla di categorie ma, all’articolo 5,  divide  la bassa forza in sette sezionimarinari, marinari cannonieri, maggiorità, macchinisti e fuochisti, maestranza, novizi e mozzi e guardiani (1). Il testo nulla dice a proposito di contrassegni sulle uniformi a parte l’accenno a distintivi speciali per le musiche, ma già il R.D. n.887 del 25 settembre 1862 introdusse l’elica come distintivo del personale di macchina.

primo macchinista 1862 . arch ciabani

 

Primo macchinista con il distintivo istituito nel 1862 – (Per gentile concessione Archivio storico fotografico Adriano Ciabani – Parma)

Anni più tardi il Decreto dell’11 maggio 1873 “Regolamento per le divise del Corpo Reale Equipaggi” all’art.23 recita:

Sono distintivi di categoria:

Per la categoria nocchieri, un’ancora con grippia

            Idem       cannonieri, due cannoni e una granata

            Idem        timoneria, una stella

            Idem        macchinisti, un’elica

            Idem        maestranza, una picozza

            Idem         guardiani, un gavitello

            Idem        maggiorità, un nodo

L’altezza del distintivo di categoria è di metri 0,06.

Tutti i distintivi erano (e sono tuttora) ricamati in oro per i sottufficiali e in lana rossa o filo rosso per graduati e comuni anche se in molti casi è ormai invalso il prosaico uso della plastica stampata (2).

Da quei tempi lontani è iniziata un’interminabile serie di modifiche, aggiunte e soppressioni di categorie e distintivi che non si è mai fermata in un secolo e mezzo di storia. Già pochi giorni dopo la promulgazione dell’appena ricordato Regolamento sulle divise il Regio Decreto 1515 del 15 maggio 1873 disponeva che gli infermieri in servizio in Marina, pur non costituendo ancora una categoria perché appartenevano alle “Compagnie infermieri” interforze, adottassero l’uniforme navale con un apposito distintivo mentre  l’anno successivo, con Decreto del 15 novembre 1874, fu istituita la categoria dei torpedinieri che, di fatto, fu la prima categoria con un alto contenuto di tecnologia e che nel tempo fu la fucina dei più svariati specialisti. Infine, nel 1876, fu abolita la categoria dei Guardiani i cui componenti, smilitarizzati ma sempre alle dipendenze del Commissariato, costituirono il ruolo degli uscieri.

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La legge 4610 del 3 novembre 1878 e i successivi atti integrativi  modificarono in modo sensibile il quadro delle categorie e rinnovarono alcune denominazioni. In sintesi:

– restarono sostanzialmente immutate in struttura e attribuzioni le categorie Marinari, Timonieri, Cannonieri , Macchinisti e fuochisti e Torpedinieri.

– venne istituita la categoria “Aiutanti di  bordo”. Essa fu formata con il personale proveniente dal disciolto Corpo di Fanteria di Marina poiché fino ad allora questo incarico era affidato a un sergente di tale Corpo che talvolta veniva chiamato “Capitano d’arme”.

– venne istituita la categoria “Musicisti e Trombettieri”. Anche in questo caso, fino al 1878, la musica era di competenza del soppresso corpo della Fanteria di Marina .

– venne istituita la categoria “Infermieri”  separando il personale in servizio in Marina delle Compagnie Infermieri.

– la categoria Maestranza venne ridenominata categoria Operai. 

– fu istituita la nuova categoria furieri nella quale confluì il personale subalterno del disciolto Corpo di Maggiorità.

capo musica regia marina

Capo musica del Reggimento Real Navi. Con l’istituzione della categoria musicanti fu mantenuto il distintivo con l’aggiunta di due ancore incrociate. (Per gentile concessione Archivio storico fotografico Adriano Ciabani – Parma)

Distintivi di categoria dal 1878.

I distintivi dei torpedinieri e degli infermieri non subirono modifiche rispetto a quelli già raffigurati in precedenza.

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secondo macchinista regia marina ciabani

Secondo macchinista. (Per gentile concessione  Archivio storico fotografico Adriano Ciabani – Parma)

capo timonier e1 classe ciabani 1

Capo timoniere di 1^ classe. La stella del distintivo è a otto punte e non a sei (Per gentile concessione Archivio storico fotografico Adriano Ciabani – Parma)

2 capo cannoniere ciabani 1

Secondo Capo Cannoniere (Per gentile concessione Archivio storico fotografico Adriano Ciabani – Parma)

secondo mastro operaio ciabani

Secondo Maestro Operaio. Il distintivo di categoria previsto nel 1878 figura sostituito da due asce incrociate (Per gentile concessione Archivio storico fotografico Adriano Ciabani – Parma)

Fine II parte – continua

Guglielmo Evangelista


BIBLIOGRAFIA E FONTI

Almanacco italiano. Bemporad. Firenze  1904

Quinto Cenni. Album delle divise militari e tavole acquerellate

Fogli d’ordini della Regia Marina e della Marina Militare

 Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana

Manuale di istruzione militare marinaresca per il personale di leva. Tipografia Scuole CEMM, Taranto 1970

Ministero della Marina: Album delle divise, edizioni varie.


Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

PARTE I

PARTE II

PARTE III

PARTE IV

Nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.

FONTE: OCEAN4FUTURE

News Marina Militare,, Breve storia dei distintivi e delle categorie del Corpo Equipaggi Militari Marittimi – parte seconda

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Breve storia dei distintivi e delle categorie del Corpo Equipaggi Militari Marittimi – parte prima

Dal sito Ocean4future un argomento interessante a cura di Guglielmo Evangelista 

regia nave Elba

Iniziamo a pubblicare un pregevole lavoro di ricerca di Guglielmo Evangelista su un argomento poco noto: i distintivi di categoria dei sottufficiali e marinai italiani dal XIX secolo ad oggi. Per quanto possa sembrare una curiosità, in realtà, come vedremo l’inquadramento specialistico comportò importanti variazioni nel modo di gestire il personale. Buona e attenta lettura.

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Cercheremo in queste pagine di tracciare la storia, certamente non esaustiva, delle categorie in cui sono ripartiti i sottufficiali e i marinai a seconda della loro specializzazione e, soprattutto, quella dei distintivi che ne caratterizzano ciascuna; in entrambi i casi la specializzazione del personale rappresentò una parte non indifferente nel quadro dell’evoluzione dell’ordinamento e del progresso tecnico della forza armata e dell’uniformologia.   

ammiraglio regia marina sarda Giorgio Des Geneys 215x300

Quadro dell’ammiraglio Giorgio Andrea Agnès Des Geneys, XIX secolo 

Fonte http://www.carabinieri.it/docs/…/notiziario_2020-3.pdf?sfvrsn=9313e23_2

 

Giorgio des Geneys nacque a Chiomonte il 29 aprile 1761 e a 12 anni intraprese la carriera militare nella Regia Marina Sarda dove venne arruolato quale guardiamarina di 2ª classe e immediatamente destinato in Sardegna dove la marina sabauda era impiegata per la difesa costiera dalle incursioni dei corsari barbareschi. Dal 1775 divenne 2º ufficiale del cutter Speditivo col quale combatté per la prima volta sulle coste tunisine dell’area di Biserta contro i corsari. Nel 1778, dopo i successi ottenuti, venne promosso guardiamarina di 1ª classe per poi essere imbarcato sulla nuova fregata “San Vittorio” con la quale egli portò avanti tre campagne contro i corsari nell’Africa settentrionale. Nel 1783 Des Geneys, distintosi per le azioni in mare contro i barbareschi venne promosso luogotenente di fanteria ed ottenne il comando della mezza galera “Beata Margherita” che venne inviata con altre navi (tra cui la nave gemella “Santa Barbara”) in Sardegna per difendere ancora gli abitanti dell’area dalle incursioni dei corsari. Dopo aver trascorso un breve periodo come capo di stato maggiore sulla “San Vittorio” comandata dal commodoro britannico Ross, Des Geneys tornò sulla Beata Margherita assumendone il controllo e catturando, il 13 luglio 1789 molte navi tunisine, guadagnandosi tre mesi dopo il rango di aiutante del Viceré di Sardegna. Nel 1796 Giorgio des Geneys venne nominato comandante della Regia Marina Sarda combattendo coraggiosamente a Oneglia i rivoluzionari pro francesi. Nonostante molte azioni vittoriose, quando Napoleone vinse la Battaglia di Marengo, Carlo Emanuele IV di Savoia venne costretto a ritirarsi in Sardegna lasciando che il Piemonte divenisse un dipartimento francese e anche Oneglia venne annessa pertanto alla Francia. Ritornato in Sardegna a fianco del re, Giorgio des Geneys continuò a combattere i corsari barbareschi, ponendo la propria base sull’isola di La Maddalena ed assunse il comando della flotta sarda per difendere l’isola anche da possibili incursioni francesi. Per i successi ottenuti, nel 1811 Des Geneys venne nominato contrammiraglio e riorganizzò la flotta sarda per quanto lo permettevano le ridotte finanze statali. Nel 1814, con la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna restituì il Piemonte ai Savoia e per la fedeltà dimostrata Giorgio des Geneys divenne Governatore di Genova, ottenendo nel contempo il grado di Ammiraglio e il comando dell’intera Regia Marina Sarda. Egli procedette subito ad un rapido ammodernamento della flotta producendo 4 nuove imbarcazioni dotate di cannoni più alcune golette veloci. Nel 1816 egli fondò la Regia Scuola di Marina che aveva il compito di formare adeguatamente i nuovi ufficiali, ponendo concettualmente le basi per la creazione della futura Regia Accademia di Livorno. L’ammiraglio Giorgio des Geneys, uno dei più lungimiranti tra gli ammiragli del tempo, morì a Genova l’8 gennaio 1839 e venne sepolto nella locale basilica della Santissima Annunziata del Vastato. Giorgio Des Geneys.jpg – Wikimedia Commons

Le origini

In tutte le antiche marine militari la bassa forza aveva una suddivisione elementare ed empirica in nocchieri e cannonieri: altro non veniva richiesto agli equipaggi se non far navigare e far combattere la nave la cui struttura e le cui armi, pur affinate da una lunghissima esperienza, fino allo scatenarsi della tecnologia iniziatosi nel XIX secolo erano sostanzialmente immutate da secoli. Le  eccezioni sono rare: secondo le “Istruzioni provvisorie” per le navi della Marina Sarda compilate dall’ammiraglio Des Geneys nel 1826 (che tanto provvisorie non lo furono visto che qualche norma regola ancora certi aspetti della Marina di oggi),  a parte  nocchieri e cannonieri si possono individuare alcuni sottufficiali con particolari mansioni, svolgendo le quali ciascuno di essi trascorreva l’intera carriera, e precisamente i mastri d’ascia e una serie di altri “mastri”: cordai, ferrai,  velieri, falegnami, bozzellai, remolari, bottari e pittori.

regia marina divise 300x289

Costoro si distinguevano a prima vista dai nocchieri solo per una filettatura bianca al colletto e ai paramani dell’uniforme. Gli unici distintivi in forma figurata erano portati dal personale dell’artiglieria: un cannone per i Capi  cannonieri e due asce incrociate per i contromastri e per tutti una granata in rame applicata alle falde dell’abito.

marinai non avevano nessuna particolare qualifica anche se alcuni potevano essere destinati ad incarichi specifici ad personam come il cuoco, l’addetto ai viveri o quelli in sottordine ai vari sottufficiali capi caricoLe ricche e differenziate uniformi dell’epoca permettevano comunque di distinguere a prima vista senza bisogno di distintivi figurati  gli appartenenti a certi Corpi come i Piloti, la Fanteria di marina o gli infermieri.

Fine I parte – continua

Guglielmo Evangelista

Bibliografia e Fonti

Almanacco italiano. Bemporad. Firenze  1904

Quinto Cenni. Album delle divise militari e tavole acquerellate

Fogli d’ordini della Regia Marina e della Marina Militare 

Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana

Manuale di istruzione militare marinaresca per il personale di leva. Tipografia Scuole CEMM, Taranto 1970

Ministero della Marina: Album delle divise, edizioni varie.

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo.

PARTE I

PARTE II

PARTE III

PARTE IV

Nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.

FONTE: OCEAN4FUTURE

News Marina Militare,, Breve storia dei distintivi e delle categorie del Corpo Equipaggi Militari Marittimi – parte I

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«Così il sistema Marina rischia di naufragare», in pensione la metà dei dipendenti civili

L’appello di Massimo Ferri, coordinatore nazionale Cisl per il comparto della difesa

Sistema marina

di  MARISTELLA MASSARI
 
TARANTO - Il sistema Marina rischia il naufragio per la drastica riduzione del personale civile. Entro la fine del 2024, in tutto il comparto, da quello manutentivo a quello amministrativo, i dipendenti saranno ridotti di circa il 50 per cento a causa dei pensionamenti in arrivo. E non solo in Arsenale, lo stabilimento più importante della Marina che mantiene efficienti le unità navali, a rischio sono anche le attività - solo per fare un esempio - di Maristanav, la stazione navale di Mar Grande che ad oggi è il più grande porto militare d’Italia.

Su Taranto, attualmente, sono in pianta organica 3.800 dipendenti civili impiegati in vari ruoli e con diverse responsabilità a servizio della forza armata. La maggior parte di questi è stata assunta tra il 1980 e il 1983. Così, dopo oltre 40 anni di impiego, è giunto ormai il normale tempo della pensione. La stima dei sindacati è davvero preoccupante. Entro la fine del 2024 Taranto perderà circa 2.000 unità lavorative. Il dato è così distribuito: in Arsenale, degli attuali 1.428 dipendenti civili ne resterà più o meno la metà. Stessa cosa a Maricommi, che dagli attuali 480 dipendenti civili ne perderà il 50 per cento e a Maristanav che da 539 unità si ritroverà con un 40 per cento circa in meno del personale civile.

L’allarme, più volte lanciato dai sindacati della Difesa, è stato sistematicamente sottovalutato. E il concorsone per 315 posti bandito nei mesi scorsi, di fatto non è nemmeno un pannicello caldo in questo scenario.

Massimo Ferri, coordinatore nazionale Cisl per il settore Difesa è sinceramente preoccupato per il futuro della forza armata a Taranto. Il rischio più immediato è quello della esternalizzazione dei servizi o della privatizzazione di alcuni comparti strategici come quello delle manutenzioni navali, con la conseguenza dell’aumento dei costi che andrebbero a ricadere sui contribuenti.

Partiamo proprio dal concorso: 315 posti, la metà dei quali resterà sguarnita perché chi vi ha partecipato non è risultato idoneo.

«Non è possibile che su 5.200 concorrenti che hanno chiesto di partecipare a un corso di preparazione, di formazione per fare l'operaio, non si trovino 315 candidati idonei. C’è qualcosa che non va, che non ha funzionato nella selezione - spiega Ferri -. Domande assurde e commissioni composte tutte da personale militare. È stato fatto un danno grave alla città di Taranto e a tutto il Paese. Abbiamo chiesto conto al sottosegretario alla Difesa con delega alla Marina, l’onorevole Matteo Perego di Cremnago, di questa incongruenza. E il sottosegretario ci ha assicurato che ci sarà un altro concorso. Si tratta di 1.452 posti, solo 80 dei quali in Puglia. Questo non risolve il problema. Ora siamo in attesa di un altro concorso da circa 2.400 posti che dovrebbe uscire all’inizio dell’anno prossimo e in questi 2.400 posti dovrebbero essere ricomprese alcune posizioni riservate per l’Arsenale di Taranto».

Ma Ferri spiega già che i numeri non saranno sufficienti a coprire il gap dei posti di lavoro persi. «Nel territorio di Taranto già adesso abbiamo su una pianta organica teorica di circa 3.800 unità, una previsione di uscita entro 12 mesi di 1.600 persone con pensionamenti ordinari, più altri con misure speciali, quote ed altro. Quindi mancheranno circa 2.000 unità. Cosa resterà dell’Arsenale di Taranto? Tutti sappiamo che è il più importante e il più grande stabilimento per le manutenzioni di lungo periodo delle unità navali e dovrebbe avere una pianta organica di circa 1.400 persone, mentre già adesso ne conta circa 900. Stessa storia per Maristanav Taranto che è la più grande base militare e d'Italia, che nel giro di meno di un anno perderà professionalità straordinarie in grado di operare per il pronto impiego delle navi. E così anche per Maricommi, Marina Sud, Marimuni, eccetera. Una vera e propria emorragia».

Per il coordinatore nazionale Cisl per la Difesa, Massimo Ferri, «è necessario programmare non solo di ripianare l’organico dell’Arsenale ma anche degli altri enti, altrimenti - spiega - tutto il sistema Marina affonda».

«La politica e il management militare non perdono occasione per ribadire che Taranto è centrale per la Marina e per il Paese, dimenticando spesso che nel corso del tempo questa presenza ha anche condizionato l’economia e la società perché la forza armata ha occupato spazi fisici importanti sul territorio, ne ha condizionato lo sviluppo. La programmazione fatta dallo stesso Stato maggiore della Marina riporta entro la fine del 2024 circa 1.600 unità in meno. Certo, non è soltanto un problema del ministero della Difesa, ma è un problema in genere di tutto il pubblico impiego, ma in questo modo - aggiunge Ferri -, i servizi pubblici che sono garanzia di uguaglianza di diritti, vengono messi in discussione e si fa spazio l’idea della privatizzazione dei servizi».Per discutere delle situazioni più impellenti, il prossimo 27 novembre, i rappresentanti sindacali della Difesa incontreranno a Roma il capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino. «Abbiamo chiesto alla Marina una sorta di piano industriale complessivo, non solo per Taranto. Alla luce di questi numeri così drammatici, vorremmo scongiurare il rischio privatizzazioni che costano il triplo e mettono in discussione il controllo delle attività sensibili sui sistemi militari».

FONTE:LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

«Così il sistema Marina rischia di naufragare», in pensione la metà dei dipendenti civili

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17 novembre 1860, un primo importante passo verso la Marina unitaria

Una tappa cruciale di un lucido e lungimirante percorso economico e politico

4unificazione marine

17 novembre 2020 Marina Militare

«Il sottoscritto, preposto all’amministrazione delle cose di mare di uno Stato collocato in mezzo al Mediterraneo, ricco di invidiabile estensione di coste e di una numerosa popolazione marittima, sente il dovere di dare il più ampio sviluppo alle risorse navali del Paese»

Queste furono le parole scritte dal Presidente del Consiglio, Camillo Benso Conte di Cavour, presentando il bilancio della Marina del 1860.

Ma non erano solo le parole del Presidente del Consiglio: il 17 marzo 1860,  il Ministero della Marina era stato separato e reso autonomo rispetto a quello della Guerra, tradizionalmente in mano all'Esercito. Il primo titolare del nuovo Ministero fu proprio Cavour, e non fu un caso. Quel Presidente del consiglio, da attento economista, non voleva certo delegare ad altri quel prezioso strumento navale in vista dei prossimi, ormai intuibili grandi avvenimenti che sarebbero culminati, di lì a poco, nell'unità del Paese a cui in molti ancora non credevano.

Esattamente otto mesi dopo un'altro cruciale passo verso l'unificazione della Marina militare italiana. 17 novembre 1860, furono emanati i Regi Decreti n. 4419, 4420 e 4421 che fusero in un unico corpo gli ufficiali provenienti dalle flotte Sarda, Partenopea, Siciliana, Toscana e (per la parte adriatica soltanto) Pontificia, organizzando altresì amministrativamente la Regia Marina. L'intenzione di costiture una Forza Armata di mare unica al servizio del Regno d'Italia, anticipò dunque di quattro mesi la formale costituzione di quest'ultimo.

Non fu certo la definitiva nascita di una Marina unitaria, ma un'importante tappa di un lucido e lungimirante percorso economico e politicoInfatti il processo di accorpamento di tutte le Marine preunitarie potra essere considerato concluso il 1 gennaio 1861, come sancito con Regio Decreto del successivo 10 gennaio, cui seguirà l’assunzione formale da parte della Marina del Regno d’Italia del titolo di "Regia", conseguente alla proclamazione di poco successiva dell’Unità nazionale: 17 marzo 1861 dal parlamento italiano riunito a Torino che ora includeva anche i deputati delle nuove provincie.

Ma com'era composta la neonata Marina militare unitaria? In essa confluivano su base paritaria le Marine dei precedenti Stati italiani, definiti "Antiche Province": le Marine sabauda - da poco unitasi a quella toscana - siciliana, napoletana e, in parte, pontificia, già impegnate – talvolta anche congiuntamente - nel corso delle guerre per l’indipendenza nazionale. Stabilita la valenza di leggi, regolamenti e pregresse anzianità, e quindi la diretta continuità istituzionale della Marina Militare rispetto a queste ultime, essa può essere fatta risalire almeno al Medioevo. La stessa ebbe infatti come precedenti – oltre alle equivalenti organizzazioni militari delle Repubbliche Marinare (Amalfi, Pisa, Genova, Venezia) – soprattutto anche la Marina militare di Federico II imperatore e re di Sicilia, fondata nel 1231 per effetto di quanto prescritto, in maniera organica e per la prima volta in Occidente, nel Liber Constitutionum di Melfi: norme di rango costituzionale di organizzazione di uno Stato non più di matrice feudale, in qualche modo ancora alla base del Regno delle Due Sicilie preunitario.

Con la nascita della Regia Marina, l’Italia cominciò a perseguire la creazione di un adeguato quanto vitale Potere Marittimo nazionale. Superati i primi, più duri anni e la Terza guerra d’indipendenza, la nuova Forza Armata acquisisce un proprio significativo prestigio, grazie anche all’azione di grandi personalità, quali gli ammiragli Augusto Riboty Simone Pacoret de Saint Bon. Figura di primissimo piano dell’epoca, gloria nazionale e internazionale nel campo dell’ingegneria, il Generale del Genio Navale, e Ministro della Marina, Benedetto Brin: insigne progettista e organizzatore, in primo piano nella creazione di un’industria pesante nazionale, favorisce in ogni modo le misure che riescono ad affrancare la nazione dall’industria straniera, varando un poderoso programma navale, rivoluzionario sia a livello concettuale sia tecnologico, inteso a formare uno strumento potente e bilanciato. In poco più di un ventennio il fervore di rinnovamento e potenziamento della linea navale e delle infrastrutture faranno sì che, nel 1895, l’Italia arrivi ad occupare il rango di terzo posto fra le potenze marittime mondiali.

Un percorso di nascita che puntando fin da subito al Potere Marittimo, collateralmente attivò un volano per lo sviluppo economico del Paese.

FONTE: SITO MARINA MILITARE

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4 Novembre, Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze Armate

Apertura straordinaria dei siti della Marina

manifesto 4novembre 2023

3 novembre 2023 Redazione WEB

​​​​​Entra nei nostri palazzi, nei nostri musei,  basi e aeroporti,  sali a bordo delle nostre navi.

In occasione delle celebrazioni per il “Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate”,

il 4 novembre 2023 la Marina Militare apre le porte alla popolazione.

Non lasciarti sfuggire questa opportunità!

Sarà possibile visitare siti e unità navali come di seguito specificato:​

QGM Napoli: 

- Base navale, orari di apertura alla cittadinanza: 10.00-12.00; 15.00-17.00;

QGM Ancona:  

Orari apertura alla cittadinanza: dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 16.00

MARISICILIA Augusta: 

- Sala storica, orari di apertura alla cittadinanza: 09.00- 12.00.

 

COMDINAV QUATTRO: Unità navali 

- Nave BETTICA;

- Nave VEGA;

- Nave LIBRA.

Orari di apertura alla cittadinanza: 09.00-11.00; 15.00-17.00.

 

MARISTAELI Catania: 

- Gruppi di volo orari di apertura alla cittadinanza: 09.30-11.30. 

 

CAPITANERIA DI PORTO Siracusa

- CP Siracusa : orari di apertura alla cittadinanza: 09.30 - 12.30

- D.A.S. Idroscalo orari di apertura alla cittadinanza: 09.00 - 13.00

MARISUPLOG Messina: 

- Forte San Salvatore, orari di apertura alla cittadinanza: 09.00 - 12.30; 14.30 - 17.00 

 

MARISTUDI Venezia

- Museo Storico Navale orari di apertura alla cittadinanza: 11.00 - 18.00

- Scuola Navale “Francesco Morosini” orari di apertura alla cittadinanza: 10.00 - 12.00/14.30 - 16.30

- Comando Fari orari di apertura alla cittadinanza: 09.00 - 12.30

 

MARINA NORD La Spezia 

- Museo Tecnico Navale, orari di apertura alla cittadinanza: 08.30 – 19.30

- Faro di Livorno, orari di apertura alla cittadinanza: 09.00 – 14.00

 

CAGLIARI

- Unità Navali presenti in porto

 

GENOVA

- Capitaneria di Porto orari di apertura alla cittadinanza: 09.30 – 12.30

- Istituto Idrografico-Forte San Giorgio orari di apertura alla cittadinanza: 09.00 - 12.00/14.00 - 16.00

 

REGGIO CALABRIA 

- Capitaneria di Porto

TARANTO

- Castello Aragonese orari di apertura alla cittadinanza: 09.30 - 01.30 giorno successivo (su prenotazione 099/7753438)

- Stazione aeromobili Grottaglie orari di apertura alla cittadinanza: 09-00 – 11.00 (su prenotazione tel. 099/5629252)

- Marispedal Taranto- Sacello tardo romano orari di apertura alla cittadinanza: 10.00 - 12.30 (su prenotazione 099/7750315)

- Maricentadd – Sala storica  e Simulatore orari di apertura alla cittadinanza:  10.00 - 13.00 (su prenotazione 099/7752003)

 

BRINDISI

- Brigata Marina San Marco-Castello Svevo orari di apertura alla cittadinanza: 09.00 - 12.00 (su prenotazione 0831643242)

 

FONTE:NOTIZIARIO ON LINE DELLA MARINA MILITARE

 

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News Marina Militare,, 4 Novembre, Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze Armate

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Il progetto Scaneagle decolla dal ponte di volo di nave Bergamini

Il progetto Scaneagle decolla dal ponte di volo di nave Bergamini

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13 novembre 2023 Nucleo PI

Il mese di novembre 2023 ha visto il concretizzarsi del primo volo di un velivolo a pilotaggio remoto effettuato da bordo di un’unità della Marina Militare (APRM ScanEagle). Nave Carlo Bergamini, la Capoclasse delle unità FREMM, ha accolto questa nuova sfida, sostenendo mesi di lavorazioni e approntamento nella Base Navale Mar Grande di Taranto, volte al materializzarsi di questo ambizioso progetto di Forza Armata.

Il 31 ottobre 2023, nell’ambito dell’esercitazione NATO Dynamic Mariner/Mare Aperto 2-23, la prima Sezione Aeromobili a Pilotaggio Remoto della Marina Militare (SEZAPRM), guidata dal capitano di fregata Fabio Mariani - attuale Capo Reparto UAV di COMFORAER - è imbarcata su Nave Bergamini, per mettere a punto i preparativi del primo storico decollo.

Un’ottima sinergia e condivisione di intenti, tra gli specialisti dell’innovativo Reparto ed il Comando di bordo, ha caratterizzato gli intensi giorni di preparazione e pianificazione che hanno portato al primo "verde al ponte", segnale tramite il quale, il 3 novembre, il comandante Mariani ha effettuato la prima sortita diurna e notturna dalla durata complessiva di circa due ore di volo.

Questo battesimo dell’aria costituisce una pietra miliare di un percorso iniziato nel 2017 quando, con lo scopo di dotare le Unità della Squadra Navale di una tecnologia avanzata che potesse essere impiegata per garantire una sempre maggiore Maritime Situation Awareness, il progetto ScanEagle ha preso forma.

Analogamente a tutte le sfide tecniche e progettuali affrontate per l’installazione di questo nuovo assetto imbarcato su un’Unità navale, gli equipaggi specializzati APRM di Marina hanno frequentato un complesso corso di volo negli Stati Uniti della durata di circa tre mesi, ottenendo la qualifica teorico-pratica Ground Ops presso la sezione di addestramento della ditta INSITU, caratterizzata da attività teoriche e simulate, ed effettuando voli di addestramento presso l’aeroporto di Pendleton (USA), seguiti poi da una fase di formazione teorica MARITIME presso i simulatori ubicati nella località di Bingen (WA). A conclusione del percorso formativo, i piloti hanno dovuto effettuare due sortite di volo a bordo delle UU.NN. su cui il sistema è stato installato, sugellando il percorso intrapreso. È questo il caso del capitano di corvetta Lorenzo Bellotta, il quale, lo scorso 4 novembre, è diventato il primo pilota MARITIME abilitato in Forza Armata.

Nel continuo divenire degli scenari internazionali, l’impiego di questo innovativo sistema su Unità di punta quali le FREMM, rappresenta uno strumento estremamente flessibile ed efficace, volto a garantire una sempre maggiore integrazione delle capacità e versatilità degli assetti.

FONTE:NOTIZIARIO DELLA MARINA ONLINE

 

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News Marina Militare,, Il progetto Scaneagle decolla dal ponte di volo di nave Bergamini

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