La fuciliere di Marina cresciuta coi marines: "Noi alla pari dei maschi"

L'intervista alla 24enne Claudia Cosentino: "Maternità e vita militare? Non è un'utopia"

Claudia Cosentino Fuciliere

 di ALESSANDRO FARRUGGIA

Roma, 18 aprile 2018 - Guardiamarina Claudia Cosentino, 24 anni, Battaglione San Marco, com’è per una donna fare il fuciliere di Marina?

"Un onore. Dopo tre anni di accademia militare mi è stata prospettata la specializzazione anfibia e ho colto al volo l’opportunità. E così ho fatto un anno di specializzazone in America".

Con i marines?

"Sì, in Virginia. Sette mesi di addestramento. Trenta donne su trecento, solo quattro stranieri; due donne io e un’altra collega italiana".

Addestramento duro, come si racconta?

"Fisicamente molto duro, all’inzio duro anche linguisticamente per l’uso esteso degli acronimi militari, un sfida nonostante parlassi già un buon inglese. Ma ero motivata e ce l’ho fatta".

Come Demi Moore in soldato Jane?

"Non mi sono mai sentita il soldato Jane. Il film è un film. Ti fa vedere le difficoltà dell’addestramento, ma non illustra bene il rapporto con gli istruttori, i superiori, nessuno mi ha mai detto: non ce la fai perchè sei donna. Non c’è stata alcuna discriminazione".

Tornata in Italia, si sente anche un po’ marine?

"Francamente no. Anche quando ero lì mi sentivo Italia, un San Marco. Ma certo, è stata una esperienza indimenticabile".

Problemi con gli uomini?

"Nessuno, mi rispettano, io rispetto loro. Il rapporto è assolutamente alla pari. Molto professionale. Non mi sono mai sentita diversa perché donna".

Che problemi ci sono per una donna a essere militare in un reparto operativo?

"Gli stessi che può avere un uomo, i problemi che accomunano un po’ tutti i militari; i trasferimenti, le partenze improvvise, i mille problemi della vita di caserma, il conciliare il lavoro con la vita privata. Ma si superano".

La sua famiglia che ha detto quando ha comunicato loro che aveva deciso di arruolarsi?

"Io ho sempre avuto la passione per la divisa e lo sapevano. Il problema era semmai: che arma sceglierò? Ho optato per la Marina, che per me è perfetta. Mio padre è un poliziotto, ha capito la mia scelta ed era orgoglioso, e così mio fratello. Ho perso mia madre quando avevo quattro anni, e a casa sono cresciuta con regole severe. Mi è servito nella vita militare, in accademia e anche dopo, in America e qui a Brindisi".

Non teme che ci potranno essere problemi il giorno che dovesse scegliere di avere un figlio?

"Per nulla. Credo che sia assolutamente possibile conciliare la vita militare con la maternità. La Marina ci supporta, sono sicuro che non mi sentirei sola".

FONTE: Logo quotidianonet corto

 

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