F-35B, compromesso trovato fra Aeronautica e Marina?

Per gli F-35 B italiani si va verso un gruppo integrato tra Marina e Aeronautica. Fatti, indiscrezioni e scenari

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Per gli F-35B italiani si procede verso un gruppo integrato tra Aeronautica e Marina Militare.

“Una forza di 30 velivoli “a disposizione della Difesa” nel cui ambito gli F-35B dell’AM potranno operare dal Cavour e dal Trieste e gli F-35B della Marina da terra. È quanto ha dichiarato oggi il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Amm. Enrico Credendino, intervenuto a margine della cerimonia di imbascamento di 7 nuovi incursori del GOI svoltasi nella storica base del Varignano”, ha riportato Rid, lo scorso 21 gennaio.

Un sentore di questa direzione lo si aveva avuto lo scorso 22 novembre con il primo appontaggio di un F-35B dell’Aeronautica sulla portaerei della Marina Cavour durante un’esercitazione nel Mediterraneo Centrale.

Si è trattato infatti di una “almeno formale conciliazione fra generali e ammiragli sulla spinosa questione della gestione della flotta di F-35B a decollo corto e atterraggio verticale” aveva commentato AnalisiDifesa. Finora infatti si è assistito a una vera e propria “disputa fra l’Arma Azzurra e quella “Blu” per le consegne e l’impiego degli esemplari a decollo corto e atterraggio verticale del Joint Strike Fighter” ricordava Silvio Lora Lamia su AnalisiDifesa.

Al momento la Marina ha 3 F-35B e l’Aeronautica uno solo.

Tutti i dettagli.

GLI F35-B ITALIANI

L’F-35B è la “variante a decollo corto e atterraggio verticale” dell’F-35, il velivolo da combattimento di quinta generazione del programma Joint Strike Fighter di prossima dotazione alla Marina Militare nella variante Stovl in sostituzione degli AV8B-plus.

La Marina Militare italiana ha acquistato 15 F-35B. Anche l’Aeronautica militare ha ordinato lo stesso quantitativo del modello B, oltre a 60 F-35A Ctol (a decollo convenzionale).

La qualifica per gli F-35B permetterà a Nave Cavour di partecipare a operazioni congiunte tra la Mm italiane e il Corpo dei Marines degli Stati Uniti (Usmc).

L’OPERAZIONE CONGIUNTA TRA F-35B DI MARINA E AERONAUTICA

L’esercitazione dello scorso novembre ha visto gli F-35B italiani che appontavano sulla nave inglese (HMS Queen Elizabeth); F-35B americani che appontavano sulla nave italiana (Cavour) e F-35B dell’Aeronautica e della Marina Militare che appuntavano su Nave Cavour in sinergia.

“L’attività aerea a bordo della portaerei Cavour, svolta in piena sinergia tra Marina e Aeronautica, rappresenta una pietra miliare nello sviluppo della capacità nazionale di proiezione dal mare del potenziale offerto dai nuovi velivoli di quinta generazione, gli F-35B”, commentava una nota della Difesa.

LE TENSIONI TRA AM E MM

“L’attività congiunta di velivoli F-35B di Marina e Aeronautica a bordo della portaerei Cavour giunge dopo un lungo periodo di tensioni tra le due Forze Armate circa l’assegnazione dei velivoli e l’utilizzo di basi differenziate”, ha ricordato Analisi Difesa.

IL COMANDO DELLA FORZA

Inoltre, secondo Rid, “la forza, in caso di operazioni navali, sarebbe sotto comando Marina, e sotto comando Aeronautica in caso di operazioni a terra”.

PROVE IN CORSO

E dopo l’operazione nel Mediterraneo centrale con i primi appontaggi di un F-35B dell’Aeronautica da nave Cavour si prosegue in questa direzione. “La prossima settimana un F-35B della MM opererà assieme ad un F-35B dell’Aeronautica in un’attività addestrativa dall’Isola di Pantelleria” ha riportato la testata diretta Pietro Batacchi.

LE PERPLESSITÀ

Eppure, tra gli addetti ai lavori c’è chi ha già espresso dubbi circa una soluzione simile.

“Sul fatto che ci voglia una massa critica non ci piove; molti analisti del settore sostengono da anni che sia necessario costituire una Lightning Joint Force italiana con i due gruppi di F-35B che rimangono nella sfera di competenza delle rispettive Forze Armate ma con addestramento, supporto tecnico e logistico e operativo (parzialmente in comune), con i piloti dell’Aeronautica che conseguano l’abilitazione ad operare dai ponti di volo della Marina” segnalava lo scorso novembre Francis Walsingham su Startmag.

“Ma la situazione attuale è grigia: la Marina ha 3 F-35B e l’Aeronautica uno solo. Peraltro, grazie al maggior numero di F-35A disponibili, l’Aeronautica riesce ad ottenere la Capacità Operativa Iniziale con l’unico B a disposizione perché si è concentrata esclusivamente sulle procedure di atterraggio verticale e decollo corto, sfruttando tutto il lavoro già compiuto dalla versione A per il resto dell’inviluppo e delle prove con gli armamenti oggi a disposizione. La Marina paradossalmente dovrà attendere ancora diverso tempo perché deve praticamente partire da zero: l’abilitazione del Cavour è stato ottenuto solo grazie all’Usmc molto più avanti nei numeri, nella gestione e nell’operatività del F-35B” sottolineava Walsingham.

CONVIVENZA FORZATA?

Oltre alla difficoltà di una soluzione integrata c’è chi ravvede una forzatura nella soluzione del gruppo integrato con F-35B di Am e Mm. “Una convivenza operativa tra la Marina all’Aeronautica non è percorribile in quanto non è pensabile che i piloti dell’Aeronautica si possano non solo abilitare ma abituarsi ad operare in ambienti limitati come le portaerei-portaeromobili in dotazione alla Marina. Né, d’altra parte, è presumibile che la Marina sarebbe disponibile a cedere l’operatività dei suoi velivoli all’Aeronautica in un’ipotesi di convivenza forzata. (L’esempio, per molti osservatori un vero e proprio “scempio” ai danni della Royal Navy che ha perso la componente aerea imbarcata a favore della Raf pur di ottenere la costruzione delle due portaerei Queen Elizabeth e Prince of Wales, è sotto l’occhio di tutti)” commentava Luigi Tancredi, pilota dell’Aeronautica Militare per 14 anni, su Ares-Osservatorio Difesa a gennaio 2021.

FONTE:LogoStartMag

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