Galata-Museo del mare di Genova

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La visita


Una straordinaria avventura alla scoperta di sei secoli di vita sul mare
La costruzione di vetro e acciaio, opera dell’architetto spagnolo Guillermo Vasquez Consuegra veste di nuovo il più antico edificio della Darsena, un tempo Arsenale della Repubblica di Genova dove venivano costruite, armate e varate le galee.
Aperto nel 2004, anno di Genova Capitale Europea della Cultura, oggi il Galata è il più grande museo marittimo del Mediterraneo, innovativo e tecnologico.
Ma non solo, il museo è anche fuori. Scopri qui il Galata Open Air Museum

PIANO TERRA

Piano TerraIl vostro primo sguardo si posa sulla nuova hall del Galata, ristrutturata di recente con richiami al mondo del mare e della navigazione (vedi box a fianco). Dopo le sale del Porto di Genova nell’antichità e di Cristoforo Colombo, dove sono custoditi preziosi documenti e il
suo famoso ritratto, la visita prosegue nell’armeria della Darsena, una fedele ricostruzione 1:1 di una Galea del ‘600 – lunga 40 metri e alta a poppa 9 – sulla quale si può salire per scoprire la vita a bordo di schiavi, forzati e buonavoglia che ne costituivano l’equipaggio.

0) Faro fanale, 4 imbarcazioni storiche, diorama palombaro

1) “L’Affresco” di Renzo Piano

2) Genova: il Porto dopo il medioevo

3) Cristoforo Colombo, un marinaio genovese?

4) Andrea Doria e le galee genovesi

5) Le armi della Repubblica

6) Arsenale: la galea sullo scalo

7) Galeotti: vita a bordo

PRIMO PIANO

Primo pianoDa qui si vede dall’alto la coperta della galea che termina nella carrozza, dove trovavano posto signori e passeggeri di riguardo. Una scena rievoca l’arrivo a Genova dei forzieri
d’argento portati sulle galee genovesi dalla Corona di Spagna ad Andrea Doria.
In seguito ammirerete preziosi globi e antichi atlanti, consultabili grazie alla navigazione virtuale che consente di “sfogliare” mappe realizzate dai più famosi cartografi del Cinque e Seicento. La sala dei mostri marini, infine, fa rivivere l’immaginario del mare tra meraviglia e paura.

8) Galee, tra storia e arte

9) Il ponte della Galea

10) Genova e la guerra nel Mediterraneo

11) Atlanti e Globi

12) Sala Mare Monstrum

SECONDO PIANO

Secondo pianoVedrete la zattera originale dove Ambrogio Fogar e Mauro Mancini rimasero in balìa dell’oceano per 74 giorni e, subito dopo, affronterete una tempesta in 4D a bordo di una scialuppa.
Potrete curiosare nella sala nautica e salire a bordo di un brigantino-goletta; dopo il cantiere navale storico e la falegnameria, entrerete in uno Yacht Club di fine ‘800, con i dipinti della Collezione Croce.

13) Genova e l’età delle rivoluzioni

14)Tempeste & naufragi

15) Le scienze nautiche

16) Il brigantino “Anna”

17) Cantiere navale

18) Galleria Beppe Croce

 

TERZO PIANO

Terzo pianoVi calerete nei panni di un emigrante per conoscere la storia delle emigrazioni italiane e delle nuove immigrazioni, attraverso ricostruzioni d’ambiente, testimonianze fotografiche e filmate, postazioni interattive. Sul ponte di un piroscafo, inoltre, un simulatore navale vi farà vivere l’emozione di pilotare una nave nel porto di Genova.
Infine la scuola dei sommergibilisti del Nazario Sauro S518 vi preparerà alla visita del sottomarino.

19)1861, la chiamata

20) Genova e gli emigranti

21) La dogana

22) La Stazione Marittima

23) Il piroscafo “Città di Torino”

24) La Boca (Argentina)

25) La fazenda (Brasile)

26) Ellis Island (usa)

27) Italiano anch’io

28) Sala degli Armatori

29) Scuola dei sommergibilisti

TERRAZZA

TerrazzaVisiterete gli allestimenti più recenti e, dalle due terrazze Coeclerici e Mirador, potrete godere di incantevoli vedute del centro storico e del porto di Genova, anche a 360°.

30) Sala Coeclerici / Navigare nell’Arte

31) Mostra Andrea Doria. La nave più bella del mondo

 

DARSENA

DarsenaSulla scia dei grandi musei marittimi internazionali, il Galata ha creato sulle sue banchine un Open Air Museum: un museo a cielo aperto che narra la storia dei cantieri navali e delle attività commerciali-marittime che si tenevano in questi spazi.

Fiore all’occhiello è il sottomarino S 518 Nazario Sauro , visitabile in acqua.

 

Galata biglietti

 

Il video è senza audio per scelta.

 

FONTE: Logo Galata Museo

News varie dal mare, Galata-Museo del mare di Genova

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Taranto: Il ponte girevole: storia e curiosità

ponte girevole

Il Ponte Girevole rappresenta sicuramente il simbolo più conosciuto della città di Taranto. L’associazione Taranto-Ponte Girevole è praticamente automatica, un po’ come Roma-Colosseo, Parigi-Torre Eiffel, Londra-Big Ben, Amsterdam… vabbè, avete capito.

Vediamo come funziona il Ponte Girevole e ripercorriamo brevemente (sì, brevemente) le tappe della sua costruzione.

Innanzitutto, è costituito da un’imponente struttura in metallo che scavalca il canale navigabile collegando l’Isola della Città Vecchia con il Borgo Nuovo.
Le acque che il ponte sovrasta vengono solcate quotidianamente dalle piccole imbarcazioni dei pescatori tarantini, i cui volti sono abbronzati tutti giorni dell’anno.

il ponte girevole

Anticamente esisteva un vero e proprio istmo a unire le due sponde. Questo tratto di terra congiungeva l’acropoli della città (oggi “Città Vecchia”) con il resto dell’abitato, situato nell’attuale Borgo Nuovo, ma fu poi rimosso alla fine del ‘400 per proteggere il Castello Aragonese dall’attacco dei nemici. Più precisamente si trattava dei Turchi, i quali (dicono gli storici più rigorosi e preparati) erano tipi piuttosto vivaci…

L’apertura del Ponte Girevole

Assistere all’apertura del Ponte Girevole è davvero uno spettacolo singolare, tanto più considerando che avviene solo per consentire il passaggio di navi di grandi dimensioni nel Mar Piccolo o da questo verso il Mar Grande.

E’ prevista un’apertura straordinaria anche nel mese di maggio per il transito della suggestiva processione marittima dedicata al Santo Patrono di Taranto, San Cataldo.

Nell’ottobre 1989 i suoi bracci si sono invece schiusi al cospetto di Papa Giovanni Paolo II, che lasciò una traccia del suo passaggio in barca nei cuori di tutti i cittadini presenti all’evento.

ponte san francesco di paola

Sì, ok, ma come funziona l’apertura del ponte? Provo a spiegarla come se non capissi nulla di ingegneria. Il che corrisponde al vero.

Il Ponte Girevole è diviso in due metà. L’azione degli ingranaggi le separa l’una dall’altra e le fa ruotare su un lato in modo alternato: dapprima si sposta quella più vicina all’Isola, poi quella collegata al borgo nuovo.

A conclusione della manovra, che dura circa tre minuti, le due metà del Ponte Girevole volgono verso il Mar Piccolo e sono spalancate come le braccia di un parente che ti dà il benvenuto in casa. Il borgo nuovo viene temporaneamente separato dal borgo antico e la città si spezza come un biscotto.

ponte girevole taranto

La nave può finalmente passare e l’equipaggio si raduna in coperta per ricambiare con enfasi il saluto della gente affacciata sul Lungomare.

Questo spettacolo non ha lasciato indifferente nemmeno Gabriele D’annunzio, che nelle sue “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi” dedica alcuni versi al capolavoro di ingegneria di Taranto:

Passano così le belle navi pronte per entrare nella darsena sicura, volta la poppa al jonico orizzonte.
Gabriele d’Annunzio

Il primo Ponte Girevole: come era fatto?

Qualche dato serioso. Pare che il primo Ponte Girevole di Taranto risalga alla fine del 1800 e che sia stato realizzato in legno da una ditta di ingegneri di Napoli. Le turbine che ne garantivano il funzionamento erano azionate dalla caduta dell’acqua in una cisterna situata nel Castello Aragonese.

ponte taranto

Tra il 1956 e il 1958 il ponte in legno venne sostituito con quello attuale in metallo, sostanzialmente analogo al precedente ma con funzionamento elettrico. E’ inoltre più largo di alcuni metri.

In passato, il Ponte Girevole rappresentava l’unica via di comunicazione fra l’Isola della Città Vecchia e la terraferma, ma dal 1977 è affiancato in questo compito dal Ponte Punta Penna, detto anche Ponte Pizzone, che venne costruito a cavallo del restringimento naturale che crea i due seni del Mar Piccolo.

Curiosità (= frivolezze) sul Ponte Girevole

Avete mai letto il libro o visto il film “Ho voglia di te” di Federico Moccia? No? Questo depone a vostro favore.
Stando a quello che mi ha detto un amico di un amico (ok, ho letto il libro), è la storia di due ragazzi romani che si promettono eterno amore sul Ponte Milvio legando simbolicamente un lucchetto alla catena di un lampione e gettandone via la chiave nelle acque del Tevere.

pescatori ponte girevole

Perché vi racconto questo? Perché gli innamorati della città bimare hanno trovato nel Ponte Girevole un analogo del Ponte Milvio e hanno attaccato alla sua ringhiera i famosi lucchetti dell’amore, lanciandone la chiave nel canale navigabile.
La maggior parte di essi sono stati rimossi, altri restano coraggiosamente aggrappati alla ringhiera a suggellare qualche ardore giovanile. Nonostante le numerose immersioni nel canale, le chiavi non sono mai state recuperate (battuta!).

FONTE: logo TM1


"Compie 60 anni il ponte girevole di Taranto, uno dei simboli della città. Si tratta di una struttura metallica lunga quasi 90 metri e larga più di 9, con due corsie stradali, che collega l'isola della Città vecchia al Borgo Umbertino. Per festeggiare la ricorrenza, la Marina Militare ha organizzato una mostra fotografica e l’apertura straordinaria del Ponte Girevole col transito della nave Andrea Doria in ingresso e in uscita dal bacino di Mar Piccolo. Al passaggio della nave da guerra, salutato dallo sparo di alcune salve dal Castello Aragonese, addobbato con bandiere e striscioni tricolori, hanno assistito migliaia di persone. L’evento è stato accompagnato dalla Fanfara della Marina militare. Il ponte esiste in realtà fin dal maggio del 1887, voluto all’epoca dall’ammiraglio Ferdinando Acton. L’attuale struttura, invece, fu inaugurata nel 1958, Anche Gabriele D’Annunzio dedicò alcuni versi al ponte girevole di Taranto: “Non balena sul Mar Grande né tuona. Ma sul ferrato cardine il tuo Ponte gira e del ferro il tuo Canal rintrona" (Vittorio Ricapito)"

Vai al video della cerimonia

Alcune foto dell'amico Luigi Cotrufo

Taranto, Lo sapevate che, Ponte girevole

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I Trabucchi del Gargano… musei a cielo aperto

Dal blog degli amici dell'Eco B&B Pizzicato di Vico del Gargano

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un articolo molto interessante sui Trabucchi del Gargano. Esperienza che io ho vissuto in prima persona e che consiglio di fare a chi è "di passaggio" dalle parti di Vieste o Peschici. Fermarsi a mangiare su un trabucco e magari farsi raccontare la loro storia mentre vi gustate il panorama mozzafiato del mare di fronte è una sensazione unica. Provare per credere!

Alla scoperta dei trabucchi, suggestivi anche in autunno

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Gabriele D’annunzio li definì “strane macchine da pesca tutte composte da tavole e travi simili a dei ragni colossali”, l’architetto americano Bernard Rudofsky “architetture senza architetto”.
Entrambe le definizioni esprimono bene quello che sono i trabucchi: ragni giganti simili a palafitte che, pur non essendo stati progettati da architetti o ingegneri, da secoli sfidano le tempeste ed assolvono la loro funzione.
Questi marchingegni si usavano per pescare e venivano costruiti principalmente con il legno dei pini d’Aleppo, alberi molto diffusi nei boschi dell’Adriatico, particolarmente resistenti alla salsedine ed al Maestrale, che sul Gargano soffia spesso.

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Anche se sembrano “fragili”, i trabucchi sono ben ancorati sulla roccia e resistono alle intemperie.
E’ per questo che ancora oggi la costa garganica è disseminata di trabucchi, uno dei più antichi è quello di San Francesco, ma ce ne sono molti altri come, ad esempio, quello di San Nicola, quello di Monte Pucci e quello di Manaccora.
Alcuni trabucchi sono diventati dei ristoranti, molto caratteristici, dove si può gustare il pesce dopo averlo pescato. È un’esperienza indimenticabile assistere alla “calata” dell’enorme rete che intrappola decine di cefali e mormore fresche, che vengono cucinati all’istante e gustati di fronte al mare.
Questo avviene a punta Manaccora, vicino Peschici, dove Elia Ranieri prepara un ottimo piatto locale “u ciambott”, sorta di zuppa fatta con pane secco e pesci a pezzi, con pomodoro fresco. Si può mangiare anche sul trabucco di Mimì (a Punta San Nicola) e a Monte Pucci, tra le alte falesie di calcare bianco.
Ad oggi sono ben quattordici i trabucchi funzionanti sulla costa tra Vieste e Peschici, che vengono preservati anche grazie all’Associazione I Trabucchi del Gargano, formata dai trabuccolanti del territorio e patrocinata dall’ente del Parco nazionale del Gargano.

trabucco 5

Qui trovate la mappa completa di tutti i trabucchi presenti sulla costa del Gargano

(fonte Parco Nazionale del Gargano).

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E queste sono alcune foto fatte da me al Trabucco di Monte Pucci

FONTE: logotrabucchi

Sapevate che, Trabucchi del Gargano

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