Gran Prix D’Italie 2014: il racconto di Andrea Pendibene
REGATA GRAN PRIX D'ITALIE 2014: il racconto di Andrea Pendibene
Bello e difficile il GPI 2014 (Grand Prix D'Italie) targato ITA520MM, vittoria di classe e terzi assoluti dietro ai prototipi di ultima generazione.
Regata ormai classica del panorama velico d'altura voluta dal Presidente della Federazione Vela Carlo Croce e riconosciuta dalla Classe ISAF-MINI650 come prova di Coppa del Mondo, oltre che seconda prova valida per l'assegnazione del Campionato Italiano di specialità 2014.
Start e arrivo da Genova con una discesa fino alla Caletta, un traversata fino a Giannutri e la risalita tra le isole toscane per un totale di 530 miglia.
Questo anno, con una meteo incerta , in occasione del briefing la mattina della regata, il Comitato organizzatore (Presieduto dal Commodoro Cairo e dal Direttore Sportivo Monaco) hanno cambiato il percorso: discesa fino a Giannutri per sfruttare le brezze costiere e poi la risalita sulla stessa tratta con un forte venti da nord-nord est.
Partiamo bene, decisi e con la consapevolezza di tirare al massimo le prime 48 ore di regata, e cosi facciamo subito dopo la partenza imponiamo l'andatura, il ritmo alla regata e soprattutto il timing agli avversari che ci controllano a vista, francesi compresi.
Dopo il primo gate della Capraia, siamo nel gruppo di testa con i prototipi e questo ci gasa ulteriormente, continuiamo ad assecondare la barca con i cambi di assetto,di vele.
Saltano i turni canonici 2h e 2h tra prodiere e timoniere (che in questa specialità i ruoli non sono ben definiti ma si cambiano in base alla necessità del momento)
Alla latitudine della Isola d'Elba ci prendiamo un ottimo bordo e lavoriamo senza sosta anche la notte, soprattutto forzando molto sui ritmi del sonno e cercando ogni refola di vento sulla superfice della mare ormai a specchio
Il giro di Boa di Giannutri ci conferma tramite barca comitato della riduzione e ci sorprende un poco; ma non dobbiamo distrarci e pensiamo alla strategia della risalita con poca aria inizialmente e poi con vento forte su Capo Corso.
Durante la risalita in direzione Giraglia ci accorgiamo del capolavoro fatto, tutta la flotta scende ancora ...
Alla isola d'Elba arriviamo veloci e con gli avversari che ci inseguono inferociti ma durante l'ultimo rush finale, subito dopo Capraia una rotazione del vento con un rinforzo deciso di sdraiano la barca e solo dopo qualche minuto riduciamo le vele fortunatamente senza danni gravi, solo una stecca rotta e siccome le sfortune non vengono mai da sole un peschereccio ci affianca e con il mare grosso scopro che ha le reti calate e ci inventiamo una manovra epica mentre stiamo riducendo le vele e lui pesca!!!!
Dopo Capraia una sola scelta cruciale, magari sbagliata con il senno di poi:
un secondo per decidere, una sola possibilità, nessuna riflessione permessa, solo destra o sinistra....andiamo dalla parte sbagliata e riusciamo in meno di 20 ore a bruciare un distacco di oltre 20 miglia accumulato in tutta la prima parte di regata con sudore e tanto sonno perso.
Con i se e i ma non si cresce, con gli alibi non ci si forma e noi siamo militari, dobbiamo prendere questi stimoli per migliorarci, abbiamo sbagliato questa volta e noi siamo abbligati a non sbagliare nulla.
Indubbiamente le vele datate, la radio fissa che funziona a metà che non rendendo possibile la "cattura delle posizioni avversare) e non ultimo il pilota automatico smontato due gg prima della regata perché inviato in revisione sono solo dettagli.
Dobbiamo migliorare e andare ulteriormente nel dettaglio sulla privazione del sonno mantenendo la lucidità necessaria in queste regate offshore.
Per il resto ci siamo divertiti, ci abbiamo creduto fino alla fine e ottenuto un primo posto tra i serie e un terzo assoluto. Fare meglio non era pensabile nel mondo terrestre!!!!
Ora si pensa al TAN, e alla trasferta Romana, due regate impegnative in cui vorremmo fare bene ma ogni regata è una storia a se e il colpo della balenottera aiuta sempre!!!
Liberamente estratto dal sito ufficiale della Marina Militare
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