Buon compleanno Notiziario della Marina da 70 anni oblò sulla Marina e sulla marittimità

Il Notiziario della Marina compie 70 anni

70 anniversario notiziario

8 marzo 2024 D'Avenia Antonello Rocco

​Il Notiziario della Marina, punto di riferimento della filiera editoriale della Forza Armata, rimane una lente d'ingrandimento sulle storie e sulle vite dei nostri marinai.

Nato nel 1954 come house organ rivolto agli equipaggi della Marina, per diventare, nel 1985 testata giornalistica, rivolta a chi sente parte della grande “famiglia marinara", a chi ama il mare e ne comprende l'importanza vitale per il benessere del nostro Paese. Nel 1997 sul sito della Marina Militare nasce il “Notiziario della Marina on-line"  Marina Militare (difesa.it) - che attraverso brevi news racconta la Marina giorno per giorno affiancando il Notiziario.

Tra le nostre pagine sono disponibili articoli e interviste esclusive per meglio far conoscere la Marina Militare “verso e attraverso" il proprio personale: la flotta, i comandanti, gli equipaggi, le operazioni, gli istituti di formazione quale culla di valori, tradizioni e crescita, il supporto logisticogli arsenali, storia, sport, vela e tanto altro ancora.​

Il Notiziario della Marina racconta i protagonisti attraverso immagini e parole semplici, nel rispetto dello spirito di una rivista che dal gennaio 1954 è fonte d'informazione comunicazione istituzionale.

Uscita di gennaio: Gennaio 2024 - Marina Militare (difesa.it)

Uscita di febbraio: Febbraio 2024 - Marina Militare (difesa.it)

FONTE: NOTIZIARIO ON LINE DELLA MARINA MILITARE

 

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Comando in Capo della Squadra Navale-Il punto dell'Ammiraglio De Carolis

Estratto dal numero di Gennaio 2024 del Notiziario della Marina un interessante approfondimento dell' Ammiraglio Aurelio De Carolis, Comandante in Capo della Squadra Navale intervistato da Alessandro Busonero

Notiziario della Marina gennaio 20241

 

Flessibilità, versatilità e autonomia logistica sono caratteristiche che rendono uniche le Marine. Come è evoluta la Squadra Navale?

Oggi la Marina è attiva su più fronti, ben oltre i confini del Mare Nostrum. Nel 2023 abbiamo avuto fino a 11 unità della Squadra Navale contemporaneamente fuori dal bacino mediterraneo, in linea con il concetto di proiezione in tutta l'area di prioritario interesse strategico nazionale. Per diversi mesi abbiamo anche operato nell'Indo-Pacifico. Grazie ai connotati di flessibilità, versatilità e autonomia delle forze marittime, abbiamo realizzato uno “schema di manovra” per assolvere i nostri compiti istituzionali e al tempo stesso conferire massima efficacia all'azione complessiva della flotta. In linea con le direttive del Capo di Stato Maggiore della Marina, negli ultimi due anni ci siamo così dedicati a realizzare un continuum operativo marittimo per disporre di unità navali e relative componenti specialistiche imbarcate “dove e quando servono” per difendere gli interessi del Paese. Ne è derivata un'azione ampia ed efficace, estesa a tutta la regione del Mediterraneo Allargato e oculatamente pianificata e condotta per essere sostenibile nel tempo.

Per sincronizzare la manovra complessiva abbiamo messo a sistema i movimenti delle unità navali anche con la partecipazione alle operazioni marittime svolte sotto egida della NATO, dell'Unione Europea e delle altre coalizioni cui la Nazione aderisce. Con questo approccio, negli ultimi due anni abbiamo incrementato l'attività di circa il 20% per poter fronteggiare tutte le diverse esigenze operative legate all'evoluzione dello scenario: quelle nazionali, per proteggere da minacce emergenti i traffici marittimi di interesse in Golfo di Guinea e Mar Rosso oltre che nei mari circostanti la Penisola; quelle a favore dell'Alleanza Atlantica, per la deterrenza nei confronti della Russia, nel Baltico e nel Mediterraneo; quelle per sostenere la sicurezza marittima dell'Unione Europea in Mediterraneo, Oceano Atlantico e Oceano Indiano.

squadra navale

La forza della Marina è lo “spirito del marinaio” che ci porta a lavorare insieme per il raggiungimento delle missioni, qualsiasi esse siano. Nel tempo è cresciuta l’attenzione al benessere del personale, con attività specifiche e strutture dedicate. In breve, quali sono le iniziative principali svolte nel 2023 e quali quelle in cantiere per il 2024?

Superate anche le restrizioni del periodo pandemico, nel 2024 abbiamo ripreso e rinnovato l'apertura alle famiglie di basi, strutture, unità e reparti della Squadra Navale. Ci siamo posti l'obiettivo di avvicinare soprattutto i più piccoli alla professione dei genitori. Con questo spirito abbiamo dato nuovo impulso ai cosiddetti family day in tutte le nostre sedi. Sono anche riprese, a favore dei familiari, le uscite in mare, le esperienze a bordo dei velivoli dell'aviazione navale e le attività sui mezzi della Brigata Marina San Marco.

Particolare attenzione è stata anche posta nell'accrescere la fruibilità di palestre, impianti e strutture sportive, ammodernando e ampliando quelle esistenti, sia nelle basi sia a bordo delle navi. Stessa cura abbiamo rivolto alle strutture alloggiative che in più sedi sono state e saranno oggetto di lavori di ristrutturazione e ammodernamento, necessari a meglio soddisfare le esigenze e le richieste del personale.

In seguito all'evidente apprezzamento degli utenti per i due stabilimenti elioterapici gestiti nell'ambito della Squadra Navale - mi riferisco a quelli di Taranto San Vito e di Marinella di Sarzana (La Spezia) - abbiamo preso anche quello dell'isola di San Pietro, a Taranto, affidandolo alla locale Stazione Navale e prevedendone l'apertura già dalla prossima stagione estiva.

Analoga attenzione stiamo prestando allo stabilimento di Brindisi, da tempo inattivo, prevedendo interventi che dovrebbero consentirne la riattivazione entro i prossimi due anni. Sempre sul benessere del personale, voglio sottolineare lo sforzo in atto fin dall'inizio del mio mandato su tre fronti specifici: programmazione anticipata dell'attività delle unità navali, contenimento dei periodi di fuori sede degli equipaggi e riduzione dei temporanei imbarchi per sopperire alle carenze di personale.

squadra navale1

La flessibilità d’impiego è uno dei punti di forza della Marina. La Squadra Navale ne ha dato ampia prova nel 2023. Due esempi concreti, con la nave anfibia San Marco inviata in poco più di 24 ore a febbraio in Turchia e Siria e a settembre in Libia quale supporto nazionale a catastrofi naturali che hanno colpito le popolazioni locali.  In questi casi, quanto l’addestramento degli equipaggi e delle procedure incide sul compimento della missione?

La molteplicità e la varietà delle attività del 2023 evidenziano la capacità dei nostri equipaggi di operare efficacemente in tutto lo spettro delle missioni loro assegnabili. Tanto quelle operative o addestrative quanto quelle di intervento umanitario in contesti di calamità naturali.

Da Comandante in Capo sono particolarmente orgoglioso dell'elevata prontezza e delle capacità messe in luce dal nostro personale, militari e civili.

È il risultato del nostro costante e virtuoso processo di addestramento, come quello svolto nell'ambito delle esercitazioni Mare Aperto, unito allo spirito di abnegazione che da sempre caratterizza il meraviglioso capitale umano di cui disponiamo: uno straordinario valore aggiunto che supera il contributo portato dalla tecnologia, pur sempre fondamentale e abilitante per la Squadra Navale, come dimostra il salto generazionale che stiamo vivendo con l'ingresso in linea delle nuove navi realizzate grazie alla cosiddetta Legge Navale, tra cui i moderni pattugliatori classe Thaon di Revel. Circa l'ottima prestazione di nave San Marco, mi fa piacere sottolineare come la sua variegata e proficua attività sia stata il risultato dell'implementazione, nel 2023 per la prima volta, del concetto di Littoral Expeditionary Group (LEG). Si tratta di tenere in alta prontezza una nave anfibia con a bordo una componente da sbarco a livello compagnia della Brigata Marina San Marco. Tale concetto sarà ulteriormente sviluppato nel 2024 su nave San Giorgio che parteciperà insieme al Garibaldi all'esercitazione Nordic Response nell'Artico. Sempre in materia di addestramento, colgo l'occasione per sottolineare l'enfasi che abbiamo posto sull'innalzamento dei livelli di capacità di tutte le componenti della flotta fin dal giorno in cui ho assunto il Comando della Squadra Navale nel dicembre 2021. Dopo aver portato a termine con successo ben quattro esercitazioni Mare Aperto della durata di un mese ciascuna, due nel 2022 e due nel 2023, e numerose altre attività addestrative in ambito nazionale e internazionale, sono soddisfatto dei risultati raggiunti dai nostri equipaggi, dalle componenti specialistiche e dagli staff di pianificazione e condotta.

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La Marina Militare nel tempo ha sviluppato il cosiddetto Tridente che impegna in maniera diretta gli equipaggi e i mezzi aeronavali della Squadra Na-vale. In breve di cosa si tratta e quale sono le sue peculiarità?

Lo Strumento Marittimo si avvale da tempo di un tridente strategico di proiezione articolato su tre pilastri fondamentali: il gruppo portaerei, il gruppo anfibio e la componente subacquea composta dal binomio sommergibili-forze speciali. L'insieme del gruppo anfibio e del gruppo portaerei costituisce la forza di proiezione marittima nazionale e con gli F-35B ci pone nella élite dei pochi Paesi al mondo con velivoli di quinta generazione. La nostra azione di proiezione è indirizzata lungo due direttrici: una operativa, di difesa e sicurezza marittima in contesti multi dominio, multidimensionali e multilaterali; l'altra cooperativa, sviluppata a livello interforze e interagenzia. La loro combinazione dà vita a un impegno continuo, in grado di proiettare le nostre capacità, con massima rapidità ed efficacia, dove e quando necessario.

La dimensione subacquea è in grande evoluzione, pochi sono i Paesi che hanno investito in questo mondo. C’è stata una grande corsa allo spazio, ma poco abbiamo pensato al mondo subacqueo. In breve, quali le iniziative principali svolte nel 2023 e quali messe in cantiere per il 2024?

L'attenzione verso la dimensione subacquea ha ricevuto ulteriore impulso nel settembre 2022, all'indomani dell'incidente occorso al “North Stream”. In quell'occasione, emerse la necessità di rafforzare ciò che in realtà facevamo già da tempo per la sorveglianza subacquea. Nel dare maggiore struttura e continuità all'azione, abbiamo quindi lanciato una nuova operazione, denominata Fondali Sicuri, centrata sul monitoraggio delle infrastrutture critiche sottomarine, tra cui gasdotti, oleodotti, cavi di telecomunicazioni e linee elettriche. Il nostro modello, il primo implementato in questa forma, sta costituendo un valido riferimento cui guardano con interesse la NATO e i suoi membri. A ulteriore conferma dell'attenzione della Marina verso la valorizzazione e la promozione delle potenzialità in questo campo, mi fa piacere ricordare la recente inaugurazione del Polo Nazionale della Subacquea avvenuta a  La Spezia lo scorso dicembre: una grande impresa che consente di valorizzare e promuovere in un'ottica di Sistema-Paese l'ampio spettro di competenze e potenzialità nazionali nel campo dell'underwater.

Durante la Mare Aperto è stata svolta un’esercitazione cyber importante usando anche i nostri incursori e i carabinieri. Come le navi della Marina e gli equipaggi sono cambiate e cambieranno per fronteggiare questa minaccia?

Lei si riferisce al ciclo di esercitazioni denominate Chironex, finalizzate a testare i progressi nell'ambito della sicurezza cibernetica. Quella dello scorso novembre, tenutasi nell'ambito dell'ultima Mare Aperto, è stata la seconda. L'abbiamo condotta in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri e con la società DEAS, impiegando strumenti tecnologici basati su soluzioni di Intelligenza Artificiale per la ricerca tempestiva di potenziali minacce cyber e l'analisi e classificazione dei malware. Ritengo necessario proseguire lungo questo percorso, ricercando ulteriori sinergie e dando vita a uno sforzo corale teso sia a sviluppare nuove capacità operative e soluzioni tecnologiche, sia a diffondere la cultura e la sensibilità verso il mondo cyber.

La Mare Aperto è divenuto un momento consolidato di confronto con il mondo accademico. La presenza di studenti di diverse università italiane negli staff militari dell’esercitazione è una realtà importante, un apprendimento reciproco tra due universi. In una battuta: cosa stiamo imparando noi militari e cosa hanno appreso gli studenti universitari da questa collaborazione?

Il coinvolgimento di una selezionata aliquota di studenti nell'esercitazione Mare Aperto ha avuto inizio nel 2015. Nel corso degli anni questa tendenza si è progressivamente consolidata. Dal nucleo iniziale di facoltà attinenti agli aspetti di consulenza legale, analisi geopolitica e attività di comunicazione e pubblica informazione, l'invito viene esteso a ulteriori ambiti: geologico, ingegneristico, informatico e cibernetico. Gli studenti hanno affrontato la sfida, arricchendo di contenuti e riflessioni lo sviluppo della simulazione addestrativa. Questa nostra esperienza pluriennale ha mostrato come l'integrazione di giovani laureandi all'interno degli staff operativi, grazie al loro straordinario entusiasmo e coinvolgimento, sia motivo di arricchimento reciproco. Un assoluto valore aggiunto per l'esercitazione che intendiamo alimentare e consolidare, in piena chiave interistituzionale.

ammiraglio decarolis

Sappiamo che sin da giovane ha sfogliato le pagine del Notiziario della Marina e tuttora appartiene ai nostri affezionati lettori. Perché un marinaio, o un suo coetaneo al di fuori della Marina dovrebbe leggere questa rivista?

Penso che leggere il Notiziario della Marina sia un modo per sentirsi vicini al mare e sviluppare una cultura marittima. D'altra parte, non si può parlare di Marina se non si parla di mare e credo anche che i contenuti e le immagini del Notiziario siano un lavoro di qualità che si rivolge a tutti: adulti, ragazzi, marinai, istituzioni e cittadini. Con la sua struttura, il Notiziario contribuisce a sviluppare e diffondere lo spirito di appartenenza, a stimolare la passione per il mare e a far condividere esperienze legate al mare. Per i più giovani, in particolare, rappresenta un'opportunità di crescita delle conoscenze e di arricchimento personale, aumentando la consapevolezza di chi vorrebbe intraprendere questa interessante carriera professionale, al servizio della Nazione, e comprendendo al contempo che la Marina è anche scuola di vita.

Lunga vita al Notiziario, dunque, e buon vento per il 2024 alla Redazione e ai lettori tutti. L'anno appena iniziato si preannuncia impegnativo, sfidante e come sempre avvincente: avanti tutta, allora, verso nuovi orizzonti.

FONTE: NOTIZIARIO DELLA MARINA MILITARE

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Nuovi cacciatorpediniere e incrociatori all’orizzonte

Un approfondimento da RID (Rivista Italiana Difesa)

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 MASSIMO ANNATI

Attualmente molti Paesi stanno sviluppando nuovi tipi di cacciatorpediniere (DDX) o incrociatori (CGX): la cosa non è certo casuale. Negli anni ’90 gran parte delle Marine occidentali avevano avviato progetti per le fregate anti-aeree; qualcuno le aveva chiamate caccia, ma (a prescindere dalle diverse etichette nazionali) le caratteristiche erano abbastanza simili.

Adesso si assiste allo sviluppo di nuovi cacciatorpediniere di grandi dimensioni, spesso oltre le 10.000 t, che rappresenteranno la punta di lancia delle Marine nei campi della difesa aerea dei task group, della difesa contro missili balistici e missili ipersonici, e della capacità di strike a lungo raggio. Come era forse lecito attendersi, molti di questi progetti nascono da requisiti simili e presentano caratteristiche comparabili. A fattor comune bisogna indicare il maggior numero di celle dei lanciatori verticali rispetto alle unità attualmente in servizio. Naturalmente ci sono Marine con una tradizione, se così si può dire, di grandi batterie missilistiche, e altre Marine che sono state sempre “più parche”, per ragioni economiche e politiche. In ogni caso le future navi avranno più missili. Queste batterie di lanciatori disporranno di una gamma variegata di munizioni, tali da consentirne l’impiego in diversi compiti: anti-aereo, anti-missili balistici, anti-nave, land-attack.

L’altro aspetto comune è l’adozione di sensori radar multi-banda a faccia piana e fissa, con tecnologia AESA, collocati su alberi con struttura tronco-piramidale di grandi dimensioni. Inoltre, la notevole richiesta di energia, associata alla necessità di offrire adeguati margini di crescita, ha portato in molti casi i progettisti a sviluppare impianti propulsivi ibridi-elettrici. Queste soluzioni consentono infatti una maggior flessibilità sia in fase di progetto-costruzione, che in fase di impiego. La verosimile disponibilità, in qualche tempo futuro, di laser ad alta energia, potrà essere sfruttata solo se vi sarà una congrua disponibilità di potenza elettrica necessaria per la generazione del fascio e per il raffreddamento. L’automazione spinta, con la conseguente riduzione degli equipaggi, è un altro requisito comune. Sebbene molti dei progetti siano dotati di capacità per la lotta antisommergibili, il ruolo delle future navi è fortemente orientato verso la difesa aerea/antimissile, la condotta di strike missilistici a lungo raggio, e il comando di task group.

Si era già accennato al fatto che i nuovi caccia/incrociatori rappresentano un’evoluzione delle attuali fregate da difesa aerea, ma bisogna rimarcare come alcune grandi Marine (Francia e India) e ancor più molte Marine di medie dimensioni (Germania, Olanda, Spagna, Canada, Australia, ecc.) in realtà non abbiano avviato alcun programma di sviluppo in questo settore, “accontentandosi” per il momento delle prestazioni di difesa aerea/antimissile già disponibili, o in fase di attuale acquisizione.

L’articolo completo è pubblicato su RID 3/24, disponibile online e in edicola.

FONTE: RID

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Open Day della scuola navale militare Francesco Morosini

Appuntamenti Open Day scuola navale Francesco Morosini Marzo/Aprile

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5 marzo 2024 Nucleo P.I.

​Sabato 9 marzo la Scuola navale Militare Francesco Morosini di Venezia aprirà al pubblico le sue porte per un tour virtuale.

Per partecipare all'evento collegati alle ore 11.00 oppure alle ore 14.00 al seguente link:

Evento open day Scuola Navale Francesco Morosini​ 

Se invece desideri visitare la Scuola in presenza, l'Istituto sarà aperto al pubblico per gli Open Day 2024 nelle giornate di sabato 16 marzoe 13 aprile 2024, dalle ore 14.30 alle ore 17.30. 

L'accesso al Comprensorio sarà consentito a coloro che avranno precedentemente prenotato la visita e comunicato il numero e il nominativo dei partecipanti al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Attendete una mail di conferma della vostra prenotazione e…buona visita a tutti!​

FONTE: NOTIZIARIO ON LINE DELLA MARINA MILITARE

 

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Sarà demolito il sommergibile che doveva diventare museo

Il Da Vinci parte per il suo ultimo viaggio verso il cantiere di Aliaga in Turchia. Per anni la città ha cullato il sogno di farne un'attrazione turistica, con tanto di progetto di fattibilità approvato. Oggi la speranza di avere un sommergibile visitabile è legata al bando di gestione del Museo Tecnico Navale.

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Il Leonardo Da Vinci non avrà una seconda vita. L’ex sommergibile della Marina Militare, a lungo in predicato di diventare un’unità museo alla Spezia, lascia definitivamente il Golfo dei Poeti per la Turchia, dove verrà demolito. Nel 2018 un progetto di fattibilità per la musealizzazione, curato dall’ammiraglio Dino Nascetti, era stato approntato e approvato dalla forza armata, sulla spinta dell’entusiasmo della cittadinanza che aveva raccolto oltre duemila firme in poche settimane per chiederne di farne un’attrattiva turistica per la città.Le ultime due giunte comunali hanno addirittura previsto una delega alla “musealizzazione di un sommergibile”. Ma dopo un lungo dibattito sull’area in cui posizionarlo – tra Calata Paita, il molo Thaon di Revel, Molo Italia, Porto Mirabello e il Museo Tecnico Navale – i buoni propositi non si sono mai tradotti in realtà. Così il sommergibile, in disarmo all’interno dell’arsenale dal 2010, si è definitivamente deteriorato fino a renderne il recupero ormai impossibile. Nel 2021 il comandante marittimo Nord del periodo, l’ammiraglio Giorgio Lazio, confermava a Città della Spezia che il destino del Da Vinci era ormai segnato.

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“Un simbolo splendido perché sottolinea la professionalità e la tradizione della Spezia nel mondo subacqueo, sia nella costruzione che nell’operatività”, lo aveva definito l’ammiraglio Andrea Toscano, spezzino doc, già comandante marittimo Nord e comandante del Da Vinci stesso. L’unità era entrata in servizio nel 1981 dopo essere stato costruito a Monfalcone. Ora il galleggiante da 1.100 chilogrammi è destinato al trasporto via mare presso il porto di Aliaga da parte della ditta Golfo Due srl, dopo il via libera all’esportazione di rifiuto arrivato dal ministero dell’Ambiente turco.

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Stesso destino subirà in questi giorni anche il suo gemello Guglielmo Marconi, sommergibile classe Sauro II per cui nel 2013 si era affacciata a sua volta l’ipotesi di una musealizzazione alla Spezia sotto l’egida del Polo universitario Marconi. Dall’arsenale marittimo partiranno anche le ex fregate Artigliere e Bersagliere per la loro ultima rotta.

La prospettiva di avere un sommergibile museo non è tuttavia tramontata. E’ anzi ipotesi specificata all’interno del bando di gestione del Museo Tecnico Navale, per cui il prossimo 26 febbraio si andrà all’apertura delle buste. La disponibilità della Marina Militare a mettere a disposizione un mezzo c’è ancora. Tra le unità prossime al disarmo ci sarebbero quelle della classe Sauro III ormai in servizio da oltre trent’anni.

FONTE: CITTA' DELLA SPEZIA

 

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Taranto, la portaerei «Garibaldi» a ottobre sarà in disarmo

L’unità navale esce di scena dopo 40 anni. È stata la nave dei record

Garibaldi

di MARISTELLA MASSARI

Dopo 40 anni di onorato servizio è tempo di andare in disarmo per l’ex incrociatore portaeromobili «Giuseppe Garibaldi», una delle unità navali più iconiche della Marina militare. È stata la nave dei primati: la prima portaerei a far parte della flotta militare italiana, l’ultima unità navale ad essere uscita dai cantieri di Monfalcone, la prima ad ormeggiare in Mar Grande a Taranto nel 1985, prima ancora che venisse costruita la nuova Stazione navale.

Varata il 4 giugno del 1983, lunga 180 metri e larga una trentina al ponte, la nave «Garibaldi» nel 2023 ha spento 40 candeline. Ma, nonostante sia un traguardo importante per un’unità navale, questa signora del mare è rimasta in perfetta forma ed efficienza. L’età della “pensione” arriva a poco più di 10 anni dai lavori che la trasformarono da portaerei in unità anfibia e che videro impegnate le maestranze dell’Arsenale di Taranto in modo continuativo per parte del 2013 e quasi tutto il 2014. Lo scorso 23 febbraio, il capo di stato maggiore, l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino, ha firmato l’atto con cui dispone «che a decorrere dal 1 ottobre 2024 la nave passi alla posizione “Rtd Tre” per il successivo disarmo». La Ridotta Tabella di Disponibilità (Rdt) è quella condizione in cui l’equipaggio (a ranghi ridottissimi) provvede al presidio in porto ed alle operazioni di disattivazione che precedono il disarmo e la successiva radiazione della nave dai quadri del naviglio militare dello Stato. Con il «Garibaldi» uscirà di scena anche il cacciatorpediniere «Luigi Durand De la Penne». Dunque il «Garibaldi» sta per concludere per sempre la sua lunga navigazione al servizio dell’Italia. Ma la nave, a scapito di quello che si possa pensare, è ancora da “prima linea”. Tanto più che la notizia dell’imminente operazione di disarmo è giunta mentre il «Garibaldi» si trova a Harstad, nel nord della Norvegia, per partecipare unitamente alla nave «San Giorgio», all’esercitazione militare multinazionale «Nordic Response 2024». Scopo dell’esercitazione è il coordinamento tra le Forze Armate dei paesi partecipanti nella capacità di difesa in situazioni di emergenza e crisi. L’esercitazione coinvolge i Paesi nordici e altri Paesi membri della Nato. Il «Garibaldi» per tutto il 2024, sarà la nave di bandiera della «Nato Response Force», la forza di reazione rapida dell’Alleanza. La sua ultima missione, dunque, è di grande prestigio. Del resto, quello che fu l’incrociatore portaeromobili «Giuseppe Garibaldi» da diversi anni è sede di comando della Task Force Anfibia. E questo grazie agli interventi strutturali che le maestranze dell’Arsenale di Taranto hanno realizzato tra il 2013 e il 2014, ampliando le aree dedicate al lavoro degli staff di comando imbarcati.

Ma la nave «Garibaldi», in 40 anni di vita operativa, ha davvero scritto pagine indelebili della storia contemporanea della Marina Militare e dell’Italia. Ha preso parte alle principali missioni internazionali che la Marina è stata chiamata ad assolvere, basti citare la missione in Somalia del 25° Gruppo Navale nel 1994, l’operazione «Enduring Freedom» partita proprio da Taranto tra il 2001 e il 2022 dopo l’attacco alle torri gemelle e ancora, l’operazione «Unified Protector» davanti alle coste libiche nel 2011, nonché l’operazione «Sophia» a cavallo tra il 2016 e il 2017. La sagoma stessa della nave, dal 1985 fa un po’ parte dello «skyline» di Taranto, sua base di assegnazione. Da ottobre prossimo cosa succederà? Quale sarà il destino di questa gloriosa unità navale?

Per il «Garibaldi», tra le ipotesi di impiego si era parlato qualche tempo fa di una soluzione davvero avveniristica: il progetto «Simona», acronimo di «SIstema di Messa in Orbita da piattaforma Navale». La portaerei, al termine della sua vita operativa e in base agli esiti del progetto «Simona» potrebbe essere riconfigurata come piattaforma, appunto, per il lancio di satelliti civili e militari. Il programma, ancora in fase di studio, sarebbe da realizzare con fondi europei e potrebbe essere destinato ad utenti sia italiani, sia europei, sia della Nato e sia in ambito civile che militare. Ma per il momento, al netto di uno studio di fattibilità finanziato dalla Difesa, non c’è nulla di concreto.

Quello che, alla luce del recente provvedimento del capo di stato maggiore è certo, è che dovrà uscire dalla Squadra Navale per fare posto al «Trieste», unità anfibia multiruolo - la nave più grande mai costruita da Fincantieri per la Marina - che arriverà a Taranto entro la fine di quest’anno. Il «Trieste» prenderà il posto nel ruolo di unità comando e piattaforma aerea per operazioni anfibie, in concomitanza con il ritiro degli ultimi aerei a decollo verticale AV-8B Harrier dal servizio e della contemporanea operatività dei nuovi F-35B. Ma è facile pensare che, in considerazione del valore dell’unità e della sua vita residua, la portaerei «Garibaldi» non verrà smantellata per farne ferro vecchio. Piuttosto per lei si cercherà un nuovo impiego. Un’altra ipotesi per il futuro della nave è la sua trasformazione in una unità porta-droni, per le operazioni civili e militari di sperimentazione in ambito marittimo di velivoli senza pilota che necessitano di un ponte di volo relativamente lungo per il decollo e l’appontaggio. Infine, la terza e più affascinante ipotesi, è quella del museo navale. Più volte se n’è parlato. Ma per ora non esiste nessuna proposta concreta e nessun ente o istituzione si è fatto avanti con un progetto di riuso a fini museali della nave. L’obiettivo (o meglio il sogno) sarebbe quello di trasformare la nave a scopi didattici e museali e ormeggiarla a Taranto così da legarla per sempre alla sua città.

FONTE: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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