Ecco il primo sindacato dei marinai

Parte da mariscuola Taranto la campagna tesseramento all'U.SI.MAR

ingresso mariscuole taranto

 

Da Taranto parte U.SI.MARl’Unione Sindacale Marinai di tutta Italia. Lunedì al via il tesseramento da Mariscuola Taranto. Dal maggio dello scorso anno la legge n. 46 del 2022 permette ai militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale, U.SI.MAR. occupa un posto di rilievo. E’ stata presentata in conferenza stampa a Taranto dal Segretario Generale Antonio Ciavarelli, tarantino classe 1968 è 1° Luogotenente della Marina Militare ed appartiene al Corpo della Guardia Costiera. Dopo una importante carriera che l’ha visto ricoprire incarichi, anche presso lo Stato Maggiore Marina, nonché al comando di motovedette, oggi Antonio Ciavarelli è destinato presso la Guardia Costiera di Taranto dove partecipa in particolar modo alle attività disposte da Enti Centrali riguardanti l’ambiente, la pesca e la sicurezza della balneazione.

Antonio Ciavarelli ORIZZONTALE con manifesto 300x225L’obiettivo di U.SI.MAR. è la tutela della dignità dei lavoratori, la promozione dei loro interessi economici e sociali, nonché la garanzia dei loro diritti e delle pari opportunità: “L’unione sindacale è nata grazie alla mia esperienza ultraventennale – ha spiegato Antonio Ciavarelli aprendo la conferenza stampa – nella Rappresentanza militare della Marina e alle esperienze e competenze dei componenti del consiglio direttivo”. La scelta di costituire un sindacato dedicato ai Marinai deriverebbe dall’esigenza di risolvere le particolari problematiche del personale della Marina Militare, uniche rispetto alle altre Forze Armate, penso solo ai lunghi periodi di imbarco con le famiglie lasciate sole a casa per settimane e settimane. “Invito tutti i Marinai e Guardiacoste di Italia ad iscriversi a U.SI.MAR. – ha poi detto Antonio Ciavarelli – perché il senso della vita militare non è fine a sé stesso e non può rimanere chiuso all’interno dei porti e delle navi. Il nostro è un ruolo fondamentale per una Nazione in cui, con 8.000 chilometri di costa, partono e arrivano merci via mare con i traffici che noi proteggiamo. Dobbiamo unirci per affermare nella società questi principi. Una società che, a sua volta, ha il dovere di riconoscere l’importanza di questa presenza sotto l’aspetto sociale, culturale e morale. Per tutti noi è una occasione imperdibile per essere protagonisti nel lavoro e nella comunità”.

La campagna di iscrizione partirà da Taranto, scelta perchè è la capitale della Marina Militare. U.SI.MAR. sarà presentato a tutti i Marinai italiani in una serie di incontri in tutte le basi e le navi della Guardia costiera e della Marina Militare. Il primo si terrà lunedì 2 ottobre presso Mariscuola Taranto (già Scuole Sottufficiali) di San Vito. “Taranto non è solo il principale polo della Forza Armata, ma, e lo dico da tarantino con orgoglio – ha concluso Antonio Ciavarelli – i marinai rappresentano ormai la categoria dei lavoratori più numerosa: con circa 11.000 persone assunte, danno un essenziale contributo non solo all’economia, ma soprattutto al tessuto culturale, sociale e morale”.

FONTE: Corriere di Taranto

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Nave Raimondo Montecuccoli inizia la sua vita operativa

Una notizia dal sito Difesaonline

(di Marina Militare)
27/09/23 

Montecuccoli varoOggi, 27 settembre, presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia), si è tenuta la cerimonia di consegna alla Marina Militare di Nave Raimondo Montecuccoli alla presenza del comandante delle Scuole della Marina Militare, ammiraglio di squadra Antonio Natale, del vice direttore degli Armamenti Navali, dott. Emanuele Coletti, del direttore dell’Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in Materia di Armamenti (OCCAR), Joachim Sucker e del direttore generale della divisione Navi Militari di Fincantieri, dott. Dario Deste.

Si tratta della terza unità della classe PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura), uno strumento caratterizzato da elevata flessibilità operativa, concepito per operare nei contesti più vari della dimensione marittima e capace di svolgere molteplici compiti, sia di carattere prettamente militare sia di supporto alla popolazione civile in caso calamità. L’ammiraglio Natale nel corso del suo intervento ha dichiarato “questa nave è l’esempio tangibile di una concreta sinergia in un settore strategico per l’Italia e per la sua imprescindibile vocazione marittima. Il Montecuccoli sarà ambasciatore della Marina, della Difesa, dell’industria nazionale, del nostro comparto tecnologico e, più in generale, delle poliedriche capacità italiane”.

Progettata e costruita interamente in Italia, nave Montecuccoli è una dimostrazione concreta dell’evoluzione tecnologica e delle capacità realizzative espresse dalle eccellenze della cantieristica nazionale. È il primo PPA nella configurazione Light Plus che, rispetto alla versione Light, prevede un sistema missilistico di ultima generazione a celle verticali, un innovativo radar multifunzione a facce fisse specificamente progettato per la difesa anti-aerea e un sottosistema di contromisure elettroniche.  

Al termine di un articolato percorso di prove in mare e di formazione dell’equipaggio assicurato dal centro allestimento nuove costruzioni navali (MARINALLES), l’unità transita alle dipendenze della prima divisione navale (COMDINAV UNO), di base alla Spezia, e inizierà a breve un programma addestrativo a difficoltà crescente finalizzato a raggiungere la piena prontezza operativa.

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FONTE: DIFESA ON LINE

Fonte immagini successive "Notiziario on line"

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Ottantesimo anniversario dall'affondamento della corazzata Roma

Il Presidente della Repubblica all'ottantesimo anniversario dall'affondamento della corazzata Roma

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11 settembre 2023 Edoardo Bizzarro

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevuto a bordo della portaerei Cavour nel golfo dell’Asinara dal Ministro della Difesa Guido Crosetto e dal Capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Enrico Credendino, è intervenuto alla cerimonia in ricordo degli 80 anni dall’affondamento della Corazzata Roma.

Presenti alla commemorazione anche il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, autorità civili, militari, religiose e il Signor Gustavo Bellazzini, ultimo superstite del tragico evento.

In prossimità del punto di affondamento della corazzata il Presidente della Repubblica ha deposto una corona di alloro nel rispetto e a ricordo dei 1393 uomini di nave Roma scomparsi in mare.
Insieme a nave Cavour nel golfo dell’Asinara anche le fregate Margottini e Bergamini e il sottomarino Gazzana. L’odierna commemorazione, a 80 anni dal tragico evento, rende omaggio a tutti quegli uomini che hanno tenuto fede al proprio dovere fino all’estremo sacrificio e continuano a rappresentare un esempio per le future generazioni.

FONTE: Notiziario della Marina On Line

 

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Fincantieri e Leonardo, ecco come saranno i futuri pattugliatori della Marina Militare

L'approfondimento di Luca Peruzzi per Analisi Difesa sulla nuova generazione di pattugliatori della Marina Militare

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Luca Peruzzi

Lo scorso 31 luglio, nell’ambito del più ampio programma per il rinnovamento della componente delle unità per il pattugliamento di superficie della Marina Militare, la Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM) del Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale Armamenti ha assegnato ad Orizzonte Sistemi Navali (OSN), la joint venture partecipata da Fincantieri (51%) e Leonardo (49%) un contratto per la progettazione, costruzione e consegna dei primi tre pattugliatori di nuova generazione con relativo supporto decennale.

IL CONTRATTO A OSN (FINCANTIERI E LEONARDO) PER I PRIMI TRE PATTUGLIATORI

Siglato presso la sede della SGD/DNA a Roma e del valore complessivo di 925 milioni di euro, il contratto prevede opzioni relative ad ulteriori tre unità e gli adeguamenti infrastrutturali necessari per le basi navali e logistiche operative di Augusta, Cagliari e Messina, dove avranno sede operativa le nuove navi, fornitura quest’ultima inclusa nel contratto in forma opzionale e suddivisa in differenti lotti.

IL PROGRAMMA PPX

Analisi Difesa ha ottenuto e raccolto ulteriori informazioni sul programma che, come anticipato, rappresenta soltanto un elemento della più ampia attività di rinnovamento della componente, in quanto accanto al progetto in discussione conosciuto anche come PPX e destinato a rimpiazzare progressivamente le unità delle due serie di unità classe Costellazioni meglio conosciute come classe Cassiopea (4 unità) e Sirio (2 unità), è stato lanciato anche il progetto per le nuove unità tipo Multi-Mission Patrol Corvette (MMPC) conosciute anche come European Patrol Corvette (EPC), sviluppato nell’ambito europeo della COoperazione Strutturata PErmanente (PESCO). Nei piani della Marina Militare, come rappresentato dal decreto ministeriale (SMD 7/2022) approvato nel settembre 2022, il programma MMPC/EPC è destinato allo sviluppo, costruzione e messa in servizio di unità di nuova generazione destinate al rimpiazzo dei pattugliatori classe Comandanti impegnati in compiti più prettamente militari grazie principalmente ad un sistema di combattimento più esteso.

 

IL VALORE DEI CONTRATTI DI SUBFORNITURA CON FINCANTIERI E LEONARDO

Il programma per i nuovi OPV lanciato in ambito nazionale da parte di NAVARM, prevede l’assegnazione da parte di OSN dei contratti di subfornitura con Fincantieri e Leonardo, che hanno rispettivamente un valore di circa 540 e 255 milioni di euro, in attesa dell’approvazione del contratto quadro da parte della Corte dei Conti entro l’inizio di questo autunno. Secondo quanto dichiarato da OSN ad Analisi Difesa, la consegna della prima unità è prevista nel primo semestre del 2027 qualora il via libera della Corte dei Conti venga conseguito nei termini indicati.

Il programma prevede che la fase di progettazione di dettaglio si completi dopo 11 mesi dal T0 (via libero amministrativo all’esecuzione contrattuale) a cui seguirà il taglio della prima lamiera e dopo ulteriori 32 mesi la consegna della nave, arrivando quindi alla consegna 43 mesi dopo il T0.

LE NUOVE PIATTAFORME

Il programma PPX, secondo quanto riportato nel decreto, riguarda la realizzazione di OPV definiti leggeri, caratterizzati da un’elevata flessibilità d’impiego e destinati a svolgere un’ampia gamma di attività istituzionali quali presenza e sorveglianza, vigilanza marittima, controllo del traffico mercantile, protezione delle linee di comunicazione e della Zona Economica Esclusiva (ZEE), contribuendo inoltre alle operazioni antinquinamento a fronte di sversamenti di idrocarburi in mare.

Frutto della stretta collaborazione fra lo Stato Maggiore Marina e l’industria cantieristica e della difesa nazionale rappresentata da OSN, le nuove unità saranno in grado di svolgere principalmente compiti di pattugliamento dell’alto mare in funzione di Homeland Security e tutela degli interessi nazionali negli spazi marittimi, con una marcata propensione alla condotta di operazioni di Maritime Interdiction Operation (MIO), senza tuttavia tralasciare i profili d’impiego combat ed i compiti complementari a supporto della collettività, quali il concorso ad operazioni antinquinamento a fronte di sversamenti di idrocarburi in mare. Ispirate al concetto del multi-purpose by design, i nuovi OPV saranno caratterizzati da spiccate doti di robustezza, semplicità costruttiva e flessibilità d’impiego, in grado di assolvere, opportunamente configurati, l’intero spettro di missioni sopra elencate.

Per assolvere alle missioni e compiti sopra riportati, è stato selezionato il progetto di piattaforma FCX20 della nuova famiglia di unità navali recentemente lanciata da Fincantieri, che prevede, per ciascuna taglia (FCX07, 15, 20, 30 e 40), due diverse configurazioni di piattaforma rispettivamente destinate a compiti di ‘pattugliamento’ e ‘combat’.

IL PROGETTO DELLO SCAFO

Il progetto dello scafo della FCX20, comune a tali configurazioni, è stato sviluppato nel 2017-2018 e successivamente affinato nel 2021-2022 con l’obiettivo di garantire ottime capacità di tenuta al mare, ridotta resistenza all’avanzamento (anche per ridurre i consumi e quindi minimizzare l’impatto ambientale) e limitate segnature radar e acustica, caratteristiche, queste ultime, di particolare importanza per la configurazione ‘combat’.

Con un dislocamento a pieno carico di circa 2.400 tonnellate, una lunghezza fuori tutto di circa 95 metri, una larghezza massima di 14,2 metri, un’altezza di costruzione di 8,4 metri ed un’immersione massima di 5,4 metri, parametro quest’ultimo vincolato dagli approdi presso cui è previsto che i nuovi OPV operino, il progetto prevede che l’unità sia in grado di garantire la piena operatività senza restrizioni fino a condizioni di Sea State 5.

Il disegno dello scafo si caratterizza per una prora con bulbo e zona di ormeggio completamente coperta per massimizzare le performance di tenuta al mare e garantire protezione con condizioni meteo-marine difficili, pinne stabilizzatrici attive a centro nave ed una ampia zona poppiera al di sotto del ponte volo destinata ad accogliere le casse galleggianti gonfiabili per la raccolta degli olii recuperati tramite il sistema antinquinamento o, in alternativa e in caso di emergenza, per accogliere un gran numero di naufraghi che possono trovare accoglienza anche nell’ampio hangar.

IL DESIGN DELLA SOVRASTRUTTURA

La sovrastruttura prodiera si caratterizza per una plancia dominata dal cockpit navale che rappresenta la caratteristica principale delle sovrastrutture e delle innovazioni derivate dagli sviluppi del progetto PPA unitamente all’estese alette della plancia che assicurano una copertura praticamente a 360 gradi intorno all’unità. La plancia, che al pari del disegno delle unità PPA è seguita sullo stesso ponte dalla Centrale Operativa di Combattimento (COC), è sovrastata dal torrione per il radar di sorveglianza 3D ed altre postazioni per le antenne gli altri apparati di sorveglianza, navigazione e comunicazioni.

Sul ponte di coperta a centro nave, tra i due blocchi di sovrastrutture, sono previste le postazioni di lancio e recupero dei RHIB e l’equipaggiamento destinato alle operazioni antinquinamento di cui parleremo più approfonditamente oltre. La zona poppiera delle nuove navi è caratterizzata dal ponte di volo e dalle sovrastrutture che incorporano un hangar di grandi dimensioni per accogliere non soltanto un elicottero di tipo medio-pesante SH-90 ma anche un velivolo senza pilota a decollo ed atterraggio verticale (VTOL) di Classe 2 quale l’AWHero.

L’APPARATO PROPULSIVO

L’apparato propulsivo dei nuovi OPV prevede una configurazione CODLAD (COmbined Diesel-eLectric and Diesel) su due linee d’assi, ciascuna delle quali comprendente un motore diesel e un motore elettrico collegati direttamente ad un riduttore double input/single output ed eliche a passo variabile, mentre i timoni sono di tipo convenzionale. La sistemazione dell’apparato propulsivo in due compartimenti attigui (ciascuno ospitante un motore termico, uno elettrico ed un riduttore) garantisce il mantenimento del 50% della potenza propulsiva su di un asse con perdita di un compartimento qualsiasi mentre la distribuzione dei diesel generatori a coppia in due compartimenti non attigui (separati da un ulteriore compartimento) consente di mantenere il 50% della potenza elettrica con perdita di due qualsiasi compartimenti contigui.

Per soddisfare i diversi requisiti di andatura e la riduzione dei consumi e delle emissioni, il progetto prevede l’imbarco di due motori diesel principali da 8.000 kW, due motori elettrici reversibili da 500 bkW ed un impianto di produzione dell’energia elettrica composto da quattro diesel generatori di potenza pari a circa 680-700 ekW intestati su due centrali elettriche separate.

Secondo quanto previsto dai requisiti, i motori termici insieme a quelli elettrici devono assicurare una velocità massima superiore a 24 nodi. L’andatura alle base velocità viene assicurata dai motori elettrici che dovranno essere in grado di assicurare una velocità non inferiore a 10 nodi. Grazie all’impiego di questi ultimi i consumi vengono ridotti così come le emissioni in atmosfera, avendo l’industria e la Forza Armata dedicato particolare attenzione alla protezione dell’ambiente ed alla riduzione delle emissioni come nel caso dell’impiego, per quanto riguarda l’apparato propulsivo, del gruppo eliche a passo variabile che consente di mantenere in ‘bandiera’ uno dei due assi con limitata resistenza idrodinamica mentre il movimento dello stesso permette al motore elettrico reversibile di contribuire al fabbisogno di energia elettrica della nave. L’autonomia massima è indicata in 3.500 miglia nautiche alla velocità di 14 nodi, con durata massima di missione di 20 giorni.

Come anticipato è stata posta dalla Forze Armata e dall’industria particolare attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale tramite una serie di accorgimenti che vanno dalla già citata configurazione propulsiva, fino all’implementazione di architetture e soluzioni impiantistiche ottimizzate (in particolare l’impianto di condizionamento) e all’estensivo utilizzo di materiali eco-friendly.

L’AUTOMAZIONE E IL SISTEMA DI COMBATTIMENTO

I nuovi OPV sono stati progettati con alloggi per 97 unità fra membri d’equipaggio, personale della sezione elicotteristica/UAV e forze speciali. Sebbene l’unità sia stata concepita come meglio vedremo oltre con un elevato grado di automazione, dal sistema di gestione della piattaforma a quello di conduzione dell’unità e combattimento, grazie in quest’ultimo caso al cockpit navale, per assicurare i necessari requisiti in termini di personale in caso di danni alla nave per assicurare la sopravvivenza della medesima, di turnazione dell’equipaggio e gestione non soltanto degli equipaggiamenti di missione ed armamento imbarcato ma anche manutenzione di bordo, l’equipaggio dei nuovi OPV è stato fissato a circa 70 unità a cui si aggiungeranno come anticipato il personale dedicato alle operazioni di volo e manutenzione elicottero/UAV nonché il personale per operazioni speciali.

Al pari delle nuove unità della Marina Militare entrate in servizio grazie alle Legge Navale ed ai fondi resisi disponibili grazie alla medesima per nuovi sviluppi, i nuovi OPV saranno dotati di un sistema di gestione della piattaforma della stessa famiglia SeasNavy fornita da Fincantieri NexTech nonché sistema per le comunicazioni interne non operative sempre di NexTech e sistema di gestione dei danni con centrale dedicata alla gestione remota della propulsione e damage control.

Tra le caratteristiche più innovative, la principale è sicuramente il Cockpit Navale voluto espressamente dallo SMM sulla scorta dell’esperienza operativa maturata con lo stesso sistema installato sulle unità PPA e basato su un requisito realmente rivoluzionario: una postazione integrata, co-prodotta da Fincantieri NexTech e Leonardo, che permette la condotta della nave e delle operazioni aereonavali da parte di soli due operatori, il pilota e il copilota, che hanno inglobato le figure destinate alla conduzione e alle operazioni tattiche, tramite soli due ufficiali dello SMM. Da questa postazione, ubicata nella plancia comando, è infatti possibile gestire sia le macchine, i timoni e gli impianti di piattaforma sia alcune funzioni del sistema di combattimento.

L’ulteriore elemento d’interesse del sistema di conduzione nave e combattimento dei nuovi OPV è rappresentato dal fatto che il cockpit navale sarà praticamente uguale a quello installato a bordo dei PPA mantenendo inalterata l’interfaccia uomo macchina. Al pari delle unità maggiori, il cockpit navale farà parte di una mini plancia operativa di combattimento (PLOC) che si caratterizza per due postazioni multifunzionali totalmente riconfigurabili del sistema di gestione del combattimento (CMS, Combat Management System) che è il medesimo SADOC 4 utilizzato da tutte le nuove unità della Marina Militare.

Alle spalle della PLOC, come sulle unità PPA, vi è la Centrale Operativa di Combattimento (COC) che comprende tre postazioni multifunzionali del sistema SADOC 4 nonché uno schermo a muro di grandi dimensioni, complessivamente in grado di gestire la situazione tattica e l’armamento per le missioni assegnate. Un’altra innovazione è rappresentata dalla presenza accanto alla COC di un locale destinato ad accogliere la postazione di pianificazione e controllo della missione del velivolo senza pilota imbarcato.

L’unità viene progettata fin dall’inizio con tutte le antenne ed il tutto verrà certificato dopo studi di compatibilità elettromagnetica e verifiche con gli apparati del sistema di combattimento.  Come già anticipato le nuove unità vengono progettate per l’imbarco di un UAS VTOL di Classe 2 in aggiunta all’SH90. In particolare, a seguito della recente presentazione congiunta fra Leonardo, Marina Militare e Ministero della Difesa, l’AWHero rappresenta la piattaforma candidata all’imbarco sugli OPV. La certificazione dell’UAS è prevista per il prossimo anno.

Il sistema di combattimento incentrato sul CMS SADOC 4 comprende una suite per le comunicazioni fornita da Leonardo con apparati Software Defined Radio (SDR) in banda V/UHF ed HF nonché SATCOM civili/militari unitamente al Multi Data Link Processor (MDLP) con data link 22 e 16. La componente sensori prevede il radar 3D allo stato solido di sorveglianza aeronavale GEM Elettronica Columbus Mk 3 con IFF integrato, un sistema di sorveglianza elettronica o RESM (Radar ESM) fornito da Elettronica, una direzione del tiro NA-30S Mk 2 elettro-ottica/radar bi-banda per l’armamento d’artiglieria principale rappresentato dall’affusto Super Rapido da 76/62 mm in configurazione Strales nonché due radar per la navigazione ed il controllo elicotteri GEM Elettronica Gemini DB in banda X/Ka.

Per la sorveglianza panoramica e scoperta passiva, riconoscimento, identificazione e classificazione di bersagli di superficie ed aerei, le nuove unità è previsto vengano equipaggiate con un suite di Leonardo a doppia torretta Janus con sensori elettro-ottici diurni/notturni e telemetro laser mentre per la sorveglianza e difesa ravvicinata non letale saranno imbarcati anche due sistemi MASS forniti da Sitep Italia.

Come già anticipato l’armamento d’artiglieria comprende un affusto Super Rapido da 76/62 mm in configurazione Strales posizionato a prua, con magazzino multi-feeder e munizionamento guidato DART in grado di ingaggiare sia sistemi missilistici antinave che minacce asimmetriche di superficie nonché predisposizione per l’impiego del munizionamento 76 Vulcano, mentre la difesa più ravvicinata è assicurata da due affusti a controllo remoto Leonardo Lionfish da 30 mm. La scelta della Marina Militare e adozione sugli OPV fanno della Forza Armata nazionale il customer di lancio del nuovo sistema d’arma navale di Leonardo in via di sviluppo unitamente al munizionamento ABM (Air Burst Munition).

Secondo quanto risulta ad AD, ciascun affusto sarà equipaggiato con una torretta elettro-ottica indipendente (independent line-of-sight) con sensori diurno/notturno e telemetro laser che unitamente al connubio cannone e munizionamento ABM consentirà d’ingaggiare e neutralizzare minacce sfidanti come i droni.

GLI EQUIPAGGIAMENTI DI MISSIONE

Destinati a svolgere un’ampia gamma di missioni che vanno dalla sorveglianza marittima alla lotta antinquinamento, i nuovi OPV saranno equipaggiati con un RIHB Solas da 7 m e con un RHIB da 9,3 m utilizzabile anche per supportare le operazioni antinquinamento e controllo del traffico commerciale. Per assolvere alla missione antinquinamento, sono previste:

  • a prora, sopra la copertura dell’area di ormeggio, l’installazione di due aste per irrorare il liquido disperdente pompato da una cassa dedicata nel fondo dell’unità;
  • a centro nave, sul lato di dritta tra le due sovrastrutture, la sistemazione del modulo oil-skimmer per il recupero degli olii dispersi e la relativa gruetta di movimentazione;
  • a poppa, sotto il ponte volo, la sistemazione dell’area di stoccaggio e preparazione delle casse galleggianti per l’immagazzinamento degli olii dispersi; tali casse verranno rilasciate in mare attraverso un’apposita finestratura prevista sullo specchio di poppa e successivamente rimorchiate e ormeggiate, con l’ausilio del RHIB da 9 m, sul lato di sinistra nave per essere riempite con l’efflusso proveniente dall’oil-skimmer;
  • sempre a poppa, sotto il ponte volo, la sistemazione delle panne per il contenimento e confinamento degli olii dispersi. Non sono noti altri equipaggiamenti di missione.

LA NATURA BIVALENTE “PATROL/COMBAT” DEL PROGETTO

Il progetto FCx20 viene concepito ed offerto anche come unità ‘combat’ caratterizzata da una sovrastruttura continua e quindi da un’area barche centrale coperta in ottica di contenimento della segnatura radar e dalla possibilità di ospitare un sistema di lancio verticale (VLS, Vertical Launching System) per missili superficie-aria di tipo VL MICA, o in alternativa, CAMM-ER entrambi forniti da MBDA, sistemato tra il cannone di prora (76 mm Super Rapido in versione Davide/Strales) e la sovrastruttura, nonché missili antinave MBDA tipo Exocet e un sistema missilistico per la difesa ravvicinata sopra l’hangar tipo RAMSyS RAM in aggiunta ai due sistemi d’arma a controllo remoto da 30 mm ed altri equipaggiamenti.

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, quest’ultimo sarebbe incentrato sul CMS famiglia ATHENA Mk 2 di ultima generazione di Leonardo, mentre per quanto riguarda la sensoristica, quest’ultima comprenderebbe un radar principale che per la configurazione ‘combat’ vede considerato il sistema Knonos Naval HP (High Power) di Leonardo in aggiunta ad una suite EW di Elettronica con lanciatori per decoy oltre ad altra sensoristica di varia natura. Ovviamente questa configurazione di riferimento può essere adattata sulla base delle specifiche richieste del cliente.

Articolo pubblicato su analisidifesa.it

FONTE:START MAGAZINE

News Marina Militare,, Fincantieri e Leonardo, ecco come saranno i futuri pattugliatori della Marina Militare

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A Brindisi anche le navi più grandi della Marina Militare: firmato il protocollo

Intesa tra Autorità di sistema portuale, Ministero delle Infrastrutture e Marina, che potrà utilizzare un tratto di banchina di circa 500 metri nell'area di Capobianco. "Due anni per realizzare cassa di colmata e banchine"

La firma del protocollo

La firma del protocollo

Gianluca Greco  09 settembre 2023 

BRINDISI - Anche la portaerei Trieste, la più grande unità di assalto anfibio italiana, troverà accoglienza. La presenza della Marina Militare nel porto di Brindisi si rinforzerà in modo significativo grazie al protocollo tra ministero della Difesa, Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale e ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (tramite la Capitaneria di porto di Brindisi) che oggi pomeriggio (sabato 9 settembre) è stato sottoscritto a bordo di nave Garibaldi, la più grande unità della Marina Militare dopo nave Trieste, presso la banchina del piazzale di Sant’Apollinare, nel porto interno. L’accordo prevede la ridefinizione di alcune aree di demanio marittimo in consegna alla Marina Militare in ambito portuale. Si tratta della colmata di Capobianco.

Il documento è stato firmato dal presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, dal comandante della Capitaneria di porto di Brindisi, capitano di Vascello Luigi Amitrano, e dal comandane logistico della Marina Militare, ammiraglio Salvatore Vitiello. Ha partecipato all’evento anche il sindaco Giuseppe Marchionna.

Dopo firma

Da sinistra l'ammiraglio Vitiello, Ugo Patroni Griffi, il sindaco Marchionna e il capitano di vascello Amitrano

Colmata e banchine entro due anni

In virtù di tale protocollo, la Marina Militare potrà utilizzare una porzione di banchina non inferiore ai 300 metri (si parla di circa 500 metri) della realizzanda nuova colmata tra il Pontile Petrolchimico e Costa Morena Est del porto esterno di Brindisi. Qui potranno ormeggiare navi militari di nuova generazione, caratterizzate da maggiori prestazioni operative che nel contempo impongono una capacità di supporto logistico superiore, con sensibili ricadute sul piano economico e della coesione sociale nel territorio. La Marina Militare amplierà quindi la propria presenza dalla stazione navale nel Seno di Levante a un’area del porto esterno.

Stando al cronoprogramma fornito da Patroni Griffi, i lavori per la realizzazione della vasca di colmata, per un valore pari a circa 80 milioni di euro, saranno appaltati a breve e saranno ultimati nel giro di un anno. Occorrerà poi un altro anno per la realizzazione delle banchine.

L’opera non avrà solo una destinazione militare. “Servirà alla Marina militare – afferma Patroni Griffi - per gli scopi che saranno necessari ma la gran parte sarà disponibile per le iniziativi economiche (dalla cantieristica a tutta unna serie di attività che richiedono spazi)”. L’area versa da anni in totale stato di degrado e abbandono. Una volta messa a nuovo “sarà fruibile – assicura Patroni Griffi – anche per i cittadini e sarà un grande attrattore paesaggistico, economico e militare”.  Il presidente dell’ente portuale spiega che il valore dell’opera per la collettività sarà pari a circa 200 milioni e garantirà un’occasione di lavoro per “centinaia e centinaia di lavoratori”.

I ricorsi

Un paio di ricorsi contro il progetto sono stati presentati da quello che Patroni Griffi definisce il “consorzio del no porto, che ha contestato ogni cosa in questo porto” e da Versalis. Su quest’ultimo versante, il presidente dell’Autorità di sistema portuale riferisce che l’opera, sulla base delle prove nautiche effettuate, “non intralcia lo sviluppo della società”. “Anche due navi di stazza più grande – afferma Patroni Griffi – potranno ormeggiare”. La questione sarà risolta con un documento in cui “chiuderemo – afferma Patroni Griffi – ogni contestazione”. 

Altre opere portuali

Oltre alla cassa di colmata ci sono altre opere portuali in rampa di lancio. “Entro questo anno – sostiene ancora Patroni Griffi – andremo a gara per riqualificare tutto il seno di Ponente”. Il costo dell’opera è di circa 16 milioni: “Il valore per la collettività – chiarisce Patroni Griffi – sarà di circa 60 milioni di euro”. 

“Oggi  - afferma ancora il presidente - si parla di quello che la città può fare riappropriandosi di una parte del demanio. Entro 156 giorni potremo firmare altro documento che permetterà di ricucire il circuito doganale, sostenere le domande degli operatori e dare alla città di Brindisi oltre 5 ettari di territorio sul cui utilizzo deciderà l’amministrazione comunale (il riferimento è all'area ex Pool, ndr)”.  

“Abbiamo preso un porto in cui gli attrattori economici - spiega ancora Patroni Griffi - non stavano tanto bene. Il Seno di Ponente era ammalorato per assenza di manutenzione da tanto tempo e non c’erano idee del futuro. La città correva il rischio che la Marina potesse decidere di trasferirsi in atri porti come quello di Taranto. Noi abbiamo iniziato a lavorare con la Marina militare dando quell’apporto che a loro mancava. Abbiamo distolto i nostri uomini per progettare opere militari. Questo accordo non l'avremmo potuto fare se non avessimo iniziato a ragionare di piano regolatore portuale. Se non avessimo voluto pervicacemente contro tutti e tutti portare avanti l’ida della cassa di colmata, oggi il futuro di Brindisi sarebbe più nero”. 

Le presenze a bordo della nave

Le presenze a bordo della nave

L'ammiraglio Vitiello: "Le opere saranno un moltiplicatore per il territorio"

Il comandante Salvatore Vitiello si definisce “uno stalker” di Patroni Griffi in questi anni. “Vedevo costruire le nuove navi e non vedevo la possibilità – afferma l’ammiraglio – di ormeggiarle". Vi è stato quindi un lungo confronto fra Marina Militare e Autorità di sistema portuale, che “ha compreso quella che era la nostra esigenza e come questa esigenza si sposava nella città di Brindisi”. E l’alto ufficiale assicura che la Marina porterà a Brindisi nave Trieste, nell’ambito di attività legate a quelle della Brigata Marina San Marco, che da sempre alloggia in città. 

“Si arriva a questo risultato - prosegue l’ammiraglio - con la sinergia di tutti e anche con qualche arrabbiatura”. Il riferimento è ai momenti di preoccupazione per l’opposizione alle opere. Queste “consentiranno alle ditte del territorio – prosegue Vitiello – di investire. Saranno un moltiplicatore per il territorio. La Marina militare in Puglia ha investito tantissimo fra Taranto, Grottaglie e Brindisi, che sono il 55 percento della Marina stessa”.

Protocollo Marina Militare capobianco

Il documento

Il ruolo della Capitaneria di porto

Nell’ambito di questo accordo giocherà un ruolo di primo piano anche la Capitaneria di porto di Brindisi. Il capitano di vascello Luigi Amitrano spiega che il potenziamento delle infrastrutture portuali avverrà “non soltanto nell’interesse delle parti contraenti ma anche in termini economici e di coesione sociale per il territorio, al quale sono legate le attività della Marina Militare”.

“I cittadini – prosegue Amitrano – percepiscono la presenza di infrastrutture militari come garanzia in termini di sicurezza. L’Autorità di sistema portuale non poteva non tenere conto di questo fattore. L’Arrivo di unità di nuova generazione contribuisce a rafforzare l’economia del territorio. Di questa intuizione felice e intelligente faccio i complimenti al presidente Patroni Griffi”.

La Capitaneria darà il suo contributo “affinché l’accordo venga attuato nella sua interezza e affinché le aree trasferite garantiscano ormeggio in sicurezza delle unità della Marina Militare. La città di Brindisi abbraccia il mare: un abbraccio naturale che il mare ricambia con la stessa intensità”. “La firma di questo accordo – conclude Amitrano – potenzierà ancora di più questo legame che esiste fra mare e terra e renderà ancora più inscindibile il legame del territorio con la forza armata”.

Marchionna: "Soddisfatti di questo protocollo"

Il sindaco Marchionna si dice “soddisfatto dell’attenzione che la Marina e l’Autorità di sistema portuale hanno riserbato a questa città”. “Stiamo per entrare nel tunnel della decarbonizzazione, a cui si stanno aggiungendo anche altre preoccupazioni rispetto alla filiera chimica. E’ evidente che qui siamo tutti preoccupati per la tenuta occupazionale del porto. Questa giornata di oggi ci consente di poter dire che non solo siamo soddisfatti di questo protocollo ma soprattutto molto fiduciosi per il futuro in questo rinnovato incontro fra la città e la Marina, in cui noi pensiamo di poter confidare ancora a lungo”.

FONTE:BRINDISIREPORT

News Marina Militare,, A Brindisi anche le navi più grandi della Marina Militare: firmato il protocollo

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La nuova generazione di pattugliatori della Marina Militare

Un interessante approfondimento  dal sito: Analisi Difesa

5nuovi pattugliatori

Lo scorso 31 luglio, nell’ambito del più ampio programma per il rinnovamento della componente delle unità per il pattugliamento di superficie della Marina Militare, la Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM) del Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale Armamenti ha assegnato ad Orizzonte Sistemi Navali (OSN), la joint venture partecipata da Fincantieri (51%) e Leonardo (49%) un contratto per la progettazione, costruzione e consegna dei primi tre pattugliatori di nuova generazione con relativo supporto decennale. Siglato presso la sede della SGD/DNA a Roma e del valore complessivo di 925 milioni di euro, il contratto prevede opzioni relative ad ulteriori tre unità e gli adeguamenti infrastrutturali necessari per le basi navali e logistiche operative di Augusta, Cagliari e Messina, dove avranno sede operativa le nuove navi, fornitura quest’ultima inclusa nel contratto in forma opzionale e suddivisa in differenti lotti.

Analisi Difesa ha ottenuto e raccolto ulteriori informazioni sul programma che, come anticipato, rappresenta soltanto un elemento della più ampia attività di rinnovamento della componente, in quanto accanto al progetto in discussione conosciuto anche come PPX e destinato a rimpiazzare progressivamente le unità delle due serie di unità classe Costellazioni meglio conosciute come classe Cassiopea (4 unità) e Sirio (2 unità), è stato lanciato anche il progetto per le nuove unità tipo Multi-Mission Patrol Corvette (MMPC) conosciute anche come European Patrol Corvette (EPC), sviluppato nell’ambito europeo della COoperazione Strutturata PErmanente (PESCO). Nei piani della Marina Militare, come rappresentato dal decreto ministeriale (SMD 7/2022) approvato nel settembre 2022, il programma MMPC/EPC è destinato allo sviluppo, costruzione e messa in servizio di unità di nuova generazione destinate al rimpiazzo dei pattugliatori classe Comandanti impegnati in compiti più prettamente militari grazie principalmente ad un sistema di combattimento più esteso.

Il programma per i nuovi OPV lanciato in ambito nazionale da parte di NAVARM, prevede l’assegnazione da parte di OSN dei contratti di subfornitura con Fincantieri e Leonardo, che hanno rispettivamente un valore di circa 540 e 255 milioni di euro, in attesa dell’approvazione del contratto quadro da parte della Corte dei Conti entro l’inizio di questo autunno. Secondo quanto dichiarato da OSN ad Analisi Difesa, la consegna della prima unità è prevista nel primo semestre del 2027 qualora il via libera della Corte dei Conti venga conseguito nei termini indicati. Il programma prevede che la fase di progettazione di dettaglio si completi dopo 11 mesi dal T0 (via libero amministrativo all’esecuzione contrattuale) a cui seguirà il taglio della prima lamiera e dopo ulteriori 32 mesi la consegna della nave, arrivando quindi alla consegna 43 mesi dopo il T0. 

Le nuove piattaforme

Il programma PPX, secondo quanto riportato nel decreto, riguarda la realizzazione di OPV definiti leggeri, caratterizzati da un’elevata flessibilità d’impiego e destinati a svolgere un’ampia gamma di attività istituzionali quali presenza e sorveglianza, vigilanza marittima, controllo del traffico mercantile, protezione delle linee di comunicazione e della Zona Economica Esclusiva (ZEE), contribuendo inoltre alle operazioni antinquinamento a fronte di sversamenti di idrocarburi in mare.

2nuovi pattugliatori

Frutto della stretta collaborazione fra lo Stato Maggiore Marina e l’industria cantieristica e della difesa nazionale rappresentata da OSN, le nuove unità saranno in grado di svolgere principalmente compiti di pattugliamento dell’alto mare in funzione di Homeland Security e tutela degli interessi nazionali negli spazi marittimi, con una marcata propensione alla condotta di operazioni di Maritime Interdiction Operation (MIO), senza tuttavia tralasciare i profili d’impiego combat ed i compiti complementari a supporto della collettività, quali il concorso ad operazioni antinquinamento a fronte di sversamenti di idrocarburi in mare. Ispirate al concetto del multi-purpose by design, i nuovi OPV saranno caratterizzati da spiccate doti di robustezza, semplicità costruttiva e flessibilità d’impiego, in grado di assolvere, opportunamente configurati, l’intero spettro di missioni sopra elencate.

Per assolvere alle missioni e compiti sopra riportati, è stato selezionato il progetto di piattaforma FCX20 della nuova famiglia di unità navali recentemente lanciata da Fincantieri, che prevede, per ciascuna taglia (FCX07, 15, 20, 30 e 40), due diverse configurazioni di piattaforma rispettivamente destinate a compiti di ‘pattugliamento’ e ‘combat’. Il progetto dello scafo della FCX20, comune a tali configurazioni, è stato sviluppato nel 2017-2018 e successivamente affinato nel 2021-2022 con l’obiettivo di garantire ottime capacità di tenuta al mare, ridotta resistenza all’avanzamento (anche per ridurre i consumi e quindi minimizzare l’impatto ambientale) e limitate segnature radar e acustica, caratteristiche, queste ultime, di particolare importanza per la configurazione ‘combat’.

Con un dislocamento a pieno carico di circa 2.400 tonnellate, una lunghezza fuori tutto di circa 95 metri, una larghezza massima di 14,2 metri, un’altezza di costruzione di 8,4 metri ed un’immersione massima di 5,4 metri, parametro quest’ultimo vincolato dagli approdi presso cui è previsto che i nuovi OPV operino, il progetto prevede che l’unità sia in grado di garantire la piena operatività senza restrizioni fino a condizioni di Sea State 5.

Il disegno dello scafo si caratterizza per una prora con bulbo e zona di ormeggio completamente coperta per massimizzare le performance di tenuta al mare e garantire protezione con condizioni meteo-marine difficili, pinne stabilizzatrici attive a centro nave ed una ampia zona poppiera al di sotto del ponte volo destinata ad accogliere le casse galleggianti gonfiabili per la raccolta degli olii recuperati tramite il sistema antinquinamento o, in alternativa e in caso di emergenza, per accogliere un gran numero di naufraghi che possono trovare accoglienza anche nell’ampio hangar.

La sovrastruttura prodiera si caratterizza per una plancia dominata dal cockpit navale che rappresenta la caratteristica principale delle sovrastrutture e delle innovazioni derivate dagli sviluppi del progetto PPA unitamente all’estese alette della plancia che assicurano una copertura praticamente a 360 gradi intorno all’unità. La plancia, che al pari del disegno delle unità PPA è seguita sullo stesso ponte dalla Centrale Operativa di Combattimento (COC), è sovrastata dal torrione per il radar di sorveglianza 3D ed altre postazioni per le antenne gli altri apparati di sorveglianza, navigazione e comunicazioni.

Sul ponte di coperta a centro nave, tra i due blocchi di sovrastrutture, sono previste le postazioni di lancio e recupero dei RHIB e l’equipaggiamento destinato alle operazioni antinquinamento di cui parleremo più approfonditamente oltre. La zona poppiera delle nuove navi è caratterizzata dal ponte di volo e dalle sovrastrutture che incorporano un hangar di grandi dimensioni per accogliere non soltanto un elicottero di tipo medio-pesante SH-90 ma anche un velivolo senza pilota a decollo ed atterraggio verticale (VTOL) di Classe 2 quale l’AWHero (nella foto qui sotto).


1nuovi pattugliatori

L’apparato propulsivo dei nuovi OPV prevede una configurazione CODLAD (COmbined Diesel-eLectric and Diesel) su due linee d’assi, ciascuna delle quali comprendente un motore diesel e un motore elettrico collegati direttamente ad un riduttore double input/single output ed eliche a passo variabile, mentre i timoni sono di tipo convenzionale. La sistemazione dell’apparato propulsivo in due compartimenti attigui (ciascuno ospitante un motore termico, uno elettrico ed un riduttore) garantisce il mantenimento del 50% della potenza propulsiva su di un asse con perdita di un compartimento qualsiasi mentre la distribuzione dei diesel generatori a coppia in due compartimenti non attigui (separati da un ulteriore compartimento) consente di mantenere il 50% della potenza elettrica con perdita di due qualsiasi compartimenti contigui.

Per soddisfare i diversi requisiti di andatura e la riduzione dei consumi e delle emissioni, il progetto prevede l’imbarco di due motori diesel principali da 8.000 kW, due motori elettrici reversibili da 500 bkW ed un impianto di produzione dell’energia elettrica composto da quattro diesel generatori di potenza pari a circa 680-700 ekW intestati su due centrali elettriche separate.

Secondo quanto previsto dai requisiti, i motori termici insieme a quelli elettrici devono assicurare una velocità massima superiore a 24 nodi. L’andatura alle base velocità viene assicurata dai motori elettrici che dovranno essere in grado di assicurare una velocità non inferiore a 10 nodi. Grazie all’impiego di questi ultimi i consumi vengono ridotti così come le emissioni in atmosfera, avendo l’industria e la Forza Armata dedicato particolare attenzione alla protezione dell’ambiente ed alla riduzione delle emissioni come nel caso dell’impiego, per quanto riguarda l’apparato propulsivo, del gruppo eliche a passo variabile che consente di mantenere in ‘bandiera’ uno dei due assi con limitata resistenza idrodinamica mentre il movimento dello stesso permette al motore elettrico reversibile di contribuire al fabbisogno di energia elettrica della nave. L’autonomia massima è indicata in 3.500 miglia nautiche alla velocità di 14 nodi, con durata massima di missione di 20 giorni.

Come anticipato è stata posta dalla Forze Armata e dall’industria particolare attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale tramite una serie di accorgimenti che vanno dalla già citata configurazione propulsiva, fino all’implementazione di architetture e soluzioni impiantistiche ottimizzate (in particolare l’impianto di condizionamento) e all’estensivo utilizzo di materiali eco-friendly.

L’automazione ed il sistema di combattimento

I nuovi OPV sono stati progettati con alloggi per 97 unità fra membri d’equipaggio, personale della sezione elicotteristica/UAV e forze speciali. Sebbene l’unità sia stata concepita come meglio vedremo oltre con un elevato grado di automazione, dal sistema di gestione della piattaforma a quello di conduzione dell’unità e combattimento, grazie in quest’ultimo caso al cockpit navale, per assicurare i necessari requisiti in termini di personale in caso di danni alla nave per assicurare la sopravvivenza della medesima, di turnazione dell’equipaggio e gestione non soltanto degli equipaggiamenti di missione ed armamento imbarcato ma anche manutenzione di bordo, l’equipaggio dei nuovi OPV è stato fissato a circa 70 unità a cui si aggiungeranno come anticipato il personale dedicato alle operazioni di volo e manutenzione elicottero/UAV nonché il personale per operazioni speciali.

4nuovi pattugliatori

Al pari delle nuove unità della Marina Militare entrate in servizio grazie alle Legge Navale ed ai fondi resisi disponibili grazie alla medesima per nuovi sviluppi, i nuovi OPV saranno dotati di un sistema di gestione della piattaforma della stessa famiglia SeasNavy fornita da Fincantieri NexTech nonché sistema per le comunicazioni interne non operative sempre di NexTech e sistema di gestione dei danni con centrale dedicata alla gestione remota della propulsione e damage control.

Tra le caratteristiche più innovative, la principale è sicuramente il Cockpit Navale voluto espressamente dallo SMM sulla scorta dell’esperienza operativa maturata con lo stesso sistema installato sulle unità PPA e basato su un requisito realmente rivoluzionario: una postazione integrata, co-prodotta da Fincantieri NexTech e Leonardo, che permette la condotta della nave e delle operazioni aereonavali da parte di soli due operatori, il pilota e il copilota, che hanno inglobato le figure destinate alla conduzione e alle operazioni tattiche, tramite soli due ufficiali dello SMM. Da questa postazione, ubicata nella plancia comando, è infatti possibile gestire sia le macchine, i timoni e gli impianti di piattaforma sia alcune funzioni del sistema di combattimento.

L’ulteriore elemento d’interesse del sistema di conduzione nave e combattimento dei nuovi OPV è rappresentato dal fatto che il cockpit navale sarà praticamente uguale a quello installato a bordo dei PPA mantenendo inalterata l’interfaccia uomo macchina. Al pari delle unità maggiori, il cockpit navale farà parte di una mini plancia operativa di combattimento (PLOC) che si caratterizza per due postazioni multifunzionali totalmente riconfigurabili del sistema di gestione del combattimento (CMS, Combat Management System) che è il medesimo SADOC 4 utilizzato da tutte le nuove unità della Marina Militare.

Alle spalle della PLOC, come sulle unità PPA, vi è la Centrale Operativa di Combattimento (COC) che comprende tre postazioni multifunzionali del sistema SADOC 4 nonché uno schermo a muro di grandi dimensioni, complessivamente in grado di gestire la situazione tattica e l’armamento per le missioni assegnate. Un’altra innovazione è rappresentata dalla presenza accanto alla COC di un locale destinato ad accogliere la postazione di pianificazione e controllo della missione del velivolo senza pilota imbarcato.

L’unità viene progettata fin dall’inizio con tutte le antenne ed il tutto verrà certificato dopo studi di compatibilità elettromagnetica e verifiche con gli apparati del sistema di combattimento.  Come già anticipato le nuove unità vengono progettate per l’imbarco di un UAS VTOL di Classe 2 in aggiunta all’SH90. In particolare, a seguito della recente presentazione congiunta fra Leonardo, Marina Militare e Ministero della Difesa, l’AWHero rappresenta la piattaforma candidata all’imbarco sugli OPV. La certificazione dell’UAS è prevista per il prossimo anno.

3nuovi pattugliatori

Il sistema di combattimento incentrato sul CMS SADOC 4 comprende una suite per le comunicazioni fornita da Leonardo con apparati Software Defined Radio (SDR) in banda V/UHF ed HF nonché SATCOM civili/militari unitamente al Multi Data Link Processor (MDLP) con data link 22 e 16. La componente sensori prevede il radar 3D allo stato solido di sorveglianza aeronavale GEM Elettronica Columbus Mk 3 con IFF integrato, un sistema di sorveglianza elettronica o RESM (Radar ESM) fornito da Elettronica, una direzione del tiro NA-30S Mk 2 elettro-ottica/radar bi-banda per l’armamento d’artiglieria principale rappresentato dall’affusto Super Rapido da 76/62 mm in configurazione Strales nonché due radar per la navigazione ed il controllo elicotteri GEM Elettronica Gemini DB in banda X/Ka.

Per la sorveglianza panoramica e scoperta passiva, riconoscimento, identificazione e classificazione di bersagli di superficie ed aerei, le nuove unità è previsto vengano equipaggiate con un suite di Leonardo a doppia torretta Janus con sensori elettro-ottici diurni/notturni e telemetro laser mentre per la sorveglianza e difesa ravvicinata non letale saranno imbarcati anche due sistemi MASS forniti da Sitep Italia.

Come già anticipato l’armamento d’artiglieria comprende un affusto Super Rapido da 76/62 mm in configurazione Strales posizionato a prua, con magazzino multi-feeder e munizionamento guidato DART in grado di ingaggiare sia sistemi missilistici antinave che minacce asimmetriche di superficie nonché predisposizione per l’impiego del munizionamento 76 Vulcano, mentre la difesa più ravvicinata è assicurata da due affusti a controllo remoto Leonardo Lionfish da 30 mm. La scelta della Marina Militare e adozione sugli OPV fanno della Forza Armata nazionale il customer di lancio del nuovo sistema d’arma navale di Leonardo in via di sviluppo unitamente al munizionamento ABM (Air Burst Munition).

Secondo quanto risulta ad AD, ciascun affusto sarà equipaggiato con una torretta elettro-ottica indipendente (independent line-of-sight) con sensori diurno/notturno e telemetro laser che unitamente al connubio cannone e munizionamento ABM consentirà d’ingaggiare e neutralizzare minacce sfidanti come i droni.

Gli equipaggiamenti di missione

Destinati a svolgere un’ampia gamma di missioni che vanno dalla sorveglianza marittima alla lotta antinquinamento, i nuovi OPV saranno equipaggiati con un RIHB Solas da 7 m e con un RHIB da 9,3 m utilizzabile anche per supportare le operazioni antinquinamento e controllo del traffico commerciale. Per assolvere alla missione antinquinamento, sono previste:

  • a prora, sopra la copertura dell’area di ormeggio, l’installazione di due aste per irrorare il liquido disperdente pompato da una cassa dedicata nel fondo dell’unità;
  • a centro nave, sul lato di dritta tra le due sovrastrutture, la sistemazione del modulo oil-skimmer per il recupero degli olii dispersi e la relativa gruetta di movimentazione;
  • a poppa, sotto il ponte volo, la sistemazione dell’area di stoccaggio e preparazione delle casse galleggianti per l’immagazzinamento degli olii dispersi; tali casse verranno rilasciate in mare attraverso un’apposita finestratura prevista sullo specchio di poppa e successivamente rimorchiate e ormeggiate, con l’ausilio del RHIB da 9 m, sul lato di sinistra nave per essere riempite con l’efflusso proveniente dall’oil-skimmer;
  • sempre a poppa, sotto il ponte volo, la sistemazione delle panne per il contenimento e confinamento degli olii dispersi. Non sono noti altri equipaggiamenti di missione.

La natura bivalente ‘patrol/combat’ del progetto

Il progetto FCx20 viene concepito ed offerto anche come unità ‘combat’ caratterizzata da una sovrastruttura continua e quindi da un’area barche centrale coperta in ottica di contenimento della segnatura radar e dalla possibilità di ospitare un sistema di lancio verticale (VLS, Vertical Launching System) per missili superficie-aria di tipo VL MICA, o in alternativa, CAMM-ER entrambi forniti da MBDA, sistemato tra il cannone di prora (76 mm Super Rapido in versione Davide/Strales) e la sovrastruttura, nonché missili antinave MBDA tipo Exocet e un sistema missilistico per la difesa ravvicinata sopra l’hangar tipo RAMSyS RAM in aggiunta ai due sistemi d’arma a controllo remoto da 30 mm ed altri equipaggiamenti.

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, quest’ultimo sarebbe incentrato sul CMS famiglia ATHENA Mk 2 di ultima generazione di Leonardo, mentre per quanto riguarda la sensoristica, quest’ultima comprenderebbe un radar principale che per la configurazione ‘combat’ vede considerato il sistema Knonos Naval HP (High Power) di Leonardo in aggiunta ad una suite EW di Elettronica con lanciatori per decoy oltre ad altra sensoristica di varia natura. Ovviamente questa configurazione di riferimento può essere adattata sulla base delle specifiche richieste del cliente.

FONTE: ANALISIDIFESA

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